Memorizzare a Bridge (8): ” Il numero 13″

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Paolo Enrico Garrisi 03Due settimane fa ho iniziato un corso di bridge nel Circolo Cittadino di Ascoli Piceno. I miei tre allievi, Cinzia, Giampaolo e Valentina non sapevano nulla del gioco, era veramente la loro prima volta al tavolo. Ho distribuito le carte, scoprendo l’ultima, e ho iniziato a spiegare il Whist, rimarcando la necessità di osservare attentamente e ricordare ogni carta. Più tardi, a casa, ho ricevuto un’email da uno di loro, Giampaolo; scriveva a proposito del ricordarsi le carte e mi chiedeva:
…Ci sono tecniche per sviluppare la memoria specifica?… Si può fare una selezione finalizzata a ricordare solo quello che è maggiormente utile?
A mio giudizio la domanda di Giampaolo verteva su una delle chiavi principali del pensare a bridge, e meritava molte risposte, non una sola; perciò l’ho inoltrata ad altri. Ecco le risposte di Hanan Sher, Carol SimonCarl Hudecek.

 

Hanan Sher 01Hanan Sher  Ho giocato a bridge per ben oltre cinquant’anni, così a quest’ora ricordare le carte è ormai una seconda natura per me (meno, naturalmente, il naturale declino della memoria negli anni) Ma io penso che per me il trucco, se ce n’è uno, implica il concentrarsi nel colore o nei colori che ritengo importanti, cercando di farmi il quadro dal momento in cui vedo il morto e ricordando solo quello che è necessario. Ricordarsi le percentuali statistiche di distribuzione delle mani ovviamente non è un grosso problema, certamente non rispetto al ricordarsi le cartine. In altre parole, ricorda quello che sarà importante e non sciupare energia sul resto.

 

carolCarol Simon – Memorizzare le mani di bridge diventa più facile con molta pratica ed esperienza. All’inizio, quando stavo appena imparando il gioco, mi accorsi che ricordavo le carte come presa e nell’ordine di gioco, cioè quattro carte alla volta, e l’ordine in cui le prese venivano giocate. Questo per me era più facile che tentare di ricostruire la mano di ciascuno. Inoltre dopo la partita di bridge al club c’era sempre qualcuno che prolungava la serata uscendo a mangiare qualcosa. Ci raccoglievamo intorno al tavolo e discutevamo approfonditamente di ogni mano dal punto di vista di ciascuno. Siccome c’erano molti esperti nel gruppo, io ebbi una meravigliosa opportunità d’imparare alcune delle tecniche più importanti dai migliori giocatori di New York di quel tempo. [Ho chiesto a Carol di più su quegli anni e quelle persone. Lei era ancora adolescente, tra i sessanta e i settanta; le persone erano Paul Heitner, John Lowenthal, Karen Allison, John Solidar, Alan Sontag, e molti altri.]

 

Carl 02Carl Hudecek  – a) La cosa più importante da memorizzare in una mano, che sia giocata come dichiarante o in difesa, è la DISTRIBUZIONE dei vari colori. Questo implica le permutazioni del numero 13, che è il numero di carte nel colore, e il numero di carte detenuto dal giocatore all’inizio.

b) Di minore importanza è ogni tecnica specifica per ricordare QUALI carte sono state giocate e QUALI CARTE ALTE rimangono ad ogni momento della mano. Tecniche speciali o metodologie per ricordare QUALI carte sono state giocate non sono necessarie dal momento che abbiamo nel cervello un quadro visivo delle carte alte che sono uscite. Così il resto del mio commento si riferirà al Punto a).

Se avete a fiori AKxxx e xx, voi sapete che mancano sei carte (13 meno le sette che avete tra mano e morto). Così vi ricordate “sei fiori fuori”. Se state giocando a NT, il miglior modo d’iniziare è di piccola, concedendo la presa alla difesa. Il vostro cervello dice: “spero che il colore sia 3-3”. Quando riprendete la mano in un altro colore, e giocate l’asso di fiori e tutti rispondono, voi vi ricordate “sei erano fuori inizialmente, ora sono due” Quando giocate il re di fiori e tutti rispondono, il vostro cervello dice “le mie fiori restanti sono buone”.

Se a fiori avete AKxxx e xxx, voi sapete che ne mancano cinque (13 meno le otto tra mano e morto). Così voi ricordate “cinque sono fuori – speriamo siano 3-2”. Di nuovo, giocando a NT, il modo migliore d’iniziare è una piccola fiori. Quando tornate in mano in un altro colore, e giocate l’asso e tutti rispondono, voi ricordate: “le fiori ERANO 3-2 e le mie fiori rimanenti sono buone”. Non è necessario incassare immediatamente le fiori buone, giacché avete ancora una cartina di comunicazione al morto per il vostro re.

Voi dovete anche contare la distribuzione degli avversari per aiutarvi nel gioco o nella difesa. Se state difendendo contro un contratto a picche e inizialmente avevate xxx nel colore e il morto ha Kxxx, e il dichiarante gioca l’asso di picche, il compagno risponde, quindi prosegue con la donna sulla quale il compagno non risponde più, voi pensate: “ero partito con tre picche, il morto ne aveva quattro, il compagno una, così il dichiarante all’inizio ne aveva cinque”. Voi adesso fate il calcolo mentale “5-4-3-1” che fa 13, e questo è uno dei gruppi di numeri che fanno 13 che voi dovreste avere nei vostri banchi di memoria. Gli altri sono 5332, 4432, 4333, 4441. 5422, 5530 5440 6421 6322 6511.

Tornando alla riflessione sulla situazione a picche descritta nel paragrafo sopra, avete scoperto che il dichiarante all’inizio aveva cinque picche, quindi aveva iniziato con 13-5 = 8 carte negli altri colori, un fatto di cui terrete conto.

Suggerisco un esercizio pratico distribuendo un solo colore in vari modi, come AJxxx e xxxx, e andando a cercare le possibili distribuzioni degli avversari basate sul numero 13. Qui vedete che le possibilità sono 2-2, 3-1, o 4-0, e voi saprete dopo due giri qual era.

Il numero 13 è la chiave del conto.

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Memorizzare a Bridge – Una rubrica di Paolo Enrico Garrisi

Parte VIII. “Il Numero 13”

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