Fisher & Schwartz: il parere di Inon Liran

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march 8Il giorno 8 di marzo si è tenuta  la seconda udienza pubblica della Commissione Etica (SEC – Special Ethics Committee), istituita dalla Federazione Israeliana per esaminare le accuse di comportamento scorretto a carico di Lotan Fisher e Ron Schwartz.

Durante questa udienza è stata discussa la ‘board theory’, ovvero l’accusa di trasmissione di informazioni non autorizzate mediante il posizionamento del board.

Tra i documenti della difesa, è stata presentato il parere di Inon Liran:

Parere

Mi chiamo Inon Liran, ho una laurea in ingegneria informatica, conseguita nel 2002 presso l’Università di Coventry, lavoro in questo settore e sono specializzato in analisi dati (commercial intelligence). Vista la mia formazione e il lavoro che svolgo, conosco la statistica e la probabilità. Gioco a bridge nella squadra israeliana dal 1996, ho partecipato a molte competizioni e ho vinto medaglie nella squadra junior, sono un grandmaster internazionale, campione del mondo a coppie (2014) e ho vinto il bronzo nei campionati transnazionali 2015.

Il 25 agosto 2015 ho letto nei media e su internet le accuse contro Lotan Fisher e Ron Schwartz, che conosco come giocatori di bridge da anni. Ho giocato con loro in passato nella stessa squadra e Fisher mi ha messo in contatto con la squadra con cui ho giocato gli ultimi National. Non ho legami personali o commerciali di alcun tipo con loro, a parte la comune frequentazione del mondo del bridge.

Le dichiarazioni pubblicate mi hanno preoccupato. Ho contattato Fisher e Schwartz, dato che ci conosciamo, per controllare la validità delle accuse. Prima di esaminare i documenti (principalmente il documento conosciuto come “Israeli Doctors” e un articolo di Kit Woolsey), ho chiesto a Fisher e Schwartz di darmi informazioni sul loro sistema e l’ho studiato.

Vorrei aggiungere che nell’attuale linciaggio mediatico è difficile rimanere obiettivi su questo argomento. So che ci sono molti che la pensano come me ma non se la sentono di esprimere la loro opinione. So che, da un punto di vista di opinione pubblica, la pubblicazione del mio parere non mi aiuta. Alcuni degli autori dei documenti mandati alla Commissione (Special Ethics Committe) sono tra i miei migliori amici. Ciononostante, il mondo del bridge è piccolo e sono convinto che a questo punto sto pagando un caro prezzo per le mie azioni e la mia scelta di apparire di fronte alla Commissione.

Ho esaminato le accuse senza preconcetti, come uno scenziato che cerca di provare la validità di un’ipotesi. Sono andato alla ricerca di cio’ che potesse confermare o confutare l’ipotesi, costruendo un database di evidenze fattuali.

Dopo aver letto i documenti sui colpi di tosse, mi sono reso conto che non c’era molta sostanza. In molti casi ho notato che il comportamento di Fisher era diverso da quello che il ‘codice’ avrebbe previsto. Ho concluso che l’accusa di imbroglio non è coerente con i dati. Quindi mi sono dedicato alla ‘teoria dei board’, che da subito mi è sembrata più seria.

Ho esaminato meticolosamente le 37 mani sotto inchiesta (Ungheria, Olanda, Monaco e Norvegia).

Le mie conclusioni:

Anche essendo generosi e favorevoli nei confronti dell’accusa sulla posizione dei board, ho trovato al massimo 16 mani che confermano la teoria, circa il 43%. Questo è molto meno del numero necessario per determinare che c’è regolarità’ (sistematicità). Inoltre, in 5 casi chi avrebbe ricevuto l’informazione non ha seguito il segnale, e questo indebolisce ulteriormente l’idea che ci sia un codice.

Anche essendo severi contro Fisher e Schwartz, ho trovato al massimo 12 mani che contraddicono le accuse, il 32%. Questa è una percentuale molto alta di evidenza contraddittoria, e questo è sufficiente a cancellare ogni sospetto di imbroglio. Ogni giocatore sa che il successo di una coppia dipende dalla loro abilità di usare un sistema di licita coerente. L’assenza di regolarità, anche in percentuali basse, e a maggior ragione in un terzo dei casi, cancella la possibilità di fidarsi delle licite del compagno e porta la coppia al fallimento. La stessa logica vale, in una certa misura, per un codice illegale.

In 7 mani, l’attacco è stato veloce, l’attaccante non ha aspettato il segnale, ma se avesse avuto un sistema avrebbe aspettato il segnale (per aiutarsi durante la difesa) e solo dopo avrebbe attaccato.

Le due mani rimanenti non sono chiare e non vi faccio riferimento.

Secondo la mia opinione professionale di giocatore ed esperto di statistica, a questo punto non si può dire che ci sia un codice nel modo in cui i board sono posizionati. La mia conclusione è che l’accusa che ci sia un ‘codice nella posizione dei board’ è infondata.

Ma questo non era abbastanza per me, e ho fatto ulteriori controlli. Alcuni hanno sostenuto che il segnale ha influenzato il gioco, e cioè che il segnale ha portato ad un attacco non naturale. Ho controllato molte mani e non ho trovato nessun esempio per corroborare questa accusa.

Inoltre, ho controllato molti esempi in cui il segnale era cruciale per la persona che doveva attaccare, in quattro mani. Tuttavia, in nessuna di queste mani l’attaccante ha scelto la carta suggerita dal segnale.

Questi fatti contraddicono le accuse. Non c’è logica in un sistema sofisticato di segnali che non porta vantaggi ai giocatori, e che, anche quando fosse a disposizione e sarebbe utile, non viene seguito.

Ciononostante, questo non era sufficiente per me, e quindi ho esteso l’ambito della mia ricerca ad altri tornei, non solo quelli menzionati dalle accuse. Ho esaminato tornei nei campionati polacchi ed altri. Queste gare sono molto importanti per la carrier di Fisher e Schwartz e quindi sono rilevanti per testare le accuse. Ho controllato se fosse riscontrabile una regolarità nella posizione dei board, ma non ho trovato niente.

I fatti esaminati mostrano che le accuse di imbroglio presentate da Kit Woolsey e altri contro Fisher e Schwartz sono infondate e non indicano che abbiano imbrogliato. I dati mostrano che Fisher e Schwartz non hanno creato un codice usando la posizione dei board.

Inon Liran 

 

 

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Altri documenti presentati dalla difesa (inglese)»

Intervista a Inon Liran »

 

 

 

 

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