Veldhoven, Olanda, 15 ottobre 2011: inizia la Sfida Romantica

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La Sfida Romantica. Ci sono buone ragioni per chiamare così la Bermuda Bowl, ma prima occorre un cenno agli altri due eventi. Nella D’Orsi’s Seniors Bowl gli Italiani sono Baroni-Mariani, Caviezel-Cedolin, e Mosca-Vivaldi, ma bisogna dire che i favoriti parlano polacco: Kowalski-Jacek, Klukowski-Markowicz, e Lasocki-Russyan. I migliori auguri ai nostri e alla squadra più forte, Polonia, Italia o qualsiasi altra essa sia.

Nella Venice Cup ogni pronostico ha grandi possibilità di essere completamente sbagliato: ci sono molte squadre più o meno della stessa forza: Cina, Francia, Germania, Olanda, e ambedue le americane; per non dir nulla di Svezia ed Inghilterra, la cui vittoria sarebbe meno probabile ma niente affatto sorprendente. Sorprendente, al contrario, sarebbe il successo italiano; ma il realismo non ha mai trattenuto un cuore italiano dal battere sulla stessa cadenza dell’Inno di Mameli: avanti, Gabriella e Gianna; avanti, Cristina e Simonetta; avanti, Annalisa e Marilina: avanti verso la vetta!

Usa2, Germania, e Francia hanno la coppia più forte, rispettivamente Levin-Meyers, Auken-Von Arnim, e Bessis-D’Ovidio. Catherine Saul D’Ovidio è oggi forse la più forte del mondo.

Tra le tedesche gioca Cristina Giampietro, una campionessa molto giovane figlia di italiani residenti in Germania. La compagna di Cristina è Beathe Nehmert, chiamata “Pony” per via dei capelli a coda di cavallo.

La Sfida Romantica ebbe inizio alle Isole Bermuda: là gli Usa nel 1950 batterono Inghilterra, Svezia, e Islanda. Il più forte giocatore dell’epoca mancò lo storico evento: Oswald Jacoby avrebbe dovuto giocare, ma rinunciò per arruolarsi volontario nella guerra di Corea appena scoppiata. Jacoby già due volte aveva lasciato le carte sul tavolo per correre ad arruolarsi: il 7 dicembre 1940 (attacco a Pearl Harbour), e nel 1915 (mentendo sull’età: aveva solo quindici anni).

Un anno dopo gli Usa andarono a Napoli, surclassando a casa sua l’Italia e i suoi nuovi sistemi – ancora in evoluzione – basati su due idee prettamente americane: il Fiori Forte di Vanderbilt e l’Approach Forcing di Culbertson. L’Italia vendicò l’umiliazione nel 1957, a New York, dando il via ad un’impressionante serie di successi e, soprattutto, iniziando la tradizione delle grandi battaglie Italia-Usa, sempre caratterizzate da grande fair play… beh, “sempre” forse è eccessivo.

Le due Nazioni hanno vinto trenta delle trentanove edizioni, 16-14 per gli Usa. Molti riportano 18-14, ma due edizioni furono vinte dal North America, squadra formata da giocatori canadesi e americani.

Nell’imminente Bermuda Bowl ci sono tre grandi squadre: Italia (Lauria-Versace, Bocchi-Madala, Duboin-Sementa); Usa1 Fleisher (Fleisher-Kamil, Levin-Weinstein, Stansby-Martel), Usa2 Bathurst (Grue-Lall, Hurd-Wooldridge, Zagorin-Bathurst). Alcuni sottovalutano Usa2, ma è comprensibile: la squadra è formata da giocatori giovani i cui nomi ancora non echeggiano abbastanza da imporre il dovuto rispetto.

L’Italia è una squadra nuova: ci sono due nuovi giocatori, Antonio Sementa e Agustin Madala, e ci sono due nuove coppie. Una delle vecchie coppie si è sciolta (Bocchi-Duboin); Norberto Bocchi oggi gioca con Agustin Madala e Giorgio Duboin con Antonio Sementa; Fulvio Fantoni e Claudio Nunes sono stati estromessi. Il primo test per la nuova squadra è stato agli europei di Ostenda, in aprile 2010; hanno vinto, come ci si aspettava, ma non col passo usuale, e non c’erano i campioni del mondo della Norvegia. Negli ultimi diciotto mesi, tuttavia, ambedue le nuove coppie sono cresciute e Agustin Madala si è rivelato un grande campione, tanto che non è previsione così azzardata dire che la coppia Bocchi-Madala può divenire la più forte di tutti i tempi.

Vediamo adesso come, dalla formula del torneo, è possibile trarre alcune deduzioni sul vincitore. Nella Bermuda Bowl si giocherà un girone italiano; le otto migliori si incontreranno poi ad eliminazione diretta. Nei quarti di finale, le prime quattro squadre avranno il diritto di scegliere le avversarie; essendo Usa1, Usa2, e Italia le favorite, almeno due dovrebbero essere nel quartetto di testa, e ovviamente non si sceglieranno tra loro. Così, perché una outsider possa vincere il titolo dovrà battersi con almeno due delle tre favorite. Se ciò avverrà, vorrà dire che la vincitrice non era una outsider ma una forte squadra sottovalutata dai pronosticatori.

Ora: quante probabilità di vittoria hanno le tre favourite e la sconosciuta outsider? Le quote attuali sono 2:1 per l’Italia (33%), 4:1 per Usa1 (20%), e 10:1 per Usa2 (9%, esageratamente bassa). Alcuni tifosi dicono che l’Italia è all’80% (esageratamente alta, ma il realismo non ha mai trattenuto un cuore italiano… eccetera). Siccome ci sono tre favorite – troppe per le speranze di una outsider: non potrà avere la fortuna al suo fianco per così tante mani – può essere realisticamente detto che le tre favorite tutte insieme hanno il 90% (diciamo 40 all’Italia e 25 ad ognuna delle squadre Usa), e che tutte le altre insieme non hanno più del 10%, cioè esiste il 10% di probabilità che una squadra forte sia stata sottovalutata.

Paolo Enrico Garrisi

(14 Ottobre 2011)

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