I quesiti di Silvio Sbarigia (n.25) – Quando la preda diventa cacciatore

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Silvio Sbarigia Silvio Sbarigia è romano, farmacista. E’ stato campione d’Europa nel 1975 con il mitico Blue Team; secondo nel 1974 e secondo alle Olimpiadi del 1976. Ci propone dei quesiti che inducono alla riflessione. Il quesito di oggi si intitola: “Quando la preda diventa cacciatore”.  Questa mano è stata veramente giocata, ma il lettore colto riconoscerà in essa uno dei giochi di sicurezza descritti da Roger Trezel nel primo volume dei suoi “Quaderni del Bridge” (1970 Mursia).

Qualche volta le carte importanti suggeriscono un piano di gioco così ovvio che lo eseguiamo immediatamente, per scoprire – per scoprire dopo – che la corretta lettura di tutte le carte avrebbe raccomandato qualcosa di diverso.

Contratto: 4♠. Ovest attacca con asso di cuori e prosegue con re e piccola. Est risponde

 

Morto

♠A843

1092

Q65

♣KQ5

 

Dichiarante

♠KJ92

QJ3

AK2

♣A43

 

Il Piano: ci sono tre prese a quadri e tre a fiori, e una a cuori, già incassata; il rimanente è materia di come muovere il colore di picche evitando di perdere due prese nel caso di Q-10 quarti.

Chi ha letto il libro sa cosa fare, ma chi non l’ha letto ha ancora una possibilità di mantenere il contratto se porrà il problema nella giusta forma: non “come catturare la donna”, bensì “come evitare che la donna catturi il nostro fante”.

Anzitutto bisogna notare la piccola forchetta A-8 al morto; quindi occorre una mossa anti-istintiva: iniziare battendo il re, cioè distruggendo quella che sembra una forchetta essenziale; ma bisogna ricordare che K-J è trappola per la donna, non riparo per il fante, e noi stiamo cercando di salvare il secondo, non di catturare la prima. Dopo il re, si gioca piccola verso A-8, coprendo il 10 o la donna, oppure facendo l’impasse. Se Ovest scarta, tiriamo l’asso e giochiamo piccola verso J-9 e attraverso Q-10 di Est.

Si dice spesso che il Bridge è un gioco d’intelligenza; questo luogo comune è anche vero, ma altrettanto fuorviante. Un giocatore intelligente può risolvere il problema di questa mano in meno di un minuto, ma non può risolvere tutti i problemi di ogni mano, se non ha mai studiato, nel breve tempo di cui dispone per concluderle. Bridge, Matematica, Filosofia, ogni applicazione intellettuale è materia di conoscenza prima che d’intelligenza; l’intelligenza senza conoscenza è come una nave con grandi eliche ma motore modesto.

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30/12/2012

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