Nel 2025 si eleggerà il nuovo Presidente della Federazione Italiana Gioco Bridge. Ha da tempo annunciato la propria volontà di candidarsi Giuseppe Frenna, il noto Presidente della Associazione Dilettantistica Bridge Bologna. Ecco l’intervista che ci ha cortesemente rilasciato.
LC – Presidente Frenna, cosa l’ha spinta a presentare la sua candidatura?
GF – Mi sono avvicinato al Bridge oltre 20 anni fa grazie alla Associazione Dilettantistica Bridge Bologna, della quale sono da due quadrienni Presidente, inoltre ricopro la carica di Vice Presidente del Comitato Regionale Emilia Romagna dal 2021. Si può dire che sono un vero veterano nell’amministrazione federale. Da quando ho imparato a praticare questo sport ho compreso quanto sia affascinante e coinvolgente: è una insostituibile occasione di socialità, di conoscenza e di scambio. Direi, quindi, che una delle prime motivazioni che mi ha spinto a presentare la candidatura è certamente la passione e l’amore che provo per il mondo bridgistico e questa passione mi ha sempre spinto a ripensare ad una nuova Federazione sportiva. Gli anni passati sono stati anni di immobilismo e adesso è diventato urgente rendere nuova una Federazione non più a passo con i tempi con un progetto concreto: consolidata la sua messa in sicurezza economica – cosa che già dovrebbe essere stata effettuata dalla Dirigenza uscente – occorre fare della Federazione una vera e propria struttura di supporto e di servizio alle Associazioni Sportive Dilettantistiche e attenta alle istanze regionali e territoriali. La missione sarà allora quella di promuovere lo sport e la cultura del bridge, di curarne la diffusione, specie fra i giovani, di conquistare il rilievo che merita nel più ampio panorama sportivo nazionale e internazionale.
LC – Chi sostiene la sua candidatura? Quali consiglieri vorrebbe al suo fianco in caso di vittoria?
GF – La mia candidatura è sostenuta da Presidenti di Associazioni e da alcune importanti figure del panorama bridgistico italiano, sia giocatori professionisti che sponsor. Quando ho comunicato la mia candidatura sono stato definito “trasversale”: questo aggettivo rappresenta molto bene la mia volontà di abbracciare tutto il bridge italiano. Auspico che il mio Consiglio, in caso di vittoria, sia composto sia da nuove figure di spicco nel mondo bridgistico come Alessandra Manganella, Roberta Resnati, Francesco Longobardi, Emilio Italiano, sia da figure tecniche di livello come Emanuela Pramotton, Furio Di Bello e Marina Causa. Ritengo opportuno, infine, sfruttare l’esperienza di alcuni Consiglieri provenienti dalle scorse consiliature: Alvise Ferri, Elisabetta Maccioni e Alessandro Piana. Questi ultimi hanno preso oramai da tempo le distanze dall’attuale dirigenza federale, e posso dire che non è stata mai data loro l’opportunità di realizzare il progetto ambizioso di rilancio della Federazione del Bridge.
LC – Lei ha parlato di “anni di immobilismo”. Mi può chiarire cosa intende? Come valuta nel complesso la situazione della nostra Federazione? Quali sono a suo avviso le principali criticità della Federazione italiana?
GF – La nostra Federazione è oramai lontana dai territori, è un apparato amministrativo-burocratico, una specie di “pesante ministero” o una sorte di mera agenzia delle entrate e di riscossione dei proventi. Questa pesante e lenta struttura si attarda indietro rispetto alle esigenze reali e attuali dei territori e dei loro protagonisti. Inoltre, troppe volte ha perso l’occasione di richiamarsi ai valori di una sana competitività e di una vera sportività e, come ultimamente è successo, di tutelare la reputazione del nostro sport sui maggiori media nazionali. L’attuale gestione non ha saputo promuovere il nostro sport nella giusta maniera a causa della mancanza di professionisti di settore in posti apicali, ma. più grave ancora, non ha saputo supportare adeguatamente le nostre associazioni sportive in periodi di massima criticità come è stata la pandemia, non ha neppure saputo supportare in maniera agile e veloce i territori con le modifiche del terzo settore procrastinando ogni azione da intraprendere alle varie deroghe che sono state date dal governo. Quindi posso dire con tutta franchezza che, seppure è riuscita negli anni a conquistare una sua solidità e sicurezza economica e di bilancio – ricordiamo che questo obiettivo è stato raggiunto con il contributo di tutti i tesserati italiani e delle Associazioni di cui fanno parte – è di fatto una struttura rigida e conservativa, ormai del tutto inadatta a lavorare in un contesto complesso, quanto mai dinamico e in continua trasformazione come quello attuale, sia a livello sportivo, sia a livello sociale e di rapporto con i territori.
LC – Quali azioni dovrebbe intraprendere allora la Federazione per aumentare la visibilità del Bridge in Italia? Prevede iniziative per migliorare la diffusione del Bridge? Cosa propone per diffondere sempre di più il bridge tra i giovani?
Il nostro sport, a differenza di qualsiasi sport ‘tradizionale’ abbraccia un po’ tutte le generazioni. Ognuna di queste ha le proprie esigenze. Passiamo da persone che preferiscono il “faccia a faccia” e leggere riviste e giornali a giovani impregnati di tecnologia fin dalla nascita. Dobbiamo perciò innovare rispettando allo stesso tempo le abitudini delle generazioni passate. Detto questo diventa sempre più importante, strategica, essenziale e insostituibile la funzione dello sport business, promozione e tenuta dei rapporti, per la quale occorrono professionalità complesse che conviene assolutamente reperire sul mercato, sotto forma di consulenze operative di staff, ovvero di supporto specializzato. Chi oggi entri nell’attuale sito della Federazione Italiana Gioco Bridge non può che provare un senso di sconforto. Una grafica scadente e approssimativa, un sistema di navigazione pesante, poco intuitivo. L’obiettivo pertanto è quello di rendere questi portali punti di accesso e di diramazione non solo unidirezionale, ma tali da stimolare lo scambio e dare la possibilità agli utenti di intervenire, di confrontarsi, di chiedere ma anche di dare informazioni e suggerimenti, di aver assistenza e risposta da parte di un’equipe comunicativa esperta capace di aggiornare costantemente i contenuti dei siti, di curare la sezione di discussione, di rispondere in tempo reale alle sollecitazioni e alle richieste, e questo in particolare modo nella comunicazione intra-organizzativa tra le varie istanze territoriali. Vorrei dire che è necessario potenziare i canali social, ma in realtà, a causa della cecità di chi governa, non li abbiamo proprio! Come pensiamo di coinvolgere i giovani se non abitiamo gli stessi spazi? Quindi bisogna implementare la pluralità dei canali comunicativi appena richiamata in modo sinergico e integrato, nella consapevolezza della diversa logica che grosso modo anima i differenti mezzi di informazione. In questo senso il sito sarà un punto di arrivo e di approfondimento per chi cerca notizie e aggiornamenti. I canali social sono efficacissimi nell’attirare l’attenzione, nel suscitare la curiosità e voglia di sapere di più se utilizzati in modo coordinato: post su Facebook che appaiono anche su Instagram, o richiami su X che convoglino ad esempio sulle piattaforme audiovisive come Podcast o YouTube. La nostra Federazione dovrà cominciare a essere sempre più presente anche sui mezzi di comunicazione tradizionali come giornali, radio, tv, perché, come ho detto all’inizio, il nostro sport ha il privilegio di essere giocato da tutte le fasce di età. Un evento ripreso in televisione ha un valore diffusorio elevatissimo. Occorre anche coinvolgere i giovani in campus a loro dedicati come avviene per gli altri sport, nel corso dei mesi estivi si potrebbero organizzare, con durata quindicinale, soggiorni in cui i ragazzi possano svolgere attività sportiva (tennis, nuoto, pallavolo, calcio) alla quale abbinare la conoscenza del Bridge unitamente allo studio delle materie scolastiche: questi stage consentirebbero alle famiglie di sapere i propri figli lontani da tentazioni fuorvianti e contemporaneamente svolgerebbero un’attività che consente di esercitare la mente, favorire l’aggregazione e la socializzazione, potenziare la concentrazione, l’autocontrollo, le capacità di analisi e lo sviluppo di strategie tattiche e di calcolo; tutto questo in collaborazione con le scuole e sviluppato in tre aree territoriali che consentano di abbracciare per intero il territorio nazionale.
LC – Mi può dire se ha già qualche idea più precisa o specifici progetti in cantiere?
GF – Nel mio gruppo di lavoro è presente Marina Causa, il cui slogan condivisibile è “GIOVANE PORTA GIOVANE”. La diffusione del bridge, oltre ai giovani nelle scuole, ha bisogno di un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione. l’attuale Consigliere Federale Alvise Ferri più volte ha proposto un progetto in collaborazione con il ministero, arrivando anche vicino ad una intesa, ha anche iscritto 238 allievi al BaS: purtroppo l’attuale amministrazione non ha saputo portare a termine nessuna di queste due iniziative. La mancanza di una visione e l’assenza di professionalità hanno portato molti altri progetti come questo a cadere nel vuoto. Nella mia futura amministrazione tutte queste opportunità non andranno perse. Un altro esempio, frutto di un progetto del candidato consigliere Francesco Longobardi, può avvenire anche nell’ambiente di lavoro attraverso un protocollo d’intesa con il Ministero del Lavoro per arrivare agli innumerevoli circoli ricreativi, come ad esempio il CUBO a Bologna riservato ai Docenti Universitari.
LC – Ma lei, in qualità di Presidente di Associazione, in questi anni ha fatto qualcosa in questa direzione?
GF – Sì. Vorrei ricordare, per esempio, che l’ Associazione Bridge Bologna ha organizzato negli anni passati corsi universitari in collaborazione con i docenti della Facoltà Economia e Commercio riconoscendo agli studenti “crediti”: il programma fu predisposto dalle maestranze della nostra Associazione che si occuparono sia della parte didattica sia del laboratorio, ottenendo una valida partecipazione. L’investimento fu economicamente supportato dalla Associazione stessa, che non ricevette alcun contributo da parte della Federazione Italiana.
LC – Passiamo ad un altro problema. Molti tesserati lamentano una inutile prolificazione del numero dei campionati. Secondo lei è opportuno confermare Salsomaggiore come sede della quasi totalità delle manifestazioni o sta pensando ad altre ipotesi? Ritiene opportuna una revisione all’attuale calendario agonistico?
Il calendario agonistico deve essere totalmente rimodulato e ripensato, pur mantenendo valida l’offerta federale, affinché le Associazioni abbiano più spazio per le proprie iniziative e gli iscritti possano avere ampia scelta. Innanzitutto, occorrerà esaminare gli accordi stipulati con il Comune di Salsomaggiore Terme e Welcome (Associazione Albergatori di Salsomaggiore Terme). Fatto questo sarà possibile tracciare un nuovo progetto che consenta di rispettare gli eventuali accordi ancora in essere e rilanciare, appunto, le iniziative private delle Associazioni oltre ad ampliare gli spazi nel calendario agonistico per il Circuito dei Tornei nazionali. Se si dovrà proseguire la collaborazione con il Comune di Salsomaggiore Terme, si potranno ottimizzare i tempi sfruttando meglio le tempistiche attuali e, nei tempi liberi dal gioco, prevedere attività di intrattenimento. Un mio amico che accompagnava la moglie a giocare mi ha detto, di recente: “Se sto seduto ancora un po’ su questa panchina mi tocca pagarci l’Imu…” E’ evidente che dobbiamo pensare a servizi per tutti. Al momento il luogo dove si svolgono i nostri campionati ha più di una criticità, è difficilmente raggiungibile dalle aree periferiche della nostra nazione, comincia ad avere costi importati di soggiorno e sempre più spesso i giocatori lamentano difficoltà nel trovare strutture ricettive in cui soggiornare. La scelta esclusiva di Salsomaggiore come sede dei campionati è sempre più gestita nell’ottica di interessi personalistici degli attori che sono oggi in gioco. Tutto questo sarà oggetto di riforma.
LC – Mi può indicare qualche altra idea di questa riforma che intende portare nell’organizzazione dei campionati?
GF – Per quanto riguarda le altre manifestazioni potrebbe essere interessante, ad esempio, per le finali di Coppa Italia, prevedere la presenza di 16 squadre selezionate in tre aree territoriali utilizzando le varie Associazioni quali Sedi di gioco: area Nord, Centro e Sud contenendo i costi di trasferta per i giocatori e rendendo maggiormente partecipative le Associazioni Territoriali accordando maggiore operatività ai Comitati Regionali. Scegliere ogni anno sedi di gioco diverse per alcune competizioni dovrebbe risvegliare un maggiore interesse da parte dei giocatori, oltre a offrire un ventaglio di offerte economiche diversificate.
Un esempio l’organizzazione del Festival Over in sedi economicamente più accessibili ai giocatori italiani. Per il Circuito dei Tornei Nazionali occorre realizzare, come avviene nel Golf, un circuito di eventi bridgistici nazionali che comprenda le attuali manifestazioni consentendo il coinvolgimento di sponsor: occorre massimizzare la raccolta pubblicitaria: le aziende devono essere certe di acquistare visibilità sulle piattaforme di proprietà della Federazione e dei loro affiliati. Occorre sviluppare spazi pubblicitari e procedere alla loro vendita ad aziende di medio-alta reputazione; la raccolta di questi fondi consentirà di contribuire ai costi sostenuti dalle varie organizzazioni che si occupano dei vari eventi: duplice l’obiettivo in quanto si procederà alla divulgazione del nostro sport. Altra cosa importantissima è la dotazione completa per tutti i campionati, e in futuro a cascata per tutte le ASD, di materiale sportivo per i portatori di disabilità. Lo sa che ci sono finanziamenti pubblici a fondo perduto per questo? Ci impegneremo per questo immediatamente dopo che saremo insediati.
LC – Molti bridgisti lamentano che i costi a carico dei tesserati, agonisti in particolare, risultino alquanto onerosi; lo stesso vale per le associazioni che versano quote di omologazione tornei piuttosto elevate, in special modo per i Simultanei Gran Prix e Youth. Intende apportare delle modifiche al fine di dare maggiore respiro alle associazioni?
Se si dà uno sguardo agli altri sport si nota che hanno soluzioni di sport business avanzate: noi non abbiamo niente. La logica che da sempre alberga nella mente dei nostri amministratori è quella di dotarsi di risorse solo ed esclusivamente facendo pagare le spese alle nostre associazioni. Negli ultimi anni sono state implementate politiche di riscossione e sanzionatorie che hanno fatto percepire ancora di più ai dirigenti locali che la nostra federazione operi come una agenzia di riscossione al fine di accantonare soldi che poi vengono ripartiti alle associazioni in maniera lacunosa e con logiche corporative, pur nel rispetto dell’equilibrio, della stabilità e della sicurezza economica. la Federazione non deve avere obiettivo di lucro ma di sostegno delle attività a tutti i livelli. Occorrerà ridisegnare i costi a carico dei tesserati siano essi amatoriali, ordinari o agonisti in modo che si allarghi la piattaforma dei partecipanti ai vari Campionati; la ricerca di fondi monitorando i Bandi Europei/nazionali e la maggiore raccolta pubblicitaria dovranno permettere di alleggerire il carico economico delle Associazioni; sarà necessario costruire un team ovvero un circuito di assistenza tecnica e fiscale del lavoro, sollevando le Associazioni dai costi che deriverebbero dal rivolgersi singolarmente a professionisti territoriali .La ricerca fondi e il circuito assistenziale solleveranno le Associazioni dal sostenere elevati costi consentendo una richiesta di minor contributi ai Soci. Sono certo che un piano di sviluppo ben progettato farà sì che in pochi anni saranno annullati completamente i costi dei tornei federali per le associazioni.
LC – È favorevole al bridge online? Lo considera un rischio o una risorsa? Lo ritiene un efficace strumento didattico per la diffusione del gioco?
Il Bridge online è sicuramente una realtà che ha acquisito spazio nel corso degli ultimi anni: se lo vediamo dalla parte promozionale e soprattutto didattica. Quello che viene fatto adesso è una goccia nel mare, vanno aumentate le attività per la visibilità del bridge online in maniera esponenziale, ad esempio video-lezioni: le nuove generazioni nascono già dotate di entità digitali, per loro è fondamentale portare online il nostro sport in tutte le sue forme. Il bridge online è fondamentale anche per le passate generazioni: accorcia le distanze e permettere, a chi non può muoversi, o non ha associazioni sul territorio, di continuare a praticare questo sport. Ma i veri sport sono elettrizzanti se fatti in presenza insieme agli altri. Vedremo quali risvolti porterà con sé la diffusione del bridge online e lo trasformeremo in una risorsa: si pensi agli allenamenti propedeutici ai Campionati a squadre o alla Coppa Italia quando i giocatori si trovano in città o regioni diverse e non hanno possibilità di un allenamento in presenza. Ripeto: occorrerà trasformare il bridge online in una risorsa economica anche per le Associazioni.
LC – È favorevole alla liberazione dell’insegnamento presso le ASD?
GF – Gli istruttori dovrebbero farsi affiancare da bridgisti più giovani e formare le nuove generazioni di insegnanti, questo è stato sempre caldeggiato anche dalle scorse amministrazioni. I corsi di perfezionamento possono essere fatti da bridgisti anche non facenti parte dell’Albo insegnanti-Il freno non sono le norme o i presunti “ingessamenti” degli albi, come si vorrebbe far credere. Se mi sta chiedendo dell’ abolizione dell’albo insegnanti la mia risposta è no.
LC – Come saranno designate le formazioni delle varie Nazionale?
Le formazioni delle Nazionali verranno designate seguendo criteri meritocratici, per cui si valuteranno i risultati conseguiti, i percorsi svolti. Occorrerà comunque designare contemporaneamente delle ulteriori formazioni che possano rappresentare l’Italia consentendo a nuovi giocatori di emergere e conquistare la prima linea.
LC – Vorrei toccare adesso un tema del quale Neapolitan Club si è a lungo occupato: il “cheating”. Quali strumenti per combattere il “cheating” le sembrano più efficaci?
GF – Il migliore strumento per combattere il “cheating” è persuadere i giocatori a non farlo! Gli atleti hanno il dovere di mantenere alti standard di integrità personale e per quanto mi riguarda saranno sempre più premiate le manifestazioni di sportività come esempi da seguire. Una cultura che educhi alla sportività deve partire dalle nuove generazioni, lo strumento principale per prevenire comportamenti non consoni è far crescere giocatori che abbiano le giuste basi comportamentali, ma è anche vero anche che gli strumenti anti- cheating sono sempre più cruciali nello sport, non solo nel bridge. Detta così sembra che solo nel mondo del bridge accadano certi fatti. Accadono in tutti gli sport e certamente attingeremo alle buone pratiche messe in atto a livello internazionale che consentono di identificare comportamenti scorretti o irregolarità. La tecnologia attuale ci consente già di avere telecamere e sistemi di video analisi avanzati per il monitoraggio degli eventi sportivi. Ma soprattutto sarà necessario diffondere nei bridgisti vecchi e nuovi sempre più spirito sportivo. Inoltre, potrà essere istituita una apposita commissione anti-cheating coinvolgendo nomi di rilevanza internazionale per riacquistare credibilità all’estero, oltre a ridisegnare i rapporti con la WBF e EBL.
LC -E cosa ne pensa,, dell’utilizzo dell’IPad nei tornei internazionali?
GF – Ipad? Spero che utilizzeremo tablet più economici! Sto scherzando, ovviamente. Com’è noto a livello internazionale sono già utilizzati tablet per le licite. Come tutti i nuovi strumenti hanno i loro pro e i loro contro. Per dirla con franchezza al momento attuale questa pratica è difficile che si svolga a livello territoriale perché ancora non sono sostenibili i costi da parte delle associazioni. A differenza di altri sport per praticare il Bridge non serve ‘attrezzatura sportiva’ personale, Sono le varie ASD che si accollano tutti i costi dell’attrezzatura sportiva che i tesserati usano per le competizioni. Carte, board, bidding box vengono fornite dalle associazioni ai soci/tesserati. Dovremmo contribuire alla spese che le Associazioni devono sostenere per acquistare queste attrezzature; sarebbe importante a questo proposito istituire un Consorzio di acquisto per trattare al meglio i costi del materiale per conto di tutte le Associazioni.
LC – C’è qualche punto del suo programma elettorale che non abbiamo toccato nella nostra intervista e del qual invece vorrebbe parlare?
Una cosa ci terrei a dirla: da sempre il mio sogno è di diventare un Presidente ‘senza vincolo di mandato’ ovvero il presidente di tutti e non solo di quelli che mi voteranno. Perché solo uniti riusciremo a raggiungere gli obiettivi che ci prefiggeremo.
LC – Crescere si può?
GF – Crescere si può!
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Laura Camponeschi per Neapolitan Club