La NBU (Nordic Bridge Union) ha pubblicato oggi una lettera aperta sul cheating online, indirizzata alla WBF (World Bridge Federation), alla EBL (European Bridge League) ed a tutte le altre organizzazioni zonali ed alle federazioni nazionali.
A beneficio dei nostri lettori, offriamo qua una nostra traduzione. Il testo originale è consultabile qui »
La pandemia ha colpito il bridge. Per prima cosa ha reso impossibile in tutto il mondo viaggiare per giocare campionati e tornei coi nostri buoni amici; ha anche colpito le finanze delle federazioni nazionali, ma abbiamo la speranza di combattere contro tutto questo. Nel bridge siamo fortunati perché è possibile giocare online quando incontrarci di persona non è più possibile. Ma la pandemia sta minacciando proprio il gioco; non perché quest’anno non ci potremo incontrare, e non per l’indebolimento finanziario delle nostre federazioni e delle organizzazioni zonali, ma perché il cheating che si sta diffondendo nei tornei online è così ampio, e così contro lo spirito del gioco che minaccia la sua stessa esistenza.
Il 20 luglio scorso La WBF ha pubblicato una dichiarazione sul caso di Michal Nowozadski, dichiarando che le competizioni di bridge online organizzate da gruppi privati non hanno alcuna relazione con la WBF e la sua organizzazione. La WBF ha sostenuto inoltre che questo genere di comportamento è aberrante e inaccettabile: causa grave danno al bridge e minaccia la sua credibilità. La WBF ha aggiunto di avere il pieno sostegno dei giocatori e che il Comitato delle Credenziali della WBF prenderà in considerazione questi casi, ove ricadessero nella sua giurisdizione.
La EBL fa un passo in più nella sua dichiarazione, dicendo che prenderà in considerazione azioni contro gli imbrogli anche se la trasgressione occorresse al di fuori della sua immediata giurisdizione. Queste dichiarazioni furono fatte durante l’estate. Adesso siamo a novembre, e cos’è avvenuto? Noi siamo dell’opinione che, se non agiamo adesso contro il cheating, ci avviamo sulla via per cui il gioco perderà la sua legittimità. Dal momento che le organizzazioni non prendono posizione, i giocatori hanno cercato e cercano di risolvere il problema per proprio conto: si formano gruppi privati anti-cheating ed i dossier vengono presentati sui forum di bridge. Noi abbiamo paura che anche al bridge accada quello che abbiamo visto in altri sport ovvero che si formino nuove organizzazioni con l’obiettivo di prendere il controllo. Per esempio, questo l’abbiamo visto negli scacchi, nelle freccette e nel pugilato. È anche un problema che organizzazioni private accusino e “provino” la colpevolezza di giocatori da loro sospettati senza che il caso arrivi mai ad un organo ufficiale. Questo minaccia sia la sicurezza data dalle leggi sia la credibilità delle organizzazioni di bridge. Le accuse contro Giorgio Duboin dimostrano che le organizzazioni devono affrontare questi problemi.
Noi crediamo che sia tempo che le organizzazioni di bridge cambino passo e prendano ulteriori decisioni. A dettare le linee guida dovrebbe la WBF in stretta cooperazione con le organizzazioni zonali. Noi pensiamo che sia giunto il momento di organizzare un seminario internazionale sul cheating dove vengano invitati esperti in statistica, giocatori di alto livello, IT, esperti in legge e in altri campi che potrebbero essere utili. Abbiamo bisogno di una via chiara e precisa per catturare gli imbroglioni, esaminarli e condannarli. Potremmo anche chiedere alla WBF, EBL e altre organizzazioni zonali che diano risposte e si impegnino sia per il presente (passato), sia per il futuro:
Casi presenti (passati):
– Esortiamo la WBF e le organizzazioni zonali a fare una chiara asserzione sul problema giurisdizionale che stanno affrontando.
– La WBF e le organizzazioni zonali avvieranno ad un proprio esame delle prove che si è detto che esistano per 30 e più casi? E diranno qualcosa sulla loro affidabilità, anche se un verdetto formale non potrà essere emesso (probabilmente a causa della giurisdizione)?
– Se l’esame delle prove dovessero suggerire con chiarezza che sono stati usati mezzi illeciti, la WBF e le organizzazioni zonali pubblicheranno i nomi?
Il futuro:
– Esortiamo la WBF e le organizzazioni zonali a stabilire un calendario vincolante per le modifiche degli statuti e delle loro leggi. Questo valga sia per il cheating online sia per l’uso di metodi statistici come prova (questa è in parte la ragione per cui l’ultimo caso portato davanti al CAS è stato perso).
– La WBF e le organizzazioni zonali metteranno a punto i differenti metodi per individuare il cheating (analisi manuali e statistiche e prove elettroniche)?
– Verranno fatte richieste alle piattaforme online che offrono il gioco alle varie organizzazioni per ottenere la giurisdizione? Riteniamo che tutti gli organizzatori di tornei online dovrebbero avere la possibilità di far ricadere il loro torneo sotto la giurisdizione degli organismi ufficiali e che i partecipanti debbano accettare tale giurisdizione.
– Non dovrebbe esserci una propria giurisdizione online sotto la WBF, con reciprocità per tutte le NBO? Se così fosse, ci sarebbero da risolvere questioni di ordine pratico, economico e legale.
– Che mandato è stato affidato al Comitato di Investigazione WBF recentemente creato? E quando saranno impegnati a gestire i casi?
– Dare un ulteriore annuncio sulle linee guida per le sanzioni nei vari casi di cheating.
– Avere piena trasparenza e pubblicare tutti gli atti decisi contro i casi di cheating.
Noi esortiamo tutte le NBO a dare il loro sostegno a questa lettera mediante pubblicazione su proprio sito e inviandoci un avviso che la sosterranno. Noi faremo una lista di tutte le NBO che lo sosterranno. Questa lettera verrà pubblicata anche nel sito bridgewinners.com (se l’ accettaranno), dove molte delle accuse sono state avanzate.
Firmato da
Martin Löfgren, presidente della Federazione Svedese
Nis Rasmussen, presidente della Federazione Danese
Kari-Anne Opsal, presidente della Federazione Norvegese
Pasi Kuokkanen, presidente della Federazione Finlandese
Jafet Ólafsson, presidente della Federazione Islandese
Arne Mikkelsen, presidente della Federazione delle Isole Faroer
24 novembre 2020
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