WBF Head TD Riccardi: Tolleranza Zero contro il Cheating

Laura Camponeschi: E’ uscita recentemente una sentenza del Giusdice Sportivo che condanna due tesserati FIGB per cheating online in merito ad un torneo giocato sulla piattaforma di RealBridge. Che importanza ha questa sentenza?

Antonio Riccardi: E’ la prima sentenza che riconosce la frode nel bridge giocato online. E’ importante perché dimostra che il bridge online viene controllato seriamente dalla Federazione Italiana. Nelle condizioni di gioco imposte dalla FIGB c’è scritto che ci sarà tolleranza zero per la maleducazione e per tutto quello che può essere ricompreso nella nozione di cheating online. Potrebbe sembrare che nel gioco online il cheating sia più facile da perpetrare ma è pur vero che è anche più facile controllare e perseguire gli imbrogli e ridurre la caccia alle streghe. Intanto con la registrazioni delle mani giocate online si può prendere in esame un quantitativo industriale di mani e riuscire a valutare se un’anomalia è semplicemente un errore o un colpo di fortuna oppure ci troviamo di fronte ad una coppia che ha escogitato un mezzo qualsiasi per aiutarsi illecitamente. L’uso del web porta ad un salto di qualità nella lotta contro il cheating ovvero la riduzione della caccia alle streghe e la possibilità di un’analisi ampia ed approfondita.

LC: Cosa intendi per caccia alla streghe?

AR: Oggi come oggi ritengo sia in atto una sorta di caccia alle streghe che si basa su un numero insufficiente di mani analizzate. Ti faccio un esempio. Quando tu prendi dieci mani e rinvieni una anomalia, non hai fatto un’analisi sufficientemente ampia. Ogni analisi si deve basare su un numero veramente congruo di mani ed in ogni caso bisogna sempre chiedere al giocatore di spiegare determinate scelte. Posso testimoniare che alcune giocate anomale sul web sono frutto semplicemente di un miss-click che per avventura potrebbe risultare fortunato!

LC: Tornando all’aspetto legale, io credo che ormai i giocatori debbano sapere con chiarezza che il gioco online viene trattato con la massima serietà dalla Federazione Italiana…

AR: Questa sentenza è resa possibile dall’aggiornamento del codice della WBF sul cheating online (Discipliary Code updated November 17, 2020) e dalla conseguente decisione della Federazione Italiana di riconoscere i tornei giocati su Realbridge che infatti sono diretti da un arbitro federale. Qui non stiamo più giocando con un nickname dietro al quale si può celare chiunque e fare qualunque cosa, ma il giocatore è un tesserato riconosciuto e riconoscibile e dunque sanzionabile. La federazione ha sentito la necessità di riconoscere il gioco online data la situazione emergenziale che impedisce il gioco dal vivo. Anzi questo riconoscimento è avvenuto anche con un po’ di ritardo per troppo ottimismo sulla fine della pandemia. Ora, nel momento stesso in cui il bridge online viene riconosciuto, si devono fissare delle regole e sulla tipologia del gioco e sulla tipologia delle sanzioni in caso di cheating. E devo dire che in questo momento la Federazione Italiana ha preso una posizione chiara.

LC: Riguardo alla tipologia del gioco, perché la Federazione Italiana ha scelto RealBridge?

AR: Penso che oggi come oggi Realbridge sia la piattaforma più bella che ci sia. Al di là della possibilità di controllo del cheating, si voleva restituire qualcosa che assomigliasse il più possibile al bridge giocato. Rispetto ad altre piattaforme, Realbridge ti consente di vivere la sensazione del tavolo, di guardare in faccia compagni e avversari e restituisce così l’aspetto emozionale e socializzante del gioco. Inoltre questa piattaforma consente molte possibilità di controllo ex-post, pertanto o costituisce un valido strumento anti-cheating.

LC: In qualità di capo arbitro internazionale ti chiedo: qual è la procedura corretta per denunciare e sanzionare episodi di cheating?

AR: Non credo nell’azione di tribunali auto-nominati o nella diffusione di articoli scandalistici. Ritengo che bisogna fare riferimento ai tribunali ufficiali: bisogna innanzi tutto prendere in esame un quantitativo esaustivo di mani e contattare i giocatori sotto inchiesta per poter discutere mani per mano i casi contestati. Un’accusa lanciata sui media può non avere fondamento ma nuocere fatalmente al giocatore oggetto di roumors, senza che ci sia stata la formulazione di un’ accusa formale e senza alcuna formulazione di una sentenza degli organi ufficiali. In qualunque tipo di giustizia si ha diritto alla difesa e poi ad un appello: quando però non esiste nessuna sentenza ufficiale automaticamente si toglie all’accusato anche il diritto di appello.

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Laura Camponeschi

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