Il sistema Bocchi – Duboin: recensione a cura di Paolo Enrico Garrisi

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 Norberto Bocchi – Giorgio Duboin

“Il sistema Bocchi-Duboin”

 A cura di Gianantonio Castiglioni.

217 pag. Mursia 2010.

 Questo libro illustra il sistema Bocchi-Duboin (B-D). Nel momento in cui lo apriamo dobbiamo ricordarci i loro sette titoli europei, la Bermuda Bowl del 2005, due titoli mondiali, due Olimpiadi, etc. etc. Dobbiamo ricordarci tutto questo perché dobbiamo sapere che non troveremo un sistema semplice: l’ultima squadra che vinse qualcosa con un sistema semplice fu quella americana del 1954.

 Il B-D (Bocchi-Duboin), è fatto per confronto ad alto livello, quindi è necessariamente complesso e richiede l’apprendimento di sequenze preordinate. Non è però astruso: anche una coppia media può usarlo, purché lo studi e si eserciti. Il sistema infatti è “accurato”, vale a dire che ogni sequenza ha una logica: in alcuni casi la logica è riconducibile a principi generali; in altri emerge dalla situazione contingente; in un caso o nell’altro, la struttura logica allevia in parte la fatica mnemonica.

 L’apertura a livello uno copre un intervallo di punteggio esteso: 11-23. E’ nella norma degli standard più comuni, e, del resto, non vi sono molte scelte in questa materia: l’apertura Due Forte ridurrebbe l’intervallo, ma non risolverebbe il problema delle mani forti con colori deboli e del loro opposto, le mani non forti di punteggio ma di grande distribuzione. La Due Forte, inoltre, è tecnicamente inferiore alla Due Debole, molto più frequente e indispensabile per l’efficacia interdittiva e per la grande indicatività.

 L’apertura forzante è 2. L’apertura 2NT è nel rango 20-22 e ammette una quinta. 2♣ è della mano bilanciata 18-19 punti ed esclude nobili quinti. Il salto a 2NT dell’apertore, dopo l’apertura a livello uno, è dedicato alle bicolori 19-23.

 Nel B-D, il nobile d’apertura è sempre quinto; non sono indicate eccezioni, quindi è da presumere che sia obbligatoriamente quinto anche nelle aperture in III e IV posizione. Le quadri sono sempre quinte salvo la tricolore col singolo a fiori; le fiori sono due o più.

Un problema della quinta nobile è il rischio di perdere un fit 4-4 nobile quando si apre a fiori. Per questa ragione, anche coppie non particolarmente esperte usano il trattamento Walsh: sull’apertura 1♣, il rispondente anticipa una quarta nobile rispetto alla quinta di quadri. Nel B-D il problema è risolto per altra via, con diffuso impiego di risposte in sottocolore.

 GLOSSARIO. Convenzione è una licita che dà o richiede informazioni non riferite al colore nominato. Trattamento è una licita che mostra il desiderio di giocare nel colore nominato, e nel contempo dà o richiede altre informazioni stabilite per accordo di sistema. La risposta Walsh è un trattamento perché, pur nascondendo una lunga di quadri, mostra il possesso del colore nominato.

Le dichiarazioni in sottocolore, emergenti in ogni fase, non solo nelle risposte, costituiscono una delle maggiori complessità del sistema; non hanno solo lo scopo di anticipare i nobili, servono anche ad eleggere il dichiarante dopo l’apertura a colore – oltre che dopo quella a NT come è norma nella maggior parte degli altri sistemi. Inoltre, l’impiego è in situazioni eterogenee: per esempio, sono in sottocolore le risposte ad 1♣, ma non quelle ad 1; però se l’apertura 1 è interferita il sottocolore ritorna.

L’apertura 1NT è con mano bilanciata o semibilanciata 5332 col minore. È ammessa anche con la 5-4 minori purché vi sia almeno Kx nei nobili 2-2. Il rango di punteggio varia a seconda della situazione (prima o zona), e della posizione d’apertura (I, II, III, IV), oscillando tra debole (12-14), e forte (15-17).

In molti sistemi l’apertura 1NT variante dipende dalla situazione degli avversari: per esempio, la “tre/quarti 1NT” apre sempre debole tranne che in zona contro prima. Varianze che comprendano la propria posizione e situazione, ma ignorino la situazione avversaria, sono poco usate. Nel B-D questo carattere ha però una sua logica peculiare: l’apertura 1NT si integra con quella 1♣. Per esempio:

1♣ in III e in zona mostra 12-14 bilanciati (o 11-23 sbilanciati con le fiori).

1NT in II posizione mostra 12-14 se non vulnerabile; 15-17 in zona.

La complessità è solo apparente. Gli Autori, consapevoli della necessità di rendere chiaro il trattamento anche ai lettori meno esperti, hanno inserito uno “schema delle mani bilanciate” all’apertura del primo capitolo, spiegandone le ragioni e ribadendole nella parte centrale del volume.

Colgo qui l’occasione per sottolineare la loro onestà intellettuale: non nascondono le difficoltà del sistema e hanno l’umiltà di spiegare, o rispiegare, anche quello che potrebbe essere dato per implicito. L’organizzazione dei capitoli è razionale: la prima parte di ciascun capitolo mostra l’apertura in esame, le risposte e gli sviluppi; la seconda parte tratta l’eventualità dell’interferenza e la terza mostra esempi ragionati. Naturalmente non tutto è chiaro e solare: per esempio, considerando che l’apertura 1NT può comprendere la quinta di quadri, e considerando che la semibilanciata di 16+ punti con le quadri è aperta a colore e regolata dalla Gazzilli, m’è sembrato di poter dedurre, ma non ne son certo, che l’eventuale quinta di quadri – in apertura 1NT forte – debba essere con colore debole.

GLOSSARIO. La Gazzilli è una convenzione che abilita l’apertore a mostrare se la sua mano è forte o debole e, se è forte, le ragioni della forza: grande sbilanciamento o alto punteggio-onori. Fu inventata dal milanese Leo Gazzilli, campione italiano nel 1958. E’ una convenzione non necessaria nei sistemi col fiori forte, ma importante in quelli con unica apertura forzante sopra i ventidue punti. All’estero è sconosciuta, non è citata neanche dall’Official Encyclopedia, ma si sta diffondendo mediante BBO (Bridge Base Online).

Lo stile della risposta a livello due è prevalentemente Acol, vale a dire che promette nuova licita ma non forza fino a manche. Fa eccezione la risposta 2♣, che è variante:

– su 1♣ è forzante a manche;

– su 1 è limitata, 5-10 col colore;

– su 1/1♠ è forzante a manche salvo la ripetizione delle fiori.

GLOSSARIO. Acol è il nome del sistema inglese, pubblicato nel 1934. Prese il nome da Acol Road, la strada di Londra dove aveva sede il circolo dei suoi inventori: M. Harrison Gray, I. McLeod, T. Reese, J.C.H. Marx, S. J. Simon. C’è da dire però che l’uso moderno è quello dell’americano Alvin Roth, pubblicato nel 1953.

Walsh è invece lo stile della risposta 2o1 gf (Two over One game forcing). Fu introdotta nel 1970 dai californiani Richard e Rhoda Walsh, Paul Soloway, John Swanson, che chiamarono Western Scientific il loro sistema, in contrapposizione al Roth-Stone, definito Eastern Scientific. Il 2o1gf fu reso popolare dalle pubblicazioni di Max Hardy e Michael Lawrence.

Il salto in risposta è nel rango 8-11 punti. L’apertura a livello due è nel rango 5-10 punti, monocolore. L’intervento a salto è debole ma costruttivo.

L’apertura 3NT è Gambling, con minore settimo chiuso e null’altro a lato. Il trattamento senza fermi laterali è raccomandato anche da Marty Bergen; è ragionevole in prima o seconda posizione, discutibile in terza: se il compagno è passato, è improbabile che abbia due vincenti e un fermo nei tre colori.

Sabine Zenkel-Auken e Ron Andersen, nel loro libro “Preempts” (1996 Magnus Books), ritengono necessario il fermo laterale. Però – dicono – la mano così arricchita può essere aperta tranquillamente a livello uno, e allora tanto vale usare il 3NT per altro genere di sbarramento.

In realtà, la vera Gambling è quella originale dell’Acol: con due fermi laterali, scommetteva da sola, senza affidarsi alle tenute del compagno. Immaginiamo il grande Terence Reese dire “three no trump”, e poi guardare beffardo gli avversari:

“Volete contrare? Badate che il mio compagno potrebbe surcontrare. Volete mandarmi sotto? Bene, vediamo se azzecate l’uscita nel mio colore scoperto”.

Nel profilo di aperture, risposte e interventi, il carattere del sistema Bocchi-Duboin è di bassa o moderata aggressività, e appare addirittura pacioso se confrontato con certe coppie che afferrano mazzi di cartellini licitativi con 0-1 punto, per esempio Auken-Von Arnim e Rodwell-Meckstroth. Tuttavia bisogna puntualizzare: la bassa aggressività non è indice di timidezza; ad alto livello è una scelta che permette di infliggere più spesso il contro punitivo. La coppia “poco aggressiva”, quindi, è in realtà molto feroce.

GLOSSARIO. First double – prima di tutto il contro – è il principio di Culbertson. Significa che se gli avversari si mettono in mezzo al nostro cammino per la manche, è meglio contrarli piuttosto che proseguire: “Il premio di manche è definito, il contro è infinito”, diceva Ely. Per poter dare il contro punitivo, però, è necessario poter contare sulla solidità del compagno: se siamo aggressivi, cioè se parliamo con pochi punti, dobbiamo rinunciarci. Il Fiori Napoletano, che apre ed interviene solido, e che dichiara a NT con tutti i fermi, è specificamente preparato per infliggerlo: lo prevede anche a livello uno (non usa lo sputnik).

 Norberto Bocchi, Giorgio Duboin: “Il sistema Bocchi-Duboin”. A cura di Gianantonio Castiglioni. 217 pag. Mursia 2010.

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Paolo Enrico Garrisi

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3 Replies to “Il sistema Bocchi – Duboin: recensione a cura di Paolo Enrico Garrisi”

  1. trovo molto interessanti gli argomenti accennati, io gioco il fiori forte napoletano, ma un pò ad orecchio sto giocando, la 5a nobile su bbo, ed è sempre importante imparare da voi bravi, io sono una umile giocatrice scadente, ma non posso fare a meno del bridge. Grazie continuerò a leggervi.

  2. Cara Alessandra, la tua lettera mi fa molto piacere perché vi leggo un riconoscimento per il nostro sforzo, di scrivere in modo chiaro su un argomento necessariamente complesso quale il Bridge.
    Il nostro sogno è di poter dire quello che Ely Culbertson disse del suo Blue Book:
    “Questo libro è così semplice che sarà capito dai principianti, e così profondo che sarà apprezzato dagli esperti”.

  3. Ho giocato per qualche tempo, anni fa, il Fiori Napoletano.
    Sono capitato qui per caso, provo un’istintiva simpatia, ma ho pure qualche perplessità.
    Il Fiori senza sputnik era un Fiori vecchio anche per Chiaradia. Nell’edizione 1976 del sistema (Il fiori in 112 mani, SEI, pag. 327) lo sputnik c’era eccome!
    Non solo. Nella premessa a “Il nuovo fiori napoletano” Chiaradia si proponeva di arrivare a un «fiori senza l’apertura convenzionale di 1 fiori», ferma restando l’idea base che, a quanto posso capire, è la necessità di distinguere tra mani forti per punteggio e mani forti per distribuzione.
    Francamente credo che un tale sistema sia ormai possibile, grazie alla Gazzilli e al multirever.

    Sergio

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