Atmosfere dal Misto (di Gluck)

 Campionati assoluti 2010 Squadre miste, Salsomaggiore. Notizie dall’interno. Una delle competizioni più complicate del panorama federale dove l’aspetto psicologico assume importanza decuplicata. Il misto in genere è argomento delicatissimo, ed il solo parlarne ti fa facilmente classificare come maschilista/femminista. Voglio sfatare questo mito.

Complimenti di rito alla squadra Fornaciari vincitrice, ed in particolare a Cristiana Morgantini, la moglie di Lorenzo Lauria, la cui prestazione eccellente è stata più volte rimarcata sui bollettini giornalieri di Salso in quanto, pur non essendo una professionista, la differenza di tecnica tra lei e le altre non si è praticamente mai vista.  Vi rimando alla classifica che potete leggere nell’articolo di Jan Van Cleef, o in visione completa sul sito ufficiale, e vi voglio invece parlare di come si vive, dall’interno, una manifestazione come questa

Prima regola, se non siete un professionista che non può scegliere, fatela con una squadra di amici.

Seconda regola, siate ottimisti fino alla fine.

Terza regola, usate il massimo rispetto per il partner e per le altre coppie della squadra.

Quarta regola, l’obiettivo (sempre se non siete professionisti) è divertirvi.

Ora, pensateci bene… quale di queste regole non sarebbe valida per qualsiasi campionato che fate?

Nessuna, sono tutte valide.

Ed infatti, non solo non ho visto uomini disperati parlare da soli, con lo sguardo vitreo fisso nel vuoto, esprimendosi in lingue sconosciute dove l’unica frase che si capisce è “ma come si fa ad andare sotto…”; non solo non ho visto scene di isteria collettiva (e neanche individuale), con donne sull’orlo delle lacrime per le offese ricevute (anzi, sono testimone esattamente di scene contrarie, con l’uomo ad essere la vittima); non solo non ho visto uomini che con aria tra il complice ed il disperato raccontavano lontano da orecchie indiscrete all’amico di turno la nefandezza subita dalla propria partner:  anzi ho visto la solita “aria” che si respira a Salso durante i campionati, con la giusta tensione prima della gara, con la consueta rivisitazione delle mani in pizzeria a fine turno serale davanti al trancio di pizza col prosciutto, insomma nulla che faceva pensare che questo campionato in realtà era un “misto”.

Con la mia squadra abbiamo combattuto per la promozione in eccellenza fino all’ultimo turno, alla fine non ce l’abbiamo fatta e siamo finiti terzi, ma ci siamo salutati come se avessimo vinto il titolo e sono convinto che ci saremmo salutati nello stesso modo anche se fossimo retrocessi.

Insomma, abbiamo rispettato tutte le regole, ed il premio più grande è stato vivere l’armonia di squadra per tutti e 4 i giorni.

E per quanto riguarda le “nefandezze” in generale, se è vero che statisticamente forse vengono fatte più in est ed in sud, dove gioca fissa la componente femminile della coppia, vi assicuro che anche presso gli altri 2 punti cardinali sono state commesse scelleratezze irraccontabili.

Ma questo è il bridge, nulla più, nulla meno.

Gluck

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