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La Stazione Centrale di Milano fu eretta nel 1931 su un progetto che imitava l’Union Station di Washington. La sua facciata non è esattamente la prima cosa che salta in mente quando si parla di “Belle Arti d’Italia”; è tozza e pesante, architettura tipica dell’era fascista. Tuttavia chi ama questa città ama anche la Stazione Centrale: è il suo portone d’ingresso arrivando via treno, e lo straniero si sente benvenuto.
Il torneo a squadre Città di Milano ebbe inizio nel 1970, e poco dopo divenne il punto d’incontro dei più forti campioni europei; chi lo vince dispone sempre almeno di una coppia di classe mondiale, ma l’ambiente galvanizza i dilettanti esaltandone le prestazioni e rendendo la vita dei campioni non così facile come gli piacerebbe.
L’anno scorso vinse Lavazza, ma Jelmoni e Francia1, arrivate seconda e terza, lottarono fino all’ultima mano.
Ci sono alcune buone ragioni per non andare al Città di Milano: per esemio, questi sono tempi difficili per tutti, in Europa, e anche se l’albergo costa come due anni fa, le famiglie hanno risparmiato meno che in passato, o non hanno potuto risparmiare affatto.
La ragione sbagliata per non andare, invece, sarebbe il progetto “non questa volta, ma l’anno prossimo lo farò”. Questa è la 42° edizione dell’evento, ma potrebbe essere l’ultima; era in pericolo, e si è realizzata solo grazie a grandi sforzi di poche persone. C’è un solo modo per ringraziarli: andando a giocare. Così facendo, sarà possibile che nei prossimi anni le stesse persone, o altre, abbiano nuovamente lo stesso entusiasmo di fare. Disertiamolo, invece, e il Città di Milano cesserà di esistere, perduto come Venezia, Cefalù, Napoli, e altri.
La foto della Stazione Centrale è stata riprodotta per gentile concessione di Roberto Jonghi Lavarini, del Sovrano Militare Ordine di Malta:
http://ganassini.blogspot.it/2010/12/emergenza-freddo-milano-iniziativa.html
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Paolo Enrico Garrisi
30/11/2012