La parola a Giorgio Duboin (intervista parte prima)

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Giorgio Duboin, Lei è in questo momento il numero tre della classifica mondiale: ma quanto conta questa classifica? Personalmente non ho mai fatto niente per scalare vetta: nel senso che non faccio campionati misti o a coppie. Lì ci sono arrivato quasi solo coi punti fatti in nazionale open e quindi è una cosa che mi lascia molto indifferente. Quella classifica dipende molto  da quante gare un giocatore disputa: per me sono molto importanti solo i campionati europei e quelli del mondo a squadre. Valuto i tornei a coppie come qualcosa di aleatorio, per cui dedico il mio tempo e il mio bridge principalmente al gioco a squadre.

Ma questa classifica può essere importante per la quotazione di un professionista o è solo immagine?

La quotazione di un giocatore dipende da altri fattori: ad esempio dalla continuità nel tempo e dal valore della coppia , il singolo non conta niente o molto marginalmente. Gli addetti ai lavori sanno benissimo qual è il valore reale dei giocatori indipendentemente dalle posizioni di classifica.

Allora, qual è il valore reale di Duboin e Sementa, una coppia tutto sommato ‘nuova’?

Sono molto soddisfatto della nostra coppia che entra adesso nel terzo anno di sodalizio. Ci sono state ovviamente delle difficoltà iniziali anche perchè con Antonio non avevo mai gicato prima. Ci vorrà ancora del tempo per vedere questa coppia al meglio ma mi sembra che siamo sempre andati migliorando. Abbiamo avuto un exploit molto felice alle Olimpiadi di Pechino dove abbiamo giocato benissimo: ma lì devo dire che ha girato tutto benissimo e invece il valore di una coppia di misura proprio quando le cose non vanno tanto bene. Non siamo ancora come coppia dei trascinatori della squadra però non siamo sicuramente degli affossatori. Il nostro ‘alto’ non è mai altissimo però il nostro ‘basso’ è sempre in limiti ragionevoli. Ci sono giocatori invece con gap molto elevati tra rendimento alto e basso.

E’ noto che la sua qualità sia la regolarità in effetti. Ma è tanto difficile giocare con Sementa? Glielo chiedo perchè così si è espressa proprio la Signora Lavazza: “Sementa è un ottimo giocatore ma mica ha un carattere facile e non è facile amalgamarsi con lui”. (leggi intervista a Lavazza)

Non è facile giocare con Sementa, confermo. Abbiamo una visione del bridge completamente differente: Toni vorrebbe far top tutte le mani, il che è impossibile. Quando qualcosa va male lui si innervosisce. Per me nel bridge non si può fare il bilancio mano per mano: una buona coppia e un buon giocatore devono fare bilanci decennali o quantomeno quinquennali. Un torneo che va bene o un torneo che va male sono ininfluenti, conta che il rendimento nel tempo sia costante e in miglioramento. Credo proprio che la chiave per arrivare al successo nel mondo del bridge sia quella di tenersi sempre ai vertici con una costante di rendimento. Io non sono probabilmente un giocatore spettacolare ma nella mia carriera ho sempre dato dei buoni rendimenti. Normalmente poi gioco meglio quando l’occasione conta. Antonio, a prescindere dall’importanza del torneo, vorrebbe fare top tutte le mani. E quando non succede si agita: questa è proprio una delle cose su cui ultimamente stiamo lavorando. Litigare al tavolo e nervosismo sono atteggiamenti che vanno scemando di volta in volta. Sementa è un giocatore difficile perchè  è un giocatore di molto talento: fa le cose pensando sempre che il compagno debba capire; anche se una situazione non è stata discussa, lui fa la cosa che in quel momento reputa giusta non pensando che il compagno potrebbe non capire. La forza di una coppia sta proprio nel discutere tutte le situazioni ed arrivare sempre a non dover inventare nulla al tavolo: comunque avere uno stile di coppia che consenta al compagno, anche quando ci si trova in una situazione nuova, di prevedere e comprendere il comportamento dell’altro. E non improvvisare. Anche su questo stiamo lavorando. Sementa non è un compagno difficile perchè fa cose strane ma certo ha un’attitudine nel gioco a volte un po’ personale, se proprio vogliamo trovare un difetto a Toni!

Ma perchè Sementa è un artista del gioco!

E’ un artista davvero, mentre io sono un giocatore più regolare: però ci stiamo assemblando molto bene, infatti il nostro rendimento nell’ultimo periodo è stato molto buono.

A proposito di coppie, ogni volta che  ‘indago’ sul suo divorzio con Norberto Bocchi mi sento rispondere che si tratta di un fatto naturale….

Norberto è stato per me un compagno eccezionale ed è un giocatore eccezionale. Il motivo della nostra separazione è davvero endemico. Abbiamo giocato 18 anni di fila: abbiamo fatto molta fatica nei primissimi tempi del nostro sodalizio, non è stato facile trovare un sistema. Poco alla volta abbiamo però creato un nostro bridge sul quale abbiamo lavorato tantissimo e per tanti anni. Ad un certo punto, dopo 3- 4 anni, le cose sono cominciate ad andare sempre meglio. Nel 1995 abbiamo cominciato ad essere una coppia veramente forte, abbiamo migliorato per tanti anni arrivando al top della forma tra il 2000 e il 2004 ( da Maastricht a Istanbul per capirci): poi non siamo andati male ma non eravamo più in miglioramento. Subentrò un po’ di stanchezza, il sistema era a posto e giocare era diventata una specie di routine ed i risultati calavano, non tanto nelle occasioni importanti ma nell’arco dell’anno c’erano dei periodi di stanchezza nella coppia. Oltretutto è capitata la doppia occasione di trovare Sementa libero e Madala che cercava un compagno. Secondo me abbiamo fatto la scelta migliore. Agostino e Toni non potevano giocare insieme: avevano provato ma facevano scintille! Sono due caratteri che non possono proprio incrociarsi! Abbiamo deciso di cambiare per trovare nuovi stimoli e per rinforzare la squadra e sono convinto che abbiamo fatto la cosa giusta: la coppia Bocchi – Duboin non sarebbe più migliorata incece ora abbiamo due coppie forti ma soprattutto in costante miglioramento.

Senza rimpianti allora questo divorzio?

Assolutamente senza rimpianti. Perchè non c’è stata mai lite ma si è trattato di una scelta condivisa. Forse i risultati li facevamo ancora ma il nostro bridge non era più quello stellare e cominciava a sentirsi qualche nota stonata. La rottura ha creato certamente a tutti e due anche una crisi personale: bisognava ricomiciare da capo, ma questo ci ha anche dato nuovi stimoli e stiamo giocando meglio adesso, come singoli, di quanto facevamo nell’ultimo periodo insieme. Oggi abbiamo entrambi scoperto nuove motivazioni, nuovi interessi, un nuovo compagno. Son venuti dei buoni risultati e tutto questo ci ha ridato anche un po’ di giovinezza. Personalmente credo molto in queste due nuove coppie che si sono formate.

Parliamo allora di Norberto e Madala.

E’ venuta fuori un’ottima coppia. Penso che Norberto sia l’unico che possa insegnare a Madala: ma non mi riferisco alla tecnica di gioco, perchè dal punto di vista tecnico nessuno può insegnare proprio niente ad Agustin, che è un giocatore veramente straordinario. I suoi problemi sono invece l’esperienza ed il carattere. Ha un carattere molto impulsivo, prende subito fuoco, a volte è pemaloso: ma i suoi sono difetti di gioventù. Norberto invece non ama la discussione al tavolo, discute molto e volentieri sul sistema ma non ama polemiche: questo serve molto a Madala. Quando è arrivato Agustin era molto polemico al tavolo e sempre aggressivo col compagno, ora sta maturando molto e si comporta come deve comportarsi un giocatore di alta categoria. Però io lo capisco, perchè siamo stati tutti giovani e ci siam passati tutti. Io ho avuto la fortuna di giocare con i più grandi del mondo e ho dovuto fare la gavetta con loro subendo le loro fortissime e aggressive  personalità. Agustin è arrivato qua che era un po’ un ‘galletto’… Norberto non è così aggressivo come lo erano i vecchi grandi del Blue Team ma nello stesso tempo si fa rispettare. La loro coppia funziona molto bene anche dal punto di vista umano e non solo bridgistico. Come pure io mi trovo molto bene con Toni.

La formazione di queste due nuove coppie ha poi portato qualche problema nella selezione della Nazionale. La eccezionale proliferazione di campioni che abbiamo in Italia ha portato all’esclusione di qualuno: mi riferisco ovviamente a Fantoni e Nunes ovvero il numero uno e due della classifica mondiale. Nella sua ultima intervista Fulvio ribadisce con orgoglio il suo primato. (leggi intervista a Fantoni)

Onore al merito!

Ma le polemiche legate all’esclusione dei Fantunes hanno avuto ripercussioni poi ad Ostenda, vi hanno in qualche modo condizionato?

Assolutamente no. Giocare anzi con una coppia ‘nuova’ ci ha dato ulteriori stimoli e nessun rimpianto. Bocchi – Madala han giocato molto bene, noi siam stati tutti contenti della loro prestazione. Purtroppo a bridge si può giocare solo in sei. Se si potesse giocare in otto contro otto probabilmente saremmo ancora più forti.

Nell’intervista che ci ha rilasciato la Signora Lavazza ha chiarito quali erano le sue motivazioni, ovvero quelle di provare una coppia nuova e di rinforzare così la Nazionale italiana. In sostanza la Lavazza sostiene di avere fatto il bene della squadra.

Questa è una motivazione che condividiamo tutti, anche se finora io mi sono tenuto fuori dalla mischia delle polemiche. Personalmente io vado d’accordo con tutti quelli con cui gioco in nazionale, ma ci sono state delle rotture fra alcuni giocatori e questo sicuramente non fa bene alla squadra. Portare invece un ragazzo giovane ha fatto molto bene alla squadra.

Secondo lei le polemiche che hanno accompagnato l’esclusione dei Fantunes sono state esagerate? E comuque questa esclusione non è stata vissuta dagli interessati (e dai loro moltissimi fan) come un avvicendamento di routine, Angelini ha poi parlato di inaccettabile conflitto di interessi. (leggi dichiarazioni di Angelini)

Gli sponsor dovrebbero fare gli sponsor ed occuparsi della loro squadra. La Nazionale è la Nazionale e non vedo perchè uno sponsor dovrebbe metterci il becco. Se il CT della nazionale di calcio chiama un giocatore dell’Inter piuttosto che del Milan è un problema suo e non della società sportiva. Il CT sceglie pensando di fare la cosa giusta: se poi la squadra va male avrà sbagliato, se invece la squadra va bene avrà fatto la cosa giusta e non ci può essere nessun tipo di polemica.

La vittoria di Ostenda non ha placato le polemiche, anzi…

La Lavazza ha vinto perchè ha fatto la scelta migliore. E’ molto diverso guardare le cose da fuori, giocare a bridge su BBO, oppure essere all’interno della squadra. Perchè la squadra funzioni ci devono essere determinati presupposti di base: le tre coppie devono andare d’accordo, si deve giocare a rotazione per non creare degli squilibri, bisogna fidarsi dei compagni … ci sono tutta una serie di cose che è anche molto lungo spiegare. La gente invece vede i nomi e fa la nazionali con i nomi.

Lei dice: lo sponsor faccia lo sponsor e il CT faccia il CT. Ma è proprio questo il problema: se uno sponsor fa anche il CT si può parlare di conflitto di interessi?

Questa è la favola della volpe e l’uva! E’ una cosa che non sopporto proprio.

Risulta, come ci ha confermato la stessa Signora Lavazza, che sia stato fatto un esposto al CONI proprio per questo conflitto di interessi. La Lavazza, uno dei maggiori sponsor Italiani è anche il Commissario Tecnico della Nazionale. Ma allora la Lavazza favorisce i suoi giocatori?

Trovo la cosa veramente assurda. Noi abbiamo giocato per 12 anni in Nazionale con ben 4 componenti della squadra Angelini: Fantoni, Nunes, Lauria, Versace e ancora prima Buratti e Lanzarotti che all’epoca  giocavano nel team di Angelini. Poi Angelini stesso per ben due volte: siamo arrivati anche a questo… E secondo lei, Lavazza ha favorito i suoi? E’ una cosa ridicola. La Signora Lavazza ha sempre fatto la cosa che doveva essere fatta. Dopo 12 anni che Lavazza convoca 4 giocatori di Roma e 2 di Torino, se per un anno convoca 4 di Torino e 2 di Roma non vedo lo scandalo. Ripeto, è un’accusa ridicola quella di conflitto di interessi.

Fanno male al bridge italiano queste polemiche?

Fanno male, ma è una cosa unilaterale. Per fare le polemiche o le guerre bisogna essere in due. Qua c’è solo una persona che attacca e l’altro che non dice niente, al massimo si difende dicendo anche cose sensate. Credo che la polemica dovrebbe finire qui. La posizione della Signora Lavazza e anche la nostra di giocatori è stata quella inizialmente di non commentare la vicenda.

Dopo le convocazioni per Ostenda molti hanno lamentato una mancanza di comunicazione da parte del CT. Però poi, chiamata a rispondere sulla vicenda, devo dire che la Signora Lavazza è stata con me molto disponibile e ha rilasciato dichiarazioni ampie dettagliate e chiare. Ha spiegato molto bene il suo punto di vista.

Certamente. Ma secondo me non era nemmeno tenuta a farlo. Nessuno spiega negli altri sport la formazione. Non si spiega la scelta di uno o l’altro ma si fa la formazione che si ritiene migliore. Le polemiche, le ripeto, sono assolutamente unilaterali. Sento di poterlo dire a nome di tutta la squadra: noi non abbiamo assolutamente nulla di personale nè contro Fantoni- Nunes nè contro il Signor Angelini. Però a forza di sentirsi attaccare da loro, ad un certo punto uno, se proprio deve, si difende!

Dopo la mia intervista alla Signora Lavazza, ho chiesto una replica ad Angelini che ha dato una risposta tempestiva ampia e dettagliata. Angelini sostiene che vi sia un conflitto di interessi palese ed inaccettabile. Al contempo ci è stata data conferma che è stato presentato un esposto al CONI riguardo la posizione della signora Lavazza…. Mi pare che si stia alzando il tono della disputa.

Ma vede, la risposta della signora Lavazza non è stata quella di querelare il signor Angelini. Se Angelini vuole attaccare la Lavazza e noi come giocatori, lo faccia pure. Nessuno glielo può impedire.

Cosa pensa accadrà?

Questo non glielo so dire, io mi occupo del fattore ‘gioco’. Le posso dire questo: avendo giocato in Nazionale per tanti anni, la squadra che abbiamo fatto adesso è una squadra con la quale mi sono divertito e con la quale abbiamo avuto un buon risultato. Quando ho giocato in squadra con Fantoni e Nunes abbiamo avuto sempre dei buoni risultati. Ci siamo intervallati anche molto bene. Delle volte abbiamo giocato più noi, altre più loro: questo giustamente dipende dallo stato di forma dei giocatori. Con loro non abbiamo avuto problemi. E’ chiaro però che giocare in squadra con il signor Angelini è una cosa molto più impegnativa.

Perchè?

Con Angelini ci son sempre dei problemi di formazione in squadra. A Pau ad un certo punto ci ha lasciato giocare in quattro. E poi, per ovvi motivi: Angelini è un buon giocatore ma non è sicuramente un giocatore del nostro livello.

Oltre al conflitto di interessi, il dottor Angelini critica la modalità di convocazione dei giocatori. Vantando la meritocrazia come un valore alla base della sua azienda da più generazioni, Angelini chiede le selezioni. Vuole commentare?

Poniamo il caso americano: le selezioni sono una questione economica perchè i vari sponsor fanno le selezioni per avere la squadra migliore e cercando di accaparrarsi i giocatori migliori. Quando le selezioni non le vince la squadra migliore poi l’America va ai Mondiali o alle Olimpiadi a fare la comparsa anzichè la protagonista. Cosa che è già successa diverse volte in passato. Moltissimi altri Stati hanno abbandonato le selezioni perchè nel bridge hanno poco significato. Le selezioni a coppie possono creare problemi sia di livello tecnico che di formazione di squadra. Le migliori tecnicamente sono le selezioni a squadre e potrebbero funzionare, ma vanno bene se fatte con criteri davvero molto rigidi ed immediatamente a ridosso del Campionato che poi si va a giocare. Non è detto che una coppia che vince le selezioni a Ottobre poi giochi bene a Giugno. Nel bridge gli stati di forma sono abbastanza delicati. Infatti le convocazioni per la nazionale vengono fatte solitamente un paio di mesi prima del Campionato.

A proposito di stato di forma, ho una curiosità: perchè lei non gioca volentieri la mattina?

E’ vero. Perchè ho l’abitudine di andare a dormire abbastanza tardi durante tutto l’anno quindi non mi sveglio mai presto. Se posso, la mattina non gioco. Per quello le ripeto che è importante avere una squadra dove le varie coppie siano ben intercambiabili e vadano d’accordo. Vede, non è che non posso giocare la mattina, posso anche farlo però il mio rendimento è migliore se gioco i turni del pomeriggio.

La ringrazio perchè lei è stato davvero molto chiaro su alcuni punti…

Il discorso è semplice in effetti, la polemica è unilaterale. Per quanto attiene al discorso della fomazione: se la gente oltre che parlare con il commissario tecnico si fosse rivolta a noi quattro giocatori, noi avremmo scelto tutti di andare con Madala e Bocchi in questo momento.

E il prossimo campionato potrebbero rientrare Fantoni e Nunes?

Potrebbero rientrare. Poichè abbiamo vinto gli Europei io penso che sia giusto far giocare anche i Mondiali alla stessa squadra. Ma dal ciclo futuro non vedo nessun problema. La gente purtroppo parla senza sapere: un conto è guardare le cose da fuori, un conto è vederle sul campo. Vi sono dei giocatori che hanno pubblico e seguito ma in questo momento, se mi avessero chiesto di essere io il CT, avrei quello che ha fatto la Signora Lavazza.

Ho l’impressione che in questo momento i Fantunes siano un po’ isolati rispetto alla Nazionale anche a livello di rapporti personali. Invece trovo tra voi del team azzurro amicizia e sostegno reciproco. Questo mi sorprende, perchè specialmente Fantoni è un giocatore molto popolare ed è una persona conosciuta come cordiale ed affabile: come mai ho l’impressione che invece non ci sia grande affiatamento tra lui e gli altri della Nazionale?

La questione non è che i Fantunes siano isolati. Effettivamente quando hanno giocato in Nazionale si son comportati sempre benissimo: non parlo di tecnica adesso ma di ambiente. Ma tendono un po’ anche loro ad auto-isolarsi. Magari noi andiamo al risotrante tutti insieme e loro due preferiscono riposarsi in albergo. Cose di questo genere insomma: loro due sono già un po’ di natura più isolati e schivi. Soprattutto Fulvio: quando gioca in Nazionale partecipa molto meno alla vita di squadra e di clan, per così dire. Claudio invece è un pochino più partecipe. Se invece mi chiede dell’amicizia che c’è fra noi della Nazionale le dico che siamo tutti amici e ci conosciamo tutti da 30 anni. A parte ovviamente Madala che è un ragazzo: ma ha vissuto per più di un anno in casa mia e gli sono molto affezionato. Alfredino [Versace, nd.r.] l’ho visto praticamente crescere; con Norberto ho giocato venti anni insieme e comuque ci conoscevamo da dieci anni prima; con Lorenzo ho giocato tante volte in squadra negli anni ’70-80 quando io ero il ragazzino prodigio e lui era già il grande campione. Pertanto c’è fra noi sicuramente amicizia, ma soprattutto c’è molta molta molta stima.

Ma questa amicizia e stima, non mi pare estesa ai Fantunes…

Non si tratta di questo. E’ quello che le stavo spiegando prima e che la gente non riesce a capire. Non è detto che il giocatore ‘famoso’ sia la soluzione migliore per una squadra. Le faccio ancora un riferimento allo sport più popolare in Italia, il calcio. Non esiste che un campione stellato e titolato possa fare andare bene la squadra da solo: a volte dei giocatori meno appariscenti fanno girare meglio la squadra. I compagni di squadra sanno chi veramente serve e chi può dare quel qualcosa di continuativo. Per quello che le classifiche per me valgono per quello che sono: sì, un bellissimo risultato; essere uno due tre o dieci del mondo è una cosa importante, però quello che conta è la stima ed il valore che viene attribuito dagli addetti ai lavori. Nessuno, se non un addetto ai lavori, è in grado di valutare come gioca a bridge un Lauria o un Versace: lo può valutare Rodwell, Meckstroth, Levin, Weinstein e pochi altri. Chi è a livello inferiore può prendere dei grossi abbagli. Il valore di Versace Lauria Bocchi Sementa Duboin è riconosciuto in tutto il mondo: gli altri giocatori nazionali hanno una considerazione molto alta di noi. Se lei ad esempio  chiede di Fantoni e Nunes, hanno una considerazione molto alta della coppia. Mentre di noi dicono che siamo molto bravi anche come singoli.

Sinceramente di lei e Sementa si dice: fuoriclasse indiscussi come singoli, ma la coppia ancora non esprime le sue potenzialità.

Per fare una buona coppia nel bridge, per arrivare al top della forma ci vogliono almeno cinque o sei anni. E’ evidente che le nostre potenzialità sono superiori al rendimento che abbiamo prodotto, escluso Pechino dove la prestazione è stata al di là di ogni nostra aspettativa. Ci mancano ancora più di due anni per fare un bilancio. Nessuno di noi due si aspettava dopo sei mesi di gioco di poter avere dei risultati. Infatti siamo molto contenti di come stanno andando le cose. I tempi nel bridge sono davvero molto lenti.

La vostra coppia ci ha entusiasmato molto nella finale degli ultimi societari: tirate fuori un 5 fiori all’ultima mano e finite a vincere il torneo con un punto di vantaggio dopo esser stati sotto di 70 punti! Ma come vi viene in mente di chiamare e fare quei 5 fiori?

Il problema era dichiararli. Farli era una questione di chances e ci siam giocati le chances migliori. Era un contratto abbastanza fortunato: non era di battuta. Però nel corso dell’incontro avevamo maturato grossi debiti nei confronti della fortuna. Anche se in quella mano siamo stati fortunati non abbiamo nemmeno pareggiato il conto! I Societari sono un campionato che Sementa ed io abbiam giocato decisamente molto bene come pure a Filadelfia. In questo periodo sono molto soddisfatto della nostra coppia sia come feeling sia sia come rendimento. Lo stile di gioco mio e di Sementa non ci consentirà mai di fare gli sfaceli che facevo con Norberto quando vincevamo di 80 punti. Con Toni questo non lo farò mai, se l’avversario non ce lo permette. Ma l’importante è riuscire a fare uno score positivo sempre, giocando bene e con pochi errori.

Che gusto c’è a vincere lo “scudetto” per un punto all’ultima mano?

Sono molto contento soprattutto per come si eran messe le cose. Andare a fare i campionati italiani contro tre Norvegesi è una cosa che trovo a dir poco pittoresca. C’è stata maggiore soddisfazione rispetto ad altre finali perchè aveva un significato particolare: sembrava che fosse una ” Sfida all’OK Corral”.

Be’, lei dice ‘pittoresca’ ma come sa c’è un reclamo in corso da parte del Team Varese e i risultati non mi sembra siano stati omologati. Me lo conferma?

Anche noi siamo in attesa della sentenza del Collegio Nazionale Gare. E forse dovremo anche rigiocare la finale.

Lei sarebbe disponibile a rigiocare la finale? Rigiocherebbe volentieri?

E per quale motivo non dovremmo farlo? Se abbiamo vinto contro una squadra che non aveva il diritto di giocare è giusto rigiocare contro quelli che ne avevano diritto. Bisogna sempre ricordarsi che stiamo parlando di sport. A volte mi sembra che la gente si stia dimenticando proprio i principi basilari dello sport. Il risultato bisogna farlo sul campo e con le armi che si hanno. Pertanto: sì, rigioco volentieri. Guardi io sono tranquillissimo. Personalmente nell’arco dell’anno io avrò chiamato il direttore al tavolo al massimo un paio di volte, se un avversario fa una renonce gli faccio riprender su la carta. Reputo il bridge uno sport e quindi voglio vincere sportivamente.

E’ facile essere sportivo al suo livello…

Le assicuro invece di no, forse sono uno dei pochi…

Mi permetta di interromperla: lei davvero è uno dei pochi in tutti i sensi!

(Fine della Prima Parte. Leggi la  Seconda Parte dell’intervista a Duboin >>)

Laura Camponeschi

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