Fabrizio Catarsi interviene sull’Affaire Fantunes

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo integralmente  il contributo inviatoci da Fabrizio Catarsi.  

Con questa mia vorrei intervenire sull’esclusione della coppia Nunes/Fantoni dalla nazionale Italiana portando acqua al mulino del commissario tecnico che aldilà di una possibile parzialità a favore di Bocchi Madala credo che stia cercando valide alternative alle tre coppie istituzionali che negli ultimi anni ci hanno regalato così tante soddisfazioni.

Si percepiscono dagli interventi su questo sito e altrove dei rumors circa la mancanza di comunicazione di una giustificazione ufficiale che il CT avrebbe dovuto fornire a proposito della loro esclusione; consentitemi di dire che non corre l’obbligo di nessuna spiegazione pubblica quanto alle scelte del commissario tecnico, che riguardano solo lui, la squadra e i diretti interessati; a noi “curiosoni” non deve essere data alcuna motivazione di qualsiasi natura possa essere.

Si parla molto di affiatamento di coppia o di resa tecnica oppure di personalità ed esperienza; tralasciando Lauria/Versace e Nunes/Fantoni che sono in assoluto le coppie più collaudate, vorrei far presente a tutti che per raggiungere un ottimo affiatamento di coppia a livelli di vertice servono circa 2-3 anni; Duboin/Sementa e Bocchi/Madala sono coppie formatesi nel 2008 la prima e nel 2009 la seconda e pertanto un certo percorso è già stato realizzato da entrambe, consegnandoci ottimi risultati sia in campo nazionale, sia internazionale.

 Quanto ai singoli giocatori nulla da dire su Duboin e Sementa che già hanno fatto parte della spedizione azzurra; Bocchi è indiscutibilmente un giocatore di livello mondiale mentre Madala è quell’oggetto misterioso (a sentire gli altri) che rappresenta una promessa ma non certo una realtà. A dire il vero vorrei che i lettori ritornassero con la memoria a settembre di 3 anni fa (2007) alla finale del Campionato Societario fra la Squadra Lavazza e quella di Angelini, ma soprattutto agli ultimi due turni in cui Sementa alle prese con un contratto di 3NT, commette una renonce (non significativa) che penalizza però il contratto di una presa di caduta per sanzione arbitrale; bene, l’appena ventenne Agustin Madala, da quel momento in poi, ha assunto un atteggiamento di maturità e personalità tali da far pensare che non fosse solo il ragazzino dalle grandi promesse che aveva preso il bandolo della matassa in mano (sopperendo al nervosismo del compagno) bensì un giocatore navigato con enorme carisma ed esperienza che stava pilotando la sua nave verso il porto di arrivo (tanto per parlare di personalità).

Vogliamo parlare inoltre delle critiche mosse al commissario tecnico (che è anche lo sponsor della squadra Lavazza) sulla presunta mancanza di feeling con la coppia Nunes/Fantoni? L’ipocrisia di noi Italiani su qualsiasi forma di affair è ormai ben nota, – e basta vedere tutto ciò che ci ha circondato fino ad oggi nella vita quotidiana-; fa comodo dire che il CT non ha il feeling giusto con la coppia romana, ma non piace dire invece che in seno alla squadra Angelini ci sono due coppie che mal si sopportano e nemmeno si tollerano, o che c’è un senatore che mal digerisce “l’altra coppia” …. Ciò non si dice ma nemmeno si accenna; eppure è sotto gli occhi di tutti!!! National U.S. A. docet.

La nazionale è la compagine che raccoglie i migliori giocatori italiani; per farla funzionare al meglio occorre quell’armonia di squadra necessaria per affrontare le corrazzate avversarie in fiducia e serenità; secondo voi esiste questa condizione?

In conclusione direi che forse ce la si poteva anche aspettare una scelta di questo genere, che è frutto di molteplici situazioni a noi più o meno sconosciute (o conosciute?), e l’amore che si ha nei confronti di Nunes e di Fantoni non deve in alcun modo condizionarci sui loro sostituti che sono decisamente giocatori di alto livello nazionale ed internazionale; aggiungerei inoltre che prima di criticare il commissario tecnico per tale scelta semmai avrei puntato il dito sui rapporti interni alla squadra nazionale, che non sembravano certamente idilliaci né garanzia di una concreta coesione.

Ci chiediamo perché proprio loro sono stati esclusi? Credo che i diretti interessati conoscano le varie motivazioni e se proprio hanno voglia di parlarcene, ben venga un aperto confronto con la tifoseria e con i 50 milioni di commissari tecnici che ci sono in Italia.

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Chi sono? Appassionato dilettante di questo magnifico gioco (oggi sport). Che non si dica che sono un partigiano: ho giocato sia con Bocchi/Madala che con Fantoni. Romantico: credo ancora nell’amicizia fra giocatori, mi sento amico (forse per loro conoscente) degli attori di questa vicenda. Sono un po’ casinista ma trasparente e leale; odio i politologi e i dietrologi. Sono abituato a guardare dritto, in terra non ho mai trovato nulla di interessante, mi piace provare a leggere tra le righe. Fabrizio Catarsi.

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One Reply to “Fabrizio Catarsi interviene sull’Affaire Fantunes”

  1. Grazie a Catarsi, che ci racconta alcune cose che molti di noi, comuni giocatori, non conoscono e a cui va il merito, a mio avviso, di parlare fuori dai denti, senza tutto il politichese che ha caratterizzato molti degli interventi letti fin’ora.

    Desidero però esprimere il mio disaccordo sul fatto che non correrebbe l’obbligo di fornire spiegazioni da parte del CT.

    Può anche essere che ciò sia corretto da un punto di vista di regole scritte, ma non è ciò che accade nella prassi (e ricordo che la prassi o consuetudine è una delle fonti del diritto) di qualunque sport, dove i CT e gli allenatori fanno conferenze stampa e rispondono alle domande e danno spiegazioni del loro operato.

    Questo è opportuno non solo perchè il tifoso/giocatore non incorra magari in errori di valutazione, ma anche perchè il tifoso/giocatore spesso, e sicuramente nel nostro caso, è apportatore di denaro, e va quindi curato, come fosse un cliente, e tenuto informato, per correttezza.

    E’ infine opportuno affinchè la federazione non venga vista come una specie di casta, intoccabile e nel giusto per diritto divino, ma come un organo nel quale tutti ci si possa riconoscere, anche se non sempre in accordo con le scelte fatte.

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