Campionati Italiani Open 2015: Il Grand Coup di Norberto Bocchi

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Norberto BocchiC’è un importante libro di Alfonso Giannuzzi del 1941: “Il Gioco di Compressione nel Bridge” (ma questo articolo non parla di compressione). Nelle prime pagine l’autore spiega che vi sono sei tecniche per realizzare prese nel gioco da dichiarante; tre di base e tre avanzate. Le tre di base sono l’impasse, il taglio e l’affrancamento dei semi a lato (“di base” non è affatto sinonimo di “facile”, ma questa è un’altra storia).

Le tre tecniche avanzate sono la compressione, l’eliminazione e la rimessa in mano, e il Grand Coup. L’ultima nominata, il Grand Coup, è rara ed è ritenuta la più difficile da vedere e realizzare.

Norberto Bocchi l’ha vista e realizzata stamattina nell’ultimo turno del Campionato Italiano a Squadre Open 2015, da lui vinto con la squadra Lavazza-Allegra; giocava con Madala e contro Colarossi-Severini della squadra Pacini di Pisa. (Round 9/9 – board 12)

La mano:

2015 IOTM a

 

Severini ha attaccato ♠Q, presa dall’asso del morto, quindi ♣K vinto da Est, che è tornato picche per il re del morto. Adesso Bocchi ha giocato ancora picche per il taglio e ha giocato la donna di fiori, scoprendo la sfortunata divisione delle atout. Sfortunata ma non disperata; c’è un modo per prendere il dieci di atout, ed è di arrivare ad un finale di sole atout e la presa al morto, eseguendo un impasse automatico di taglio. Questo è il finale che Bocchi si è raffigurato:

2015 IOTC b

 

Contiamo: Bocchi era partito con sette atout; Colarossi con quattro, perciò per arrivare a questo finale Bocchi doveva accorciarsi tre volte di taglio. Egli allora aveva bisogno di quattro rientri al morto: tre per tagliare e uno per raggiungere la posizione finale con la presa dalla parte giusta.

Primo ingresso: la seconda picche giocata da Severini dopo che aveva preso con l’asso di fiori. Primo taglio: la terza picche dal morto. Bocchi quindi ha giocato la donna di fiori, scoprendo la divisione 4-1; ha scoperto le sue carte esponendo il suo piano e ha reclamato il contratto. La mano termina così, e decine di angolisti protestano contro la povera vugrapher che aveva invece -giustamente!- segnato contratto mantenuto (invece di -1, come pensava la platea). Noi continuiamo l’analisi.

Secondo ingresso: il re di cuori (non quadri!). Adesso bisogna giocare anche l’asso di cuori e scartare una quadri; la quadri è vincente, ma il Dichiarante deve solo pensare ad accorciarsi.

Secondo taglio: il terzo giro di cuori.

Terzo ingresso: asso di quadri. Terzo taglio: un’altra cuori. Notiamo che anche questa cuori è vincente, e questa è la seconda vincente buttata via dal Dichiarante; ecco perché il Grand Coup è così chiamato: nella sua marcia verso la parità delle atout ogni ricchezza può essere gettata salvo gli ingressi.

Quarto ingresso: re di quadri, e arriviamo al finale a due carte col morto in presa. Da notare che se Est avesse attaccato quadri o vi fosse tornato avrebbe forzato il Dichiarante ad usare precocemente un ingresso, battendo il contratto.

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Paolo Enrico Garrisi

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