La mano perfetta per il contro takeout (2)

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Continua il nostro studio della ‘mano perfetta’ per il contro take-out. Questa volta abbiamo raccolto le riflessioni di Fulvio Fantoni, Giorgio Duboin e Agustin MadalaMichael Lawrence  in “ The complete book on takeout doubles” [1994, Magnus Books, Stamford, Connecticut, p.5] dice che la “mano perfetta” per il contro è la 4441, e che con questa distribuzione bastano 11 punti per intervenire su qualsiasi aperture a livello uno.

 Sud ha aperto 1; in Ovest, Lawrence contra con: ♠A10946 K982 ♣K1094: dieci punti di testa e solidi.

E se avessimo (in zona) : ♠6 A1094 K982 ♣K1094, con l’apertura di 1♠?

Giorgio Duboin: Personalmente io adotto uno stile molto più all’antica. Ovviamente in prima con la tricolore e i dieci punti di testa contro. In zona non mi viene nemmeno in mente! Fino ad un certo limite di punteggio, diciamo, il mio stile è quello di contrare comunque con la distribuzione e i punti. Spesso vengo criticato per esser passato in alcune mani, a volte con una bilanciata e 13 punti non contro perché non ho la distribuzione. E’ evidente che il singolo proprio nel colore dell’avversario può abbassare leggermente il livello del contro. Chiaramente se l’avversario avesse aperto a livello 2, diventerebbe una pazzia dare il contro anche con il singolo.

Quando gli ho sottoposto questa mano, il suo amico Bocchi mi ha risposto: “Non è questione di contare i punti: quelli bravi i punti non li contano ma guardano al tipo di distribuzione. Anche se ci sono pochi punti vedono che ci sono tre teste e la tricolore, dove sta il problema?”.

Deve essere una questione di equilibrio: bisogna sempre cercare di fare la cosa meno pericolosa. A volte la cosa meno pericolosa può essere invece parlare e la cosa più pericolosa lasciare. Il bridge è un gioco di probabilità e come in tutti i giochi di probabilità bisogna rischiare in funzione del premio. Bisogna sempre farsi i conti di quanto conviene. Chiedersi cioè: se mi va male, cosa perdo? E se mi va bene: cosa guadagno? Detto in termini matematici è molto facile e detto così sembra molto banale: è chiaro che però poi solo l’esperienza ti insegna a fare la cosa giusta. A volte non devi contare i punti ma guardare solo la distribuzione. Ma questo più che nelle mani di contro informativo è molto più logico pensarlo nelle mani dove si deve rischiare un intervento, magari a livello di due: se ho una monocolore non intervengo, se ho la 6-4 intervengo perché se non parlo subito probabilmente non sarò più in grado di parlare, ad esempio. Allora è vero che posso andar sotto e pagare 800 dicendo 2 fiori, ma anche vero che potrei guadagnare 300 a 5 fiori e se non parlo subito probabilmente poi non potrò più farlo. E’ sempre una questione di rischio calcolato e di premio corrisposto. Tornando al contro informativo, comunque il punteggio conta: è chiaro che se è una competizione a colore il punteggio non conta niente, ma nel momento in cui io contro magari il mio compagno ha una mano per dire due o tre senza e alla fine lì i punti contano, eh? Un 3NT con 21 punti sulla linea e due bilanciate non si fa.

 
 
 
 
 
 

 

Fulvio Fantoni: Secondo me dipende da diversi fattori, bisogna vedere se siamo in zona o meno, se il compagno è passato o non è passato. E poi dipende se stiamo giocando un torneo a coppie o un torneo a squadre, qual è la strategia o tattica che si sta attuando… Sono veramente tanti i fattori. Con la tricolore e 11 punti, tendenzialmente il contro non c’è dubbio che va dato. Se però il compagno è già passato e siamo in zona non è scontato intervenire. Se invece invertiamo in quella distribuzione di Lawrence le cuori con le picche Chiaramente il discorso cambia, perchè se contri su 1 picche forzi il tuo compagno a parlare a livello di due. Il rischio aumenta: quindi tutti i fattori di cui ti parlavo prima pesano nella decisione di intervenire o meno. Personalmente così, in zona contro prima e a compagno passato, io posso anche decidere di non contrare, anche se logicamente la distribuzione della mano e il possesso di 10 e 9 danno alla mano un valore più forte dei soli punti onore.

 
 
 
 
 
 

 

Agustin Madala: La prima contro e la seconda passo. Per la prima, non tengo in grande considerazione il fattore vulnerabilità. Se ho delle carte che meritano la dichiarazione intervengo. Quando si è in zona, c’e lo stesso rischio tra parlare e non parlare: voglio dire, uno può pagare 800 o può trovare la manche introvabile che vale 600. Ma la mia scelta si basa su altro. Vedo la prima come una mano che può competere fino a 3 picche su 3 cuori, e se lo voglio fare è meglio se intervengo subito. Nella seconda invece, le picche sono un seme di più alto rango, quindi nel caso in cui gli avversari arrivino a 3 picche sono morto, se arrivano a 2 posso ancora contrare. In tutte due le mani c’e bisogno di molto per fare la manche, e preferisco parlare solo nella prima. Sicuramente bisognerebbe fare la stessa cosa sempre, cioè contrare in entrambi i casi ma … io non sono fatto cosi! (ridendo, n.d.r)

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