La via italiana ai trials

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Una nuova idea è spuntata nei programmi dei candidati alle elezioni federali: la prossima selezione ai campionato mondiali ed europei dovrà essere fatta per trials – cioè mediante tornei – non più a chiamata. Molti hanno prontamente apprezzato la novità, tuttavia alcune esperienze del passato sconsigliano di correre questo pericolo. Nel 1962 perdemmo nientemeno che Forquet-Garozzo; furono recuperati solo perché il capitano Carl’Alberto Perroux in precedenza si era riservata la facoltà di convocare una coppia. Nel 1970 Perroux si era dimesso, cosicché nessuno salvò l’Italia dal mandare la peggiore squadra mai vista in Bermuda Bowl.

Ma ora siamo nel 2012, un’era nuova in tutti i sensi: con i trial, gli americani hanno trovato una meravigliosa giovane squadra che è arrivata dritta alla finale della Bermuda Bowl 2011, perdendo solo contro l’Olanda che aveva già battuto noi. È evidente allora che dobbiamo dimenticare il passato e guardare avanti: dobbiamo fare i trial; l’unico dubbio è se debbano essere a squadre o a coppie.

A squadre sembra la logica scelta per un evento che si giocherà a squadre: il modo di giocare in duplicato non è lo stesso del mitchell; cambia la licita, cambia il gioco sia da dichiarante sia da difensore, dimodoché una coppia forte in mitchell spesso non lo è in duplicato. Ma c’è un problema.

I trial a squadre verrebbero sicuramente vinti da Lavazza, che è la più forte. Però non ha le tre migliori coppie: Lauria-Versace non sono in quella squadra, né la loro squadra è forte abbastanza da prevalere sull’altra. A causa di ciò, la proposizione “Vogliamo i trial a squadre” in Italia va tradotta come “Non Vogliamo Lauria-Versace”. Questa è la differenza tra Italia ed America: loro hanno giocatori a sufficienza per formare almeno quattro squadre forti; noi abbiamo solo tre grandi coppie, e non sono nella stessa squadra.

Per quanto detto finora, sembra apparentemente necessario fare trial a coppie. Non è lo stesso gioco, ma gli studiosi dicono che nel lungo tempo statisticamente tutto andrà nel dovuto verso. Forse questo è vero, ma occorre una verifica. Supponiamo che ognuna delle tre coppie più forti abbia il 75 per cento di entrare in uno dei primi tre posti di questa selezione a coppie; è una valutazione ottimistica, ma per amore di semplicità sia quella la probabilità. Allora la probabilità che tutt’e tre le coppie entrino nei primi tre posti sarà del 42 per cento; i numeri portano perciò ad un fatto indiscutibile: con trial a coppie, l’Italia avrebbe vinto poco più di un terzo di quanto ha vinto.

Né a coppie né a squadre sembra perciò essere la via degli “Italian Trials”. E adesso? Dobbiamo accettare che una grande nazione come l’Italia, piena di bellezze naturali ed artistiche – pensate alla montagna del Gran Paradiso, alla Cappella Sistina, a Piazza del Popolo di Ascoli Piceno – non debba essere in grado di organizzare trial?

Per fortuna, Neapolitan Club ha trovato la soluzione. È in due fasi: nella prima, Maria Teresa Lavazza riunisce tre coppie secondo la sua valutazione; nella successiva, un’altra squadra la sfiderà. La vincitrice andrà ai campionati; la perdente pagherà la trasferta.

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Paolo Enrico Garrisi

01/07/2012

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5 Replies to “La via italiana ai trials”

  1. Sinceramente è un ragionamente con molte pecche…L’italia avrebbe vinto 1/3 di quanto ha vinto” Praticamente si sta dicendo che senza fare le selezioni c’era il 100% di identificare la squadra più forte :\ Perchè invece magari non pensiamo che senza le selezioni magari molte volte si sono portate coppie meno forti e meno in forma, quindi dire che con le selezioni c’è il 42% di probabilità di portare la squadra più forte, bisognerebbe pensare quant’è questa probabilità senza fare le selezioni, siete sicuri che il giudizio di una persona non porti a probabilità più basse? L’unico problema è che si è deciso di fare le selezioni per squadre e non per coppie, e sinceramente secondo me non ha il minimo senso.

  2. Da un punto di vista pratico secondo me Paolo ha ragione: una selezione a squadre terrebbe forzatamente fuori Lauria-Versace o un’altra delle due coppie regine.
    Il punto e’ : ce lo possiamo permettere? E non riesco a capire come in chiave di elezioni questa scelta debba essere cosi’ prioritaria. C’e’ qualcuno che si sente escluso o tiranneggiato dalla situazione attuale? Io credo proprio di no.
    Temo che Paolo abbia ragione anche per le sue apparentemente bizzarre percentuali. Poi io credo che se gli USA non avessero MAI fatto selezioni,noi avremmo in bacheca qualche BermudaBowl in meno.

  3. anzi,ho detto una sciocchezza : o Lauria-Versace fuori,o Duboin-Sementa e Bocchi-Madala.
    Mi pare sempre di piu’ una pazzia.

  4. Penso siamo tutti d’accordo che al momento ci sarebbe quindi ben poco da selezionare ma….. le leggi devono essere fatte per essere eque in ogni occasione, non soltanto in momenti contingenti, e quindi a mio avviso le selezioni sono necessarie proprio per evitare in futuro il ripetersi di quanto è accaduto: che per motivi diversi le nostre migliori coppie siano escluse per decisioni che con il bridge giocato non hanno nulla a che fare.
    A mio avviso poi si continua a non voler ammettere che il Bridge è un gioco di coppia e non di squadra.
    Facendo le selezioni a squadre, come giustamente osservato, potrebbe passare una squadra forte in cui gioca lo sponsor ed essere eliminata una squadra meno forte ma dove è presente una fortissima coppia.
    La controindicazione di una selezione a coppie, rappresentata dal fatto che il gioco differisce, con portata non del tutto da trascurare, rispetto a quello del duplicato sarebbe senz’altro superata, in quanto dei giocatori di classe come sono i nostri saprebbero senz’altro calarsi senza troppo sforzo nel gioco a coppie.
    Potrebbe comunque esistere una soluzione che salva capra e cavoli: svolgere le selezioni in due fasi.
    Nella prima verrebbero effettuate delle sessioni a coppie per selezionare le prime 8 coppie, in modo tale che, ragionevolmente, nessuna delle migliori possa essere tagliata fuori per un mero colpo di sfortuna mentre nella seconda fase giocatori sarebbero invece impegnati in un torneo a squadre dove, ad ognuno dei 7 turni, ogni coppia ha per “alleata” una delle restanti coppie, sempre diversa ad ogni turno.
    La classifica finale premierebbe ovviamente le prime tre coppie.

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