Un campione per amico (intervista a Giulio Bongiovanni)

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Ciao Giulio, vorrei cominciare la nostra chiacchierata ricordando il tuo palmarès: mi vuoi raccontare qualcosa della tua attività agonistica? Be’ come sai sono il capitano della squadra Miroglio di Alba. Miroglio è lo sponsor con cui gioco da quasi un ventennio. E’ nato uno splendido sodalizio con gli amici Polacchi grazie alla mediazione di Italo Santià, professionista che giocava con il team Lavazza, oggi purtroppo scomparso e che mi ha insegnato a giocare a bridge.

Quando decidemmo di metter su una squadra più competitiva mi rivolsi proprio a lui il quale mi ha fatto conoscere Apek Kowalski. Oggi ho con Apek rapporti di amicizia vera oltre che interessi strettamente bridgistici: abbiamo costruito una squadra che, con un po’ fortuna, ha raggiunto risultati sulla carta forse impensabili. Abbiamo vinto tanto: Venezia, Milano, Montecarlo e soprattutto il bronzo al Primo Europeo di Menton nell’open e poi siamo arrivati in finale a Tenerife dove abbiamo vinto l’argento perdendo con la nazionale Olandese. Ultimamente a Sanremo nel 2009, siccome siamo nel frattempo invecchiati un po’, abbiamo garaggiato nella categoria Senior e lì, con Buratti e Comella, la nostra squadra italo-polacca ha vinto, e con molto vantaggio la medaglia d’oro.

Oltre che con Kowalski tu giochi spesso con Jacek Romanski.

Si certo, con Jacek abbiamo fatto delle buone prestazioni, ad esempio a Tenerife siamo finiti in finale giocando contro i più forti giocatori del mondo. Poi abbiamo fatto il mondiale a Verona dove siamo stati per due terzi del torneo quarti, poi purtroppo io ho avuto un incidente e mi son dovuto ritirare. Mi son preso una polmonite da aria condizionata e ho dovuto lasciare il tavolo per l’ospedale!

Hai comunque un palmarès di tutto rispetto, che ti vale su BBO l’onore della stella. Ricordiamo che la stella BBO viene assegnata a quei giocatori che hanno rappresentato l’Italia in competizioni internazionali. Tuttavia tu su BBO non ami giocare con la tua ‘divisa’ ufficiale stellata: utilizzi un secondo curioso nickname “cecia”,che poi era il nickname della tua ex-moglie.

Ho fatto un account su BBO come “bgiulio” e per mia moglie avevo creato il nickname “cecia” che però lei non ha mai usato. Per cui ho cominciato ad usarlo io e ora gli amici mi riconoscono come “cecia”.

Oramai lo sanno tutti però chi si nasconde dietro a cecia…

Non tutti, pensa che qualcuno mi dice ancora “brava” LOL

Perchè sei così riluttante a giocare con la stella?

La stella indica una categoria, è una cosa virtuale. Quello che conta nel Bridge e riuscire a giocare sempre al proprio livello, e ciò non è facile.

Con il nick di cecia io ti ho conosciuto su BBO e ti ho mandato un invito ad una delle serate speciali organizzate da RadioBridgeindiretta insieme a Rosalba Carbonetti, direttrice dei tornei BBO del lunedì sera e presidente del club “Amici del Bridge online”. Era la serata dedicata a Norberto Bocchi, uno dei grandi campioni che ha sempre mostrato grande disponibilità e simpatia per le nostre iniziative. Tu hai subito accettato, conoscendo poi la nostra radio e soprattutto Rosalba: sei divenatato così socio del nostro club. Oggi partecipi regolarmente ai nostri tornei e anche ai raduni. Che esperienza è stata per te?

Mi ha incuriosito subito l’iniziativa e soprattutto Rosalba che poi ho avuto il piacere di conoscere personalemente: una persona veramente squisita e appassionata in quello che fa, davvero mitica. Io lavoro tutto il giorno e la sera mi piace passare qualche ora in spensieratezza ed allegria su BBO: mi aveva incuriosito questo bel gruppo di persone che si ritrovavano su BBO per giocare e le loro simpatiche iniziative. Fra l’altro c’era nel gruppo un mio amico, “bennix”, che mi raccontava dei raduni e di altre iniziative. Ho deciso così di andare anche io ad un raduno e sono stato davvero molto contento di averlo fatto: ho conosciuto delle persone simpatiche e mi sono molto divertito, ma soprattutto spero di aver dato anche io al gruppo tutta la mia disponibilità. E’ chiaro che il bridge agonistico è un’altra cosa, però… sono stato davvero contento di esserci andato perchè ho trovato delle persone interessanti.

Come tu sai il motto del club è: “gli amici di Rosalba che giocano ANCHE a bridge”. Il suo scopo è quello di fare del bridge un occasione di socializzazione e scambio culturale. Mi sembra che tu abbia colto e fatto proprio lo spirito del Club. Attraverso le nostre iniziative noi vogliamo anche avvicinare i Campioni ovvero i giocatori agonisti al pubblico e viceversa. Nei nostri tornei i giocatori amatoriali hanno così l’occasione di giocare e confrontarsi con grandi professionisti come te.

Certamente credo sia interessante per gli amatori confrontarsi con i professionisti e poi devo dirti che mi piace molto la radio, la trovo molto divertente. Giocare a bridge su BBO può essere esageratamente virtuale: la radio è un’iniziativa simpatica perchè è una cosa ‘viva’ e per questo più interessante.

Tu sei davvero una persona molto socievole, ti piace mischiarti fra le gente e sei sempre aperto all’amicizia e alle nuove conoscenze. A differenza di qualche agonista che si incontra su BBO tu  non fai mai pesare il tuo curriculum da professionista e rifuggi da atteggiamenti snobistici.

Ritengo che uno che gioca bene a bridge non abbia più diritti degli altri: anzi direi che ha più doveri. Bisogna anche partire dal presupposto che se non ci fossero i giocatori medi o ‘deboli’ non avrebbe senso che ci fossero quelli ‘forti’. Ridurremmo il bridge a una ventina di persone che giocano tra loro. Invece questa marea di giocatori sono il bello del gioco e sono quelli a cui si deve più rispetto.

Senz’altro esiste il bridge agonistico: ci sono gli sponsor e ci sono quelli che il bridge lo praticano come professione. Però c’è anche un aspetto ludico e socializzante del bridge. Entrambi questi aspetti devono convivere nel nostro sport.

Certamente, questo deve essere il Vangelo di chi gioca a bridge.

Nell’intervista che ci ha recentemente rilasciato Fantoni dice:

“Pur facendo di professione il bridgista e profondendo nella mia attività agonistica il massimo del mio impegno ritengo doveroso anche dedicarsi nella promulgazione del bridge a tutti i livelli e in tutte le sue forme e quindi non necessariamente agonistiche anzi soprattutto ludiche e socializzanti e formative.”

Fantoni in effetti partecipa e sempre con incredibile entusiasmo alle nostre iniziative, si adopera altresì con ogni mezzo per fare del bridge uno sport ‘popolare’. Condividi le sue parole?

Fulvio, è un mito, non ce ne sono due. Secondo me Fulvio è quello che maggiormente ha capito come ci si deve comportare. Certamente condivido il suo pensiero. Conosco Fulvio e posso dirti che anche in competizione è una persona affabile e non approfitta mai della sua posizione. Non faccio fatica a credere che partecipi tanto volentieri alle iniziative nelle quali tu e Rosalba lo coinvolgete.

Un altro campione che è spesso presente ai nostri tornei è il tuo grande partner, Apek Kowalsky. Mi chiedo se Apek che è straniero capisca bene l’italiano e abbia colto lo spirito del nostro gruppo.

Se non capisse l’italiano sarebbe morto! Sono vent’anni infatti che gli parlo in Italiano: ti garantisco che lo ha imparato molto bene! Ha capito perfettamente lo spirito delle vostre iniziative: infatti come me è al tavolo molto ‘condiscendente’. Chiaramente Apek ed io quando giochiamo i tornei di Rosalba lo facciamo con spirito di amicizia e con divertimento, non certo per vincere.

Già, però poi vincete molto spesso…

Be’ ma noi siamo comunque una coppia che gioca insieme nell’agonismo e abbiamo un sistema abbastanza preciso e rodato. Per cui siamo molto avvantaggiati anche nel controgioco: conosciamo i segnali e difficilmente regaliamo le rpese. Abbiamo dei vantaggi tecnici sugli altri giocatori amatoriali e quindi è abbastanza normale che realizziamo percentuali dal 70% in su.

Che sistema giocate?

Un naturale quinta nobile con parecchie convenzioni.

Quali sono i tuoi impegni attuali come agonista?

A giorni vado a Salsomaggiore a fare il misto a coppie con la Tamburelli.

Allora in bocca al lupo a te e a Rosa, la tua bravissima compagna!

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Laura Camponeschi

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