Lavazza vince il Torneo internazionale Città di Milano 2010

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La squadra Lavazza vince il Torneo internazionale a squadre libere ‘Città di Milano’.  Questa la formazione schierata da Maria Teresa Lavazza: Guido Ferraro, Giorgio Duboin, Antonio Sementa, Agustin Madala, Norberto Bocchi. Al secondo posto si piazza la squadra Failla e al terzo la squadra Patanè. Complimenti a tutti!

Tra le più di 100 squadre in gara tanti amici di Neapolitan Club: il ‘nostro’  Gluck (Gianluca Gentili) è arrivato decimo nel girone B. Bravo!

Un aneddoto. Un giocatore per via di un’ incauta postura mostra, senza avvedersene,  le carte all’avversario seduto al proprio fianco. Quest’ ultimo   chiama immediatamente l’arbitro auto-denunciandosi di aver visto, suo malgrado,  le carte del proprio oppositore. Ci fa piacere che il protagonista di tanto fair-play sia il ‘nostro’ Paolo Garrisi.

E se volete  saperne di più sul prestigioso torneo meneghino,  visitate il sito di Michele Leone autore della foto qua pubblicata  (clicca qua)!

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2 Replies to “Lavazza vince il Torneo internazionale Città di Milano 2010”

  1. a proposito di vedere/far vedere le carte agli opps…. in un torneo di Venezia di qualche anno fa un polacco stava giocando un contratto in cui il problema era individuare una Dama avendo a disposizione un impasse bilaterale. Uno degli opps, intuendo qual’era il punto della vicenda, nascose la Dama che era in suo possesso e poi, volontariamente ma come per distrazione, fece vedere le proprie carte all’avversario voltandosi dall’altra parte. Ovviamente il polacco “vide” che quell’avversario non possedeva la carta chiave e si precipitò a giocare l’impasse sull’altro lato … 🙂 La morale è sempre quella… diffidate nel bridge dei regali ricevuti, è un mondo che pullula di gente astutissima eheheh

  2. Nel caso di Milano la storia è andata in modo diverso da come è stata raccontata. L’avversario teneva le sue carte con cura, sotto il tavolo. Sono stato io che sventatamente – cercavo le caramelle nella tasca del cappotto posato sulla sedia a lato! – mi sono chinato e le ho viste. Esporre le carte agli avversari, come nel caso raccontato da Gluck, è una scorrettezza. Una quindicina d’anni fa mi capitò questo caso: il dichiarante doveva decidere sul mio rinvio, se tentare l’impasse o no. Poggiò le carte sul tavolo, di taglio, e cominciò a ponzare. I minuti passavano. Alla fine prese una carta e la mise per prima, inclinando il mazzetto verso la compagna, la quale, stufa e annoiata, scelse anche lei una carta, ma senza scoprirla. L’astuto dichiarante cambiò carta, e anche la mia compagna, arcistufa e più che annoiata, cambiò la sua. A questo punto il furbo sapeva cosa fare, ma lo sapevo pure io: lo invitai a mettere la carta precedente, altrimenti avrei chiamato il direttore. Lui si offese, ma fece quel che doveva.

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