Affaire Fantunes: Paolo Garrisi risponde a Fabrizio Catarsi

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Riepiloghiamo l’antefatto. La signora Maria Teresa Lavazza, selezionatrice della nazionale di Bridge, ha diramato in un bollettino i sei nomi per il campionato europeo open che si disputerà ad Ostenda in giugno. Fulvio Fantoni e Claudio Nunes, che qualcuno considera la coppia più forte del mondo, non erano in elenco; i loro tifosi hanno protestato; molti, non necessariamente tifosi, hanno scritto alla Federazione per chiedere ragione della scelta.

 Il pisano Fabrizio Catarsi prende posizione e difende la coppia Bocchi-Madala: è valida e matura.

D’accordo, ma il dubbio è se valgono la coppia Fantoni-Nunes, primo e terzo in classifica mondiale.

 Catarsi poi attacca Fantoni e Nunes: se sono stati esclusi loro, un motivo ci sarà, e tocca a loro spiegarlo.

Rispondo: è ovvio che ci sia un motivo se qualcuno viene escluso da qualcosa; mi sembra bizzarro, però, pretendere che siano gli esclusi a dare spiegazioni.

 Infine, il Pisano difende il diritto della signora Lavazza, la selezionatrice della nazionale, a non dar conto delle sue scelte al pubblico, i “curiosoni” ci definisce.

Questa mi sembra una singolare applicazione del principio d’eguaglianza: la Selezionatrice tace per diritto; noi – i curiosoni – dobbiamo fare altrettanto per obbligo; uguali non nei diritti e nei doveri, ma nello stare tutti zitti. M’è venuto il dubbio che sia una provocazione del Vernacoliere, il settimanale satirico livornese che bersaglia i pisani di tremendi sfottò: gli ho mandato l’articolo, attendo chiarimenti da loro.

 Ora parliamo di Bridge: per capire cosa sta succedendo in questi giorni, è necessario sapere un po’ della sua storia.

Per quasi vent’anni, dal 1957 al 1975, il Blue Team ha dominato il mondo, vincendo tredici delle quindici Bermuda Bowl e tre olimpiadi su quattro. Nel 1970 e nel 1971 l’Italia non presentò i suoi giganti; tornarono, e rivinsero, nel ’73 e nel ’75. Alla fine degli anni Sessanta un miliardario texano, Ira Corn, aveva creato e finanziato una squadra: gli Assi di Dallas vinsero nei due anni di assenza dei nostri grandi, ma fu solo nel 1976 che gli americani prevalsero nel confronto con i leggendari Belladonna, Garozzo, Forquet. Sull’evento del 1976, leggiamo dal libro “Bermuda Bowl best deals”, di Henry Francis e Brian Senior:

 “Così finì il ventennale regno del Blue Team italiano. Per la prima volta nella storia, il Blue Team fu sconfitto in una Bermuda Bowl. Fu un glorioso momento per la squadra americana e per i suoi fan…”

 L’Italia non vinceva più, ma rimase almeno competitiva fino al 1983, poi scomparve dalla scena mondiale. Ritornò ad essere protagonista solo nella prima metà degli anni ’90; nel 2005, finalmente dopo trent’anni, rivinse la Bermuda Bowl.

 Il ritorno alla vittoria è stato merito di due persone: gli industriali Maria Teresa Lavazza – caffè – e Francesco Angelini – farmaceutici – che finanziando le loro squadre, come Ira Corn finanziò la sua americana, hanno permesso ai nostri talenti di crescere e riprendere il cammino interrotto.

 Maria Teresa Lavazza vuole che l’Italia sia forte, vuole che vinca. Se vince, il suo nome echeggerà insieme a quello del Blue Team; se l’Italia perde, perde anche lei, e insieme a lei perdono Angelini e tutti gli altri, curiosoni compresi.

 Non c’è il minimo dubbio, perciò, che la sua scelta sia stata esclusivamente tecnica, e aggiungo: non è detto che la squadra più forte sia necessariamente quella che allinea le tre coppie più forti. Detto questo, invito la signora Lavazza a far valere un suo diritto sicuramente incontestabile: quello di parlare direttamente al pubblico.

 

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6 Replies to “Affaire Fantunes: Paolo Garrisi risponde a Fabrizio Catarsi”

  1. Per precisazione:
    nessun attacco a Nunes Fantoni che ripeto hanno la mia stima ed una grande ammirazione;
    nessuna presa di posizione a favore dell’uno o dell’altro, ho solo chiarito un mio pensiero;
    non bisogna zittirci … anzi!!! ma nemmeno blaterare!!!
    consiglierei di leggere meglio l’intervento e magari coglierne il senso critico;
    non ho invitato gli esclusi ma semmai tutti quelli che vogliono aggiungere qualcosa, ivi compreso sotituti e selezionatori.
    Spero di essere stato più chiaro!!!

  2. Ma siamo proprio italiani, eh ? E’ una caratteristica genetica la nostra, nel calcio, nel bridge, insomma in qualsiasi cosa ci buttiamo, riteniamo di essere “pregni di sapere” nonchè “proprietari della verità asooluta”. Quanti, quando hanno visto i convocati di Lippi per il Sudafrica hanno storto la bocca, pensando che Cassano o Miccoli erano meritevoli 100 volte più dei convocati ? Io sono tra quelli, ovviamente, ma nei rari momenti di lucidità mi accorgo di sbagliare. Non sono pagato per fare quelle scelte, faccio altro nella vita, e quindi mi accorgo che alla fine ragioniamo da tifosi e basta. Sono amico di Fulvio e Claudio che conosco dai primi anni ’80, a Roma, mentre conosco molto meno Norberto e ancora meno il suo p, Madala. E quindi ? Questo vuol dire che la sig.ra Lavazza è in errore ? E chi lo dice ? I miei migliori amici sono a Roma, ci ho parlato durante i campionati a Salso, e ho avuto la sensazione che parlassero col cuore più che con la mente. Forse, l’ambito della protesta va inteso come più ampio, coinvolgendo, ripeto il forse, l’attuale federazione, e queste convocazioni potrebbero essere state il trigger, l’impulso, a farla partire. Ma devo dirgli che nel resto d’Italia e specialmente qui al nord lo schieramento pro Fantunes non è così serrato e granitico come pensano a Roma e dintorni. Quindi trovo sbagliati concettualmente tutti i processi che si fanno “a priori”. L’essere amico di Fulvio & Claudio non mi impedirà di tifare al massimo per la mia Italia, anche se avessero convocato al loro posto 6 principianti o 6 allievi corso fiori. E questo, quando commenterò in vugraph i nostri incontri trapelerà… oh se trapelerà (prendendomi i cazziatoni di Roland Wald :)). Quanto ad eventuali dissidi tra loro 2 ed un’altra coppia della squadra… embè ? Ecchisenefrega ? 1) Sono cose loro. 2) Sono tutti adulti e vaccinati ed in grado di gestire ‘ste situazioni. 3) Ci possono essere cose, storie, motivi, che noi non conosciamo. 4) E’ odioso, oltrechè insensato, esprimere opinioni sulla base del “sentito dire”.
    Infine, sono arciconvinto che i Fantunes saranno in prima fila a fare il tifo per la LORO nazionale, squadra a cui hanno dato e a cui daranno tutta la loro professionalità, capacità, ed il loro amore per questo splendido gioco.

  3. Vorrei dire che a prescindere dal valore bridgistico della coppia o dei singoli il potere decisionale è inequivocabile: non vedo il motivo di prendersela con lo sponsor e coacht del team. Se i bridgisti sono cosi scandalizzati si rivolgessero alla Federazione e facessero una colletta cosi vivono tutti felici e contenti. L’ Italia è fatta di persone che dicono ARMIAMOCI E PARTITE: rimarranno tutti pettegolezzi di paese.

  4. Non son pregno di sapere, non c’è nessun errore da parte di nessuno: si può però chiedere perchè, o si fa reato di lesa maestà? Io sono un tifoso di Bocchi e, pur essendo favorevole alle scelte del CT, voglio capire e sono curioso.

  5. Mi é stato riferito , relata refero , che i Fantunes a Shanghai non avrebbero dato il massimo in quanto sarebbero stati interessati ai campionati transnational per la cui partecipazione avrebbero ricevuto una ricca sponsorizzazione. Questo sarebbe stato l’episodio scatenante che avrebbe , tra l’altro ma non solo, partorito l’esclusione della coppia dai recenti Europei.
    Non sono assolutamente in grado di verificare se il fatto corrisponda a verità e francamente ne dubito.
    E’ possibile che, tra i vostri lettori , ci siano persone piu’ informate di me che potrebbero confermare / negare la fondatezza di quanto riferitomi.
    G.A.Castiglioni

  6. Riferisce Gianantonio Castiglioni che alla Bermuda Bowl del 2007, a Shangai, Fantoni e Nunes non avrebbero dato il massimo perché più interessati al campionato del mondo transnazionale. “Relata refero”, dice: riferisco cose dette da altri.
    Non amo le citazioni in latino: talvolta sono eleganti, ma qualcuno potrebbe non capirle – me per primo, che ho studiato latino solo nella scuola media inferiore – e sono spesso usate fuori contesto. Per esempio in questo caso: il senso della frase è “non pigliatevela con me, che mi limito a riferire”. È ragionevole, però, se è citata la fonte: se la fonte è anonima, se il “relatore” è sconosciuto, i Romani se la pigliavano giustamente col referente. (E altrettanto si usa oggidì, a Roma e ovunque.)

    Ora studiamo il caso; occorrono calendario ed orologio.
    La Bermuda Bowl del 2007 inizia il ventinove settembre. L’otto di ottobre, alle sei del pomeriggio, terminano i quarti di finale: l’Italia è eliminata dal Sudafrica. Due ore dopo, alle otto, inizia il Transnational World Team Championship. Si tratta di un campionato del mondo per squadre libere, ha questo formato: quindici turni con movimento svizzero; le prime otto si affronteranno poi ad eliminazione diretta. Il giorno dopo, nove ottobre, alle 10:30 inizia il terzo turno del Transnational: nella squadra di Zimmermann esordiscono Fantoni e Nunes; battono l’India 63-3; sono trascorse sedici ore dal momento della sconfitta nella Bermuda Bowl. La squadra di Zimmermann poi vincerà il titolo, in finale batterà la Russia; il contributo degli italiani sarà decisivo, ma onore anche ai loro compagni: Pierre Zimmermann, sponsor della squadra; Michael e Thomas Bessis; Frank Multon.

    Stabilito ciò, rileggiamo la frase di Castiglioni: “Mi è stato detto, relata refero, che i Fantunes a Shangai non avrebbero dato il massimo in quanto sarebbero stati interessati ai campionati transnational per la cui partecipazione avrebbero ricevuto una ricca sponsorizzazione”.

    L’affermazione è insensata, con vizio di anacronismo: il quarto di finale col Sudafrica è stato giocato prima dell’inizio del Transnational. Nulla impediva a Fulvio Fantoni e Claudio Nunes di dare il massimo nell’incontro, e infatti tanto hanno dato, a Shangai come altrove.

    Et de hoc satis (traduzione: e tanto basti!).

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