Il libro di Natale (by Turbin)

Perchè perdete a Bridge ?

created by esme 03di S. J. Simon 

Ritratto.  Tu sei un giocatore di bridge medio. Hai discreta forza, ma non quanta tu pensi. Conosci un poco dei sistemi più diffusi e ne hai anche uno tuo che ti piace giocare con i compagni preferiti. La tua licitazione è sufficiente, il tuo gioco in difesa è sconvolgente.

Non hai ambizione di divenire un campione ma ti piace vincere.

Non tieni conto di vincite e perdite, ma dici a tutti che nell’arco dell’anno si equivalgono.

Tu menti – e lo sai.

Così inizia “Perché tu perdi a Bridge”, di Skidelsky John Simon. E’ stato pubblicato nel 1946; nel 1994 è stato giudicato il più bel libro di bridge mai scritto. Con irresistibile umorismo, Simon ci spiega perché perdiamo punti in situazioni banali. I suoi quattro personaggi, nei quali possiamo riconoscere i nostri difetti, sono divenuti celebri:

– The Unlucky Expert. L’Esperto Sfortunato è un giocatore di tecnica indiscutibile: non sbaglia una valutazione, non sbaglia una licita, non sbaglia una carta. Egli sbaglia, però, quando pensa che il meno dotato compagno possa comprendere le sue sottigliezze.

– Mrs. Guggenheim. La signora desidera tanto migliorarsi: prende lezioni e va in giro con i manuali nella borsa, ma non è capace di dichiarare o di giocare, né mai lo sarà. E’ la minaccia numero uno di ogni circolo. Tutti la evitano, e noi pure; ma se ci capita compagna non diciamole dove sbaglia: elogiamola quando non sbaglia. Lei sarà contenta e, giocando serena, sbaglierà di meno e noi perderemo di meno.

– Mr. Smug (Smug = tronfio). Il signor Smug è il primo a riconoscere che il suo gioco difensivo non è un granché, e ammette che la sua tecnica licitativa è quantomeno sorpassata; rivendica orgoglioso, però, la sua abilità nel gioco col morto. In effetti sarebbe abbastanza bravo, però gioca velocemente e affidandosi all’istinto, senza organizzare un piano; e si perde in mani che per lui non dovevano essere problematiche.

– Futile Willie. Willie L’Inconcludente è un giocatore con grande bagaglio tecnico, ma solo teorico; non ha alcuna capacità di valutazione della mano. Egli “sa”, ma non “sa fare”: non sa applicare le sue conoscenze teoriche alla partita reale.

Skidelsky John Simon. “Why you lose at Bridge”. 1946. Edizione italiana Mursia 2000. 200 pagine.

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