John Carruthers: Macau Cavendish

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Le organizzazioni bridgistiche hanno mostrato grandi qualità nella gestione di tornei recenti. In particolare i Campionati del Mondo (le ex-Olimpiadi) hanno annoverato tre sezioni (Open, Wimen e Senior), che si sono svolte in parallelo, giocando le stesse mani in tre sessioni di 16 board l’una al giorno. Gli organizzatori sono riusciti a sincronizzare i due ultimi Round Robin della sezione Senior con i primi due turni del testa a testa open e signore. La Federazione Mondiale Bridge ha già organizzato la Bermuda Bowl/Venice Cup/d’Orsi Bowl in modo simile: le tre sezioni avranno lo stesso numero di squadre e la stessa struttura. L’obiettivo finale è di raggiungere un’organizzazione simile anche nella prossima Rosenblum Cup/McConnell Cup/Rand Cup.

La Rand Cup a Filadelfia è stata organizzata male, con soli due giorni di qualifiche, troppo poco per un campionato mondiale. A proposito di corto, dobbiamo parlare di una nostra piccola fisima, i playoff per il bronzo ai campionati del mondo. Se dobbiamo farli (assegnare due medaglie di bronzo sembra più umano, no?), che siano tornei veri, della stessa lunghezza della finale. In pratica la partita per il bronzo è odiata dai partecipanti, ma ignorata dai bollettini giornalieri, VuGraph, antologie dei campionati mondiali e BBO. Se ci interessano, rendiamoli importanti; se non ci interessano, eliminiamoli e assegniamo medaglie di bronzo a entrambi i semifinalisti sconfitti.

Anche se la Buffett Cup accusa ancora qualche dolore di crescita, ha fatto un grande passo avanti nell’usare come punteggio point-a-board per tutte le mani, perché questo ha semplificato i punteggi. Preferiremmo eliminare le partite individuali, conservando solo i tornei a squadre e coppie. Si potrebbero fare le squadre a point-a-board e le coppie a total points. Nel torneo a coppie, delle sei coppie di una squadra tre possono sedersi in Nord-Sud e le altre tre Est-Ovest, giocando contro avversari dell’altra squadra. In pratica, il bridge a coppie è come i singoli a golf. L’individuale, come è al momento, non funziona in un torneo testa a testa multi coppie a squadre, ed è un formato di gara pressoché estinto in ogni caso.

Quest’anno anche il Cavendish Invitational ha mostrato inventiva trasferendosi a Monte Carlo, dando la chance a più giocatori europei di partecipare. Ammesso e non concesso che tutti siano contenti dell’esito, il progetto è di alternare fra Las Vegas e Monte Carlo ogni anno. L’unico difetto che potremmo notare è una riduzione del numero di americani a Monaco. Le assenze più notevoli sono Steve Weinstein e Bobby Levin, che hanno vinto le coppie Cavendish Invitational ben cinque volte, e Bob Hamman, decano di World Bridge Productions (WBP), che sono padroni e organizzatori del Cavendish. Ammesso che tutti i capi siano contenti dei risultati a Monaco, si potrebbe forse anche pensare ad altri luoghi per ospitare il torneo? Sembra che il Congresso Gold Coast in Australia possa essere un ottimo partner. O forse Macau?

Spostando il Cavendish a Monaco, WBP segue l’esempio della Yeh Bros. Cup, che si sposterà in Giappone l’anno prossimo, in concomitanza con il Festival NEC. In passato la Yeh Bros. Cup è stata tenuta in Cina, Australia (con il Congresso Gold Coast) e a Taiwan, e gli organizzatori sono aperti ad offerte di altre nazioni pronte ad ospitare l’evento.

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John Carruthers

(IBPA Bulletin n.574, November 2012 – Traduzione italiana di Laura Cecilia Porro per Neapolitan Club)

07/11/2012

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