Macau Cavendish – Atto secondo

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John Carruthers è uno dei più noti giocatori canadesi ed è altrettanto famoso come giornalista e scrittore di bridge. Attualmente dirige il Bollettino IBPA (Associazione Stampa Internazionale di Bridge). Sull’ultimo numero del Bollettino, riservato ai membri IBPA, fra le altre cose John ha trattato del Cavendish Invitational, e Neapolitan Club ha già pubblicato integralmente l‘articolo. Laura Camponeschi, co-fondatrice di Neapolitan Club, gli ha poi scritto alcune considerazioni in merito. Ne è nata una discussione interessante, e John e Laura hanno deciso di rendere pubblico il loro carteggio privato; pubblichiamo perciò uno stralcio dell’email di Laura Camponeschi – sul Cavendish – e la risposta di John Carruthers.

Laura Camponeschi – Caro John, il tuo editoriale è come sempre molto interessante ed ho voluto subito pubblicarlo su Neapolitan Club.  Sul Cavendish: Dopo il successo dell’edizione monegasca del 2012, Jean-Charles Allavena, Presidente della Federazione Monegasca di Bridge, ha annunciato che la WBP non organizzerà il Cavendish a Las Vegas il prossimo anno e che, pertanto, il Principato sarà lieto di ospitare nuovamente la prestigiosa manifestazione.

Adoro il tuo sense of humor e penso che l’idea di un Macau Cavendish sia fantastica. Mi sorge, a questo punto,  una domanda. Nel mio immaginario il Cavendish è una sorta di tradizione, un po’ come le lenticchie di Capodanno in Italia o il tacchino del Giorno del Ringraziamento in America. Voglio dire che è un torneo tipicamente americano, per la sua formula e la sua singolare asta. Tutte le precedenti edizioni del Cavendish sono state giocate durante il week-end della Festa della Mamma che viene celebrata in America, come in Italia, nella seconda settimana di maggio.

Ora vedo che viene cambiata la sede di gioco, la data ed anche  la formula del torneo. Non sono così stupida da sottovalutare le ragioni econimiche ma mi chiedo perchè continuano a chiamarlo “Cavendish”?  Vi sono nel mondo molti altri tornei ad invito e con asta: tutti quanti meritano dunque di chiamarsi “Cavendish”?

La risposta di Carruthers – Ciao Laura, grazie per i gentili commenti. Il Cavendish prende il nome dal circolo dall’omonimo bridge club di New York City. E’ stato deciso di spostarlo da New York a Las Vegas alcuni anni fa a causa dei regolamenti in materia di scommesse, dato che in Nevada le leggi sono su questa materia più semplici rispetto allo Stato di New York. E’ uno di quei casi in cui un marchio o nome proprio nell’uso diviene un nome generico (Coca-Cola, Kleenex in America, Hoover in GB, ecc.) Così, come quando il torneo venne spostato a Las Vegas, è stato mantenuto il nome (Cavendish) a cui è stato aggiunto il luogo di svolgimento del torneo (Principato di Monaco).

Sono nati altri tornei come questo e hanno cominciato a usare ‘Cavendish’ come un nome generico per identificare il tipo di evento. L’evento non può ritenersi tipicamente americano come se fosse l’unico di questo tipo.  (Edizioni minori, che io sappia, sono state organizzate India, in Inghilterra e in Canada e senza dubbio ve ne son altre.)

A mio avviso, il torneo a coppie in IMP è l’evento più in balia della fortuna. Facciamo l’esempio del torneo in match point [cioè in quello che in Italia chiamiamo mitchell, MP, in contrapposizione all’evento a squadre dove si usa l’IMP]. Uno zero incide al massimo per il 4 per cento del nostro risultato di una sessione (una mano su 24-26), mentre un risultato cattivo in IMP, confrontato con tutto il campo, può costare anche il 25 per cento. Due slam da 12-13 IMP in più o in meno sono grosse sventole; in un incontro a squadre ci sono sempre i nostri compagni che ci salvano, ma nel “campo” nessuno ci salverà.

Tuttavia, a smentirmi c’è il fatto che Stevie Weinstein ha vinto il Cavendish a coppie 7 volte con 2 diversi partner ed ha raggiunto il secondo posto una volta con un terzo partner. Chiaramente Weinstein fa qualcosa meglio degli altri in questo gioco ed  anche un giocatore vincente di poker: forse è più semplicemente un grande giocatore d’azzardo.

Sono molto sorpreso che la WBP non organizzerà di nuovo l’evento a Las Vegas. Forse Bob Hamman e la sua compagnia sono solo un po’ stufi. Ci vuole un grande sforzo per organizzare un evento del genere, e ho il sospetto che le ragioni non siano economiche, ma logistiche. L’evento si finanzia praticamente da solo dato che una quota delle aste è destinata all’organizzazione del torneo stesso.

Il Cavendish sarebbe perfetto per i Cinesi, visto il loro crescente interesse per il bridge e in particolare la loro passione per il gioco d’azzardo. Macau sarebbe perfetta. Una rotazione Las Vegas-Macau-Montecarlo sarebbe fantastica.

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10/11/2012

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