John Carruthers: Delitti e Castighi

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ibpa logoI crimini capitali, cioè quelli per cui è prevista la pena di morte, nella maggior parte delle nazioni sono di due tipi: crimini contro lo stato (es. tradimento), e crimini contro la persona (es. assassinio). Una terza categoria di crimini, quelli contro la proprietà, generalmente non sono considerati crimini capitali. Alcuni paesi, come la Norvegia, hanno introdotto un massimo di durata per la reclusione (21 anni), con l’obiettivo di reintegrare il condannato nella società, riconoscendo che la propensione al crimine diminuisce nettamente con l’età e la maturazione. Altre non hanno questo genere di sensibilità, come la Thailandia, che ha recentemente inflitto una sentenza di 142.000 anni a una persona condannata per 16.000 falsificazioni nei conti aziendali.

I crimini bridgistici sono tipicamente di tre tipi. Parlando in generale, e in ordine crescente di serietà, questi sono comportamento in violazione dell’etica (come trarre vantaggio da un’esitazione), barare da solo (come guardare i risultati di mani non giocate), e la collusione (col compagno di coppia o di squadra), per farsi segnali illegali. La collusione è il nostro reato capitale e dovrebbe essere trattato come tale. Ripetuti imbrogli di questo tipo sono il nostro equivalente dell’assassino seriale nella società. Perciò, la collusione dovrebbe essere trattata come l’odioso reato che è, e non, come è vista ora, come una scocciatura minore che vorremmo veder sparire. È necessario che la disonestà sia eliminate dal gioco.

La collusione indica un particolare atteggiamento mentale che deve essere sradicato se il bridge deve essere e rimanere pulito. È stupefacente che certe sentenze per disonesti condannati siano state di tre, quattro o cinque anni, e ‒ ciò che consiste di non più che uno schiaffetto sulla mano ‒ alle coppie condannate sia proibito di fare coppia. Immaginiamo assassini seriali come  Kenneth Bianchi e suo cugino Angelo Buono (gli “Strangolatori di Hillside”), venire condannati a cinque anni di prigione per i loro  15 assassini, e, dopo il rilascio, venir loro proibito di fare affari insieme. Che punizione!

Recentemente un ex campione del mondo mi ha confidato, spero paradossalmente, che avrebbe voluto aver iniziato ad imbrogliare nei suoi primi anni. “Avrei potuto fare milioni”, ha detto, “e che importa se mi beccavano in video? Cinque anni dopo ero di nuovo qui”. Questo viene da una persona nella sessantina di etica fin qui impeccabile. Questo richiede una pausa di riflessione. È questo il genere di ambiente che vorremmo incoraggiare e sviluppare? Un ambiente in cui una coppia può pesare il pro e il contro della collusione e giungere alla conclusione che gli conviene imbrogliare? Perché quella è la conseguenza delle sentenze leggere che ora vengono comminate. Gli imbroglioni sono i nostri sociopatici e devono essere trattati come tali. Loro distinguono il giusto dall’ ingiusto, il problema è solo che non hanno coscienza, e che il loro soddisfacimento deve essere ottenuto quale che sia il costo per gli altri. È necessario che siano banditi, non coccolati. Una condanna a 21 anni è sufficiente, non c’è bisogno di 142.000 anni. Come la Norvegia, noi siamo civilizzati, dopo tutto.

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John Carruthers

(Edizione italiana a cura di Neapolitan Club)

International Bridge Press Association (IBPA). Bollettino n. 617 – giugno 2016

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