Alfredo Versace: una medaglia per Maria Teresa

Conoscevo Maria Teresa fin da ragazzino perché passavamo parecchie serate estive insieme con i suoi figli Giuseppe e Francesca (noi eravamo bambini) al ristorante in collina di mia zia Marisa, oppure a casa loro in montagna dove venivo invitato per le vacanze estive. Quando cominciai a giocare a bridge Italo Santia notò il mio talento e  volle seguirmi dandomi consigli ed insegnandomi le cose più importanti a partire dal comportamento al tavolo e fuori. Avevo solo 15 anni quando decisero, Maria Teresa ed Italo Santia, di portarmi a fare il campionato italiano: vincemmo il titolo con Belladonna Garozzo e Guermani.  All’inizio nutrivo un certo timore nei suoi confronti, poi mano a mano che crescevo si è sviluppato un bellissimo rapporto tra noi.

Tanti successi nella squadra Lavazza seguiti poi dai successi della nazionale. Maria Teresa era una che vinceva e che ti spronava a dare il meglio di te, era un leader. Un giorno decisi di passare alla squadra Angelini perché volevo stare a Roma vicino ai miei figli e viaggiare di meno, forse per una serie di motivi validi ma non sufficienti per lasciare di punto in bianco la sua squadra e per passare all’avversario… Mi perdonò pure questa… La sua generosità era incredibile.

Il nostro successo più bello? I mondiali a Estoril dove indovinò insieme ad Ortensi tutte le formazioni scegliendo addirittura di schierare nel turno decisivo della finale (l’ultimo contro gli Stati Uniti) la coppia più giovane (Fantoni – Nunes). O forse l’europeo ad Ostenda dove Maria Teresa volle schierare a tutti i costi un ragazzo argentino ingaggiato dal team Lavazza che da un po’ viveva in Italia: una decisione molto impopolare che si rivelò azzeccata. Vincemmo proprio grazie a lui e Norberto.e tutti quelli che l ‘avevano aspramente criticata non  parlarono più. Oggi questo ragazzo è considerato il giocatore più forte del mondo e per quanto mi riguarda lo è: Agustin Madala.  Ma lei era proprio così: Maria Teresa vinceva, scopriva scopriva i talenti e li rendeva campioni.

Da oggi saremo più soli, tutto il bridge italiano e mondiale sentirà la sua mancanza. Ora però coltivo un sogno: quello di dedicarle la Medaglia (magari l’oro) ai prossimi campionati insieme a Massimo Ortensi: il suo scudiero, il suo braccio destro, il suo coach.

Alfredo

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(foto di Elisabeth van Ettinger)

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