Paolo Enrico Garrisi ricorda Enzo Riolo

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Ho conosciuto Enzo Riolo in BBO all’inizio dell’autunno 2003; giocavo lì da poche settimane, venivo da E-Bridge. Lo vidi (uh! C’è pure Riolo!) e lo invitai ad entrare in un match contro una forte squadra rumena; accettò, vincemmo.

Finito il match, lui mi chiamò: “I rumeni vogliono la rivincita: ce la puoi fare?” “Sì, sento di potercela fare”, risposi eroicamente, ma forse lui mi stava solo chiedendo se mi rimaneva abbastanza tempo prima dell’ora di cena.

 In seguito divenimmo “amici di bridge”, cioè non veri amici ma contenti di giocare insieme, nello stesso tavolo o nello stesso match, quasi sempre avversari e spesso pizzicandoci con commenti ironici:

“Paolo” – mi disse una volta – potrei convincermi che tu sia un campione”

“Lo hai dedotto dal mio gioco?”

“No, voglio dire che potrei convincermi se ascoltassi le tue chiacchiere, ed evitando di guardare come giochi”

Giocavamo quasi sempre come avversari, ho detto sopra: Enzo non era un compagno facile. Come molti esseri umani, rimproverava continuamente e ferocemente il compagno (le storie di grandi campioni che incoraggiano il partner quando affonda in facili contratti sono roba da racconti di fate). Tuttavia, c’era un’eccezione: non diceva nulla contro la sua amata partner Gloria. Qualsiasi cosa lei facesse, era sempre la cosa giusta o aveva sempre una giusta motivazione per essere la cosa sbagliata.

Enzo ha pubblicato un nuovo Standard con Franco Di Stefano. Il vecchio Standard Italiano, di Giorgio Belladonna e dello stesso Di Stefano, era con la quarta nobile e con l’apertura forte a livello due: non esattamente quello che uno sceglierebbe con un partner casuale.

Ha pubblicato anche materiale per l’insegnamento. Aveva una scuola, in Sicilia: Eugenio e Giuseppe Mistretta, Massimiliano Di Franco e Giovanni Albamonte sono usciti da lì.

 Una scuola e un compagno non sono due cose differenti: costituiscono un unico sistema complesso e vitale, con proprie risorse per crescere. Leggiamo Jeff Meckstroth [da “World Class” di Marc Smith -1999 Master Point Press]:

 “E’ impossibile esagerare l’importanza della coppia. Il Bridge è un gioco di coppia, e sebbene giochi spesso con altri oltre che con Eric [Eric Rodwell], gioco regolarmente con gli stessi compagni: un piccolo gruppo di una decina di studenti/clienti. Può capitare, raramente, che prenda su uno nuovo, ma mi impegno solo nella misura in cui voglio.”

 Scuola e Compagna: Enzo Riolo le ha avute ambedue, e perciò è entrato in Paradiso ancor prima di lasciarci.

  Paolo Enrico Garrisi (Turbin)

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One Reply to “Paolo Enrico Garrisi ricorda Enzo Riolo”

  1. Mi scusi, lei è il mio amore? Non troverò più queste tenere parole quando entrerò su BBO, questo era il suo saluto per me. Angolizzavo le sue lezioni quando mi chiese se fosse il mio compleanno:” no Maestro sono nata ad ottobre ,grazie comunque di avermi cliccato, ora posso chiederle di farmi lezione,non trovavo mai il coraggio”.Da quel momento non ci siamo più lasciati, eravamo nati per stare insieme. Hai ragione Paolo, avevamo già trovato il paradiso.

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