Duboin: Il Tribunale di Torino ha accolto il ricorso contro il CAT

Il 28/12/2020 il Tribunale di Torino ha emesso l’ordinanza relativa al ricorso cautelare da me proposto nei confronti del C.A.T.

Il tribunale ha accolto il mio ricorso ed ha ordinato ai resistenti di cessare di diffondere informazioni e/o commenti volti a far intendere che io sia stato e/o sarò in futuro escluso dalla partecipazione dei tornei di bridge on line per avere tenuto una condotta di gioco anti-sportiva, sconveniente, fraudolenta; e ha anche condannato i resistenti al pagamento delle spese legali.

Sono molto felice perché il provvedimento è molto accurato e approfondito nell’analizzare la vicenda che ha riguardato me e gli altri giocatori che il C.A.T. ha “consigliato” di escludere.

In particolare l’ordinanza chiarisce che il C.A.T. e i suoi membri non avevano il diritto di accusarmi pubblicamente senza darmi possibilità di difesa, senza darmi accesso agli elementi sui quali basavano le loro accuse (i dati analizzati) e quindi di replicare. In sostanza non avevano il diritto di danneggiare la mia reputazione senza prove.

Sono stato vittima di un’ingiustizia e il danno che ho subito, non potrà essere ripagato ma quest’ordinanza riafferma un principio fondamentale: è inaccettabile che qualcuno venga accusato pubblicamente di cose che non ha fatto.

Quello che è successo quest’anno non dovrà accadere mai più, non sappiamo ancora quando si ritornerà a pieno regime al bridge reale, ma il bridge online deve ancora maturare per essere un’alternativa credibile, rimanendo un divertimento. La WBF ha indicato la via con il nuovo regolamento ma credo che dovranno essere i giocatori stessi a decidere che cosa vogliono. Non sarebbe meglio giocare con le webcam, sì per sicurezza, ma soprattutto per poter vedere, parlare e socializzare con gli altri? Non sarebbe meglio che ognuno si impegnasse a rispettare le regole per autocoscienza e non per paura del grande fratello e dei tribunali dell’inquisizione? Non sarebbe meglio se al tavolo virtuale ci fosse lo stesso (o anche più) fair play di quello al tavolo reale? Non sarebbe meglio potersi complimentare con gli avversari per un bel colpo anziché sparlare dietro di loro? Spero che nel 2021 qualcuno riesca ad organizzare eventi con tali presupposti per cominciare una nuova epoca. Basta! Riprendiamoci il nostro meraviglioso sport! Non lasciamo che la cultura del sospetto rovini il nostro divertimento, non diamo potere assoluto a chi non ha nessun diritto legale d’arrogarselo, lasciamo che gli organi ufficiali si occupino di processi e sanzioni nel rispetto dei diritti delle persone.

Ricordiamoci che il “Bridge” (il ponte) non divide, ma unisce le persone: è sempre stato così con quello giocato al tavolo, e se quello online non riuscirà a farlo, non sarà mai vero “Bridge”.

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Giorgio Duboin

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