L’insegnamento del Bridge: il modello inglese

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Nei giorni scorsi Neapolitan Club ha pubblicato i programmi elettorali di due dei Candidati alla Presidenza della Federazione Italiana. Fa piacere vedere che entrambi abbiano a cuore l’insegnamento perché solo attraverso un insegnamento di qualità si può dare futuro a questo gioco. Il Regno Unito è diviso dal punto di vista bridgistico. La qualifica qui descritta viene offerta dalla English Bridge Union (EBU), quindi non può essere presa in Scozia, Galles, o Irlanda, anche se è aperta a tutti, non solo agli Inglesi “purosangue”.

Il primo passo per chi vuole diventare insegnante, in Inghilterra, è seguire un corso di due giorni in cui vengono presentate varie tecniche di insegnamento, ed in cui gli studenti si cimentano con simulazioni di lezioni. Seguire questo corso dà una prima piccola qualifica.

Per diventare “insegnante qualificato”, il neo insegnante deve superare un esame per verificare non solo la competenza bridgistica (conoscenze nel campo della licita, l’attacco, la difesa, il gioco della carta), ma anche le abilità di insegnante (come rispondere a ipotetiche domande degli allievi).

Quando l’insegnante abbia fatto abbastanza esperienza sul campo (dopo circa due anni di insegnamento a studenti di tutti i livelli), può fare un altro esame, simile al primo nella struttura, ma più difficile, e se anche questo esame viene superato, diventa insegnante professionale.

Per quanto riguarda la struttura di questi corsi, non hanno niente di speciale o migliore rispetto ai corsi della FIGB. Ma la grande differenza rispetto all’Italia è che una volta che l’insegnante supera il primo esame, gli viene data una password per accedere ad una sezione riservata del sito della EBU che contiene centinaia di mani già commentate, divise per argomento e ordinate per livello di difficoltà (in formato .pdf o .doc, quindi modificabile). Non solo. Il sito contiene queste mani anche in formato .dlm, il che vuol dire che l’insegnante che dispone di un Duplimate nel suo club, o di un HandyDup personale (un duplimate manuale di recente invenzione, venduto dalla Jannersten), può smazzare le mani, dimezzando i tempi di preparazione. Questo sito viene continuamente aggiornato con nuove mani e altri materiali (schemi riassuntivi, tabelle, programmi di corsi e lezioni), e tutti gli insegnanti posso condividere i loro materiali attraverso il signor John Pain che gestisce il sito. Ad esempio, se un insegnante scrive uno schema su come scegliere la carta d’attacco, lo può mandare a John Pain che lo condivide sul sito, da cui altri insegnanti lo possono scaricare.

Inoltre la EBU pubblica due libri, “Beginning bridge” e “Continuing bridge”, ciascuno dei due accompagnato da un libro contenente mani di esercizio sugli argomenti trattati nel manuale. Una copia di ciascun volume viene data gratis a tutti gli insegnanti, che sono incoraggiati a seguirne i contenuti e la struttura. A questo si affiancano due newsletter sia in formato cartaceo che via email, Ruffian, che informa gli studenti sui tornei a loro riservati, e Accolade, dedicata ad informare gli insegnanti sulle attività di insegnamento dei mesi successivi (simultanei/weekend/tornei vari per studenti).

Questo sistema ha molti vantaggi: garantisce uniformità su cosa viene insegnato e dimezza i tempi di lavoro per gli insegnanti. Per esempio, prendiamo un insegnante part time, che ha sei corsi a settimana. Per ogni gruppo, se come spesso accade sono a livelli diversi, bisogna scrivere un set di mani apposta, diciamo da sei a otto. Il totale è di circa 36-48 mani che vanno pensate, scritte, commentate, e smazzate. E’ evidente come questo occupi molto tempo. Tuttavia il nostro ipotetico insegnante, grazie ai materiali forniti dalla EBU, non deve scrivere le mani (a meno che non voglia modificarle per qualche motivo), e grazie ai file .dlm può smazzale usando il Duplimate del club dove insegna o un HandyDup se ce l’ha.

Risultato: l’insegnante ha molto più tempo per dedicarsi a ciò che davvero conta, e cioè a strutturare le lezioni, e a concentrarsi su come spiegare gli argomenti, invece che a mettere carte nei boards.

Alcuni club hanno già i loro database di lezioni a cui tutti gli insegnanti di quel club hanno accesso. Tuttavia, a mio parere la Federazione potrebbe creare un database di mani nazionale, sullo stile inglese, al quale tutti gli insegnanti abbiano accesso.

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Laura Cecilia Porro

07/04/2012

Laura Cecilia Porro, nata nel 1986 e cresciuta a Milano, nel 2008 si trasferisce a Dundee (in Scozia) per frequentare un dottorato in Filosofia all’Università di St Andrews. Nel 2007 inizia a giocare a bridge, presso il Bridge Institute di Milano, sotto la guida di Giagio Rinaldi e Franco Di Stefano. Nel 2009 ottiene la prima qualifica di insegnante EBU, e nel 2011 diventa insegnante professionale. Dal 2009 ha tenuto vari corsi nell’Est della Scozia, tra cui anche un corso di bridge per l’Università di St Andrews che conta quasi 40 studenti. A partire da Ottobre 2012 insegnerà presso l’Acol Bridge Club di Londra, gestito da Andrew McIntosh.

 

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