Italian Open Trials 2014: L’opinione di Silvio Sbarigia

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Silvio Sbarigia Sono inferocito e con me, penso, la maggior parte dei bridgisti italiani. Non trovo parole per definire questo tipo di selezioni che in Italia, per quel che ricordo, non sono mai stai fatte se non in rarissime circostanze. Una selezione, a coppie e non a squadre, avvenne in occasione delle Olimpiadi di Montecarlo del 1976 quando la nazionale era sotto direzione del commissario Salvetti. C’erano già Garozzo – Franco e Belladonna-Forquet:  le selezioni decisero soltanto la terza coppia Mosca-Sbarigia. Ricordo poi la triste vicenda di Stoccolma 1970 quando la nostra nazionale uscita dalle selezioni si qualificò ultima. (1)

Per il resto i nostri commissari tecnici del passato, da Perroux a Salvetti, Mosca fino alla signora Lavazza, nessuno di loro si è mai sognato di avviare questo tipo di selezioni. Avendo già una squadra tra le più forti del mondo, infatti, fare le selezioni sarebbe stata innanzi tutto un’offesa ai giocatori ed in secondo luogo c’era il rischio che per una bizzarra casualità potesse qualificarsi una squadra non adeguata a difendere i colori azzurri in Europa e nel mondo.

Nel caso in cui, come oggi, si abbia una squadra indiscutibilmente fortissima, le selezioni sono impensabili. Bocchi-Madala, Lauria-Versace e Duboin-Sementa hanno vinto l’ultima Bermuda Bowl. La coppia Duboin-Sementa si è sciolta: è questo il problema? Facciano allora le selezioni per la terza coppia come nel 1976, mantenendo inalterato un quartetto di fuoriclasse che il mondo ci invidia.

Le selezioni a squadre sono obbligatorie in una realtà ove non vi siano almeno 4 giocatori di livello chiaramente superiore agli altri (come avviene in molti stati europei), o quando al contrario se ne hanno moltissimi (come avviene in Usa), e la forza di chi vince è pari quella di chi resta fuori.

La realtà italiana è diversa: tra i professionisti di livello mondiale e gli altri c’è un divario evidente.

Ho visto la lista delle squadre iscritte finora (2): una, la squadra Angelini, è di livello internazionale; la squadra di Zaleski è certamente una formazione solida; ci sono quattro o cinque squadre in cui figurano noti giocatori “semi-professionisti” di ottimo livello ingaggiati dagli sponsor; ed, infine, ci sono una quindicina di squadre con giocatori decubertiani, iscritti con la sana voglia di partecipare e divertirsi, e consapevoli di non avere chance per l’obiettivo finale. A loro va tutta la mia simpatia per lo spirito di gioco.

Però da queste selezioni deve uscire fuori la nazionale che ci rappresenterà in Europa e si giocherà la qualificazione ai prossimi mondiali.

La Federazione Italiana ha voluto queste selezioni. Ma la nazionale italiana non è della Federazione, è di tutti i bridgisti italiani, è degli iscritti. E la Federazione ha il dovere di schierare la rappresentativa migliore. Come la si rigiri, la migliore non sarà se manca una delle coppie più forti del mondo: Bocchi-Madala.

La Federazione italiana non è riuscita a trovare un accordo tra i due grandi sponsor Lavazza e Angelini, ma penso che in extremis si possa ancora rimediare. Se vincesse la squadra Angelini, che annovera ben tre campioni del mondo, dovrebbe chiamare Bocchi-Madala in squadra e garantire agli italiani di essere rappresentati dalla squadra migliore. Che per far questo Angelini debba accordarsi con i giocatori ed il loro sponsor principale è affar suo; a me, come a tutti i tifosi, preme che scendano in campo i migliori. Aldilà dell’amicizia che mi lega a Alfredo e Lorenzo, tiferò per la squadra Angelini perchè, vincendo, Angelini è l’unico che avrebbe la forza economica di ingaggiare anche Bocchi-Madala, regalando agli italiani una grande gioia.

La cosa più logica che la Federazione avrebbe dovuto fare era di mantenere il quartetto base Lauria-Versace e Bocchi-Madala, che io reputo le due coppie più forti del mondo, e indire le selezioni per decidere la terza coppia. A quel punto anche Angelini, che non ha mai nascosto il suo desiderio di giocare in nazionale, avrebbe avuto forti chance di vittoria giocando in coppia con Antonio Sementa.

Se rileggiamo il programma elettorale di Medugno (3), è chiaramente detto che le selezioni si fanno per due motivi: uno economico (bambole, non c’è una lira!) ed uno sportivo, ovvero di creare l’occasione perché giocatori giovani o non ancora noti possano emergere.

Sul fatto dei cosiddetti “giovani” il problema è che non si tratta ancora di giocatori professionisti, e contro squadre internazionali di professionisti è ben difficile che possano competere. Lo stesso vale per quelli che io chiamo “semi-professionisti”: ottimi giocatori ma che non trovano nel bridge la loro unica professione, come accade per i giocatori professionisti propriamente detti. Professionista è quello che pratica il bridge come attività esclusiva e s’impegna a tempo pieno nello studio, nell’aggiornamento e nell’allenamento. Per inciso, il bridge ad alti livelli è un’attività impegnativa che richiede studio e lavoro quotidiano. Il giocatore “semi-professionista” viene pagato per la manifestazione in cui partecipa ma non ha contratti annuali come i professionisti, che si dedicano esclusivamente e continuativamente al bridge.

Per quello che riguarda la mancanza di fondi penso che bisognava trovare un accordo con gli sponsor per favorire la nazionale, e comunque si poteva evitare di sovvenzionare la spedizione per i transnazionali di Sanya, e dedicare i fondi disponibili a salvaguardare la nazionale. A Sanya gli sponsor sono liberi di iscrivere la squadra che vogliono; i campionati Europei, invece, sono una competizione nazionale, e soprattutto qualificano per la Bermuda Bowl, la massima competizione a squadre nazionali.

Dirò di più. Il problema sono i soldi? E sia. Si faccia una selezione a squadre, a carico degli sponsor, tra le squadre più forti, Angelini e Lavazza, nelle quali sono affiliati i giocatori indiscutibilmente più forti, e chi vince decide la terza coppia da aggregare. Si sarebbero accollate le spese agli sponsor e si altresì garantita la miglior rappresentativa agli italiani.

Compio quest’anno 50 anni di iscrizione alla Federazione italiana: ne ho viste di tutti i colori, ma una come le selezioni di quest’anno davvero è la più illogica, la più bizzarra e autolesionista che abbia mai visto! Se ne verrà fuori una rappresentativa non competitiva, ovvero se l’Italia non salirà sul podio europeo, questa Federazione avrà l’obbligo morale di dimettersi. E non voglio nemmeno pensare che stiamo rischiando la qualificazione ai prossimi mondiali!

Oltre alla figuraccia in Europa ed al rischio della mancata qualificazione per la Bermuda 2015, c’è un altro serio pericolo nell’aria. Mi riferisco all’ipotesi che Bocchi e Madala decidano di andare a giocare per altre nazioni. Non è un segreto che siano molto corteggiati e che, avendo entrambi passaporto argentino, potrebbero decidere di andare a giocare là. Inoltre, non è detto che qualche facoltoso magnate straniero non voglia emulare il “progetto Zimmermann” e decida di ingaggiare i nostri fuoriclasse per una qualsiasi nazionale europea o americana che sia.

Voglio chiudere il mio intervento con tre note positive. Plaudo all’iniziativa del Club Rosa, ovvero alla selezioni a coppie per la nazionale Women. L’unica cosa che mi lascia perplesso è la sostituzione di Dano De Falco a commissario tecnico. Dano possiede acclarate capacità ed adeguata professionalità in quel ruolo, pertanto la sua sostituzione resta per me inspiegabile. Plaudo ancora all’eccellente lavoro svolto nel settore Girls da Emanuela Capriata. Ed, infine, plaudo a quanto fatto per il nostro bridge da Maria Teresa Lavazza che ha saputo dirigere per tanti anni la nostra nazionale open guidandola a successi che hanno scritto la Storia.

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Silvio Sbarigia

Note

1) Per una ricostruzione della storia delle selezioni in Italia si veda contributo di Paolo Enrico Garrisi: clicca qui >>

2) Elenco squadre iscritte: clicca qui >>

3) Per il programma elettorale di Medugno: clicca qui >>

4) Selezioni Women: clicca qui >>

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