Due chiacchiere con Carlo Totaro

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Ricordi personali e lucide analisi nelle parole del campione d’Italia che parla di vittorie raggiunte e mancate, del bridge e della moglie, della Federazione e dell’Affaire Fantunes in modo chiaro e spontaneo.

Ciao Carlo, innanzi tutto voglio ringraziarti per aver accettato di partecipare come ospite d’onore altorneo del lunedì sera  di BBO Italia: spero ti divertirai… Io mi diverto sempre quando gioco a Bridge!

Allora tu sei il vincitore del Campionato italiano coppie miste insieme a tua moglia Maria Pia Bordignon…

Sì, con mia moglie gioco da trenta anni. Ci siamo conosciuti proprio al tavolo da gioco, al Circolo del bridge di Bassano del Grappa. E’ proprio al tavolo che è scoccata la scintilla.

Non è da molto che tu sei entrato nel bridge agonistico, vero?

Fino a una decina di anni fa giocavo raramente a bridge. E da poco che pratico il bridge ad un livello, diciamo, alto: e con mia moglie ho ottenuti i migliori risulati. Siamo stati molte convocati per i campionati europei ed insieme abbiamo preso parte a molte manifestazioni internazionali.

In effetti tu non sei mai stato un bridgista professionista, il bridge è sempre stato solo un hobby per te e mai il tuo lavoro: ma tutti i campioni con i quali ho avuto occasione di parlare di te ti menzionano come un giocatore fortissimo.

Come ti dicevo,  fino a dieci anni fa giocavo raramente, poi mi hanno proposto di entrare nella squadra Romanin di Padova e allora mi sono dedicato all’agonismo, per cui è stato un ingresso all’agonismo abbastanza tardivo e casuale.

Tu sei un matematico, quanto ti aiuta questo nel gioco o, meglio, quanto questo caratterizza il tuo stile di bridge?

E’ chiaro che la matematica mi aiuta a risolvere certe situazioni al tavolo, e forse sono capace di fare calcoli abbastanza in fretta e decidere prima di altri quale sia la strada percentualmente migliore: ma non è questo che determina o esaurisce il mio gioco. La mia caratteristica è piuttosto quella di sapermi adattare a tutti i compagni con estrema facilità.

A proposito di compagni, su BBO fai coppia spesso con Costantin Lung (nick BBO berynger) con il quale hai appena vinto l’Intercity League: come è nato questo sodalizio?

E’ nato proprio su BBO. Giochiamo un sistema di base naturale con qualche convenzione per essere più competitivi. Costantin ha un gioco abbastanza simile al  mio, è amante del naturale ed  evita le cose troppo sofisticate. E’ un giocatore che mi assomiglia parecchio: abbiamo ciascuno capito il gioco dell’altro ma quello che più conta, soprattutto nel controgioco, è che ci fidiamo l’uno dell’altro.

Tu però preferisci giocare il misto, vero?

Ma no, è che davvero gioco pochissimo. Ho due compagni: mia moglie nel misto e Paolo Clair nell’open. Ripeto non sono mai stato un giocatore professionista.

Eppure, per non essere un professionista, hai alle spalle un palmares di tutto rispetto. Quale momento della tua carriera bridgistica ricordi con più intensità? Forse l’ultima vittoria che ti ha laureato campione d’Italia?

Con mia moglie eravamo già arrivati secondi per due volte, e per un soffio non eravamo riusciti a vincere. Questo primo posto del 2009 mi fa felice soprattutto per lei, che probabilmente ci tiene molto più di me al bridge. C’è un episodio che ricordo ma con dispiacere, proprio per Maria Pia. Eravamo a Tenerife in Spagna per gli Europei e,  dopo tutta la prima fase di qualificazione, mia moglie ed io eravamo terzi assoluti: insomma stavamo navigando molto bene e sentivamo che poteva essere l’anno giusto per un risultato importante. Il giorno prima della semifinale purtroppo Maria Pia è incorsa in una brutta caduta che le è costata il ricovero in ospedale … ed ovviamente non abbiamo potuto più giocare. Perdemmo così, per disavventura, forse la nostra occasione più ghiotta.

A proposito di occasioni perdute… prima di quest’anno i Campioni d’Italia andavano di diritto al Mondiale a coppie, da quest’anno invece è cambiato il sistema di reclutamento per Filadelfia: ti va di parlarne?

Certamente. Personalmente ho sempre caldeggiato il sistema delle selezioni per la formazione delle rappresentative internazionali. Però bisogna distinguere tra competizioni a squadre e competizioni a coppie. Nella formazione delle squadre il peso del Commissario tecnico è abbastanza importante: sebbene il bridge si giochi sempre in due pesa moltissimo lo spirito di squadra, che solo il CT può creare. E’ il CT che deve decidere quali coppie potrebbero formare al meglio una squadra. Nelle competizioni a coppie la selezione naturale è sempre stata quella dei Campionati.

Insomma prima di quest’anno le migliori coppie uscite dai campionati erano di diritto convocate per le rappresentative internazionali, quest’anno il sistema di reclutamento è cambiato, come?

Prima andavao le coppie che vincevano i rispettivi campionati. E’ sempre stato così ed era nella logica delle cose: il campionato italiano era la selezione naturale. Quest’anno invece la Federazione ha deciso che non manderà le coppie vincitrici del campionato nazionale, ma ci sarà una selezione tramite i risultati dei tornei simultanei.

Come valuti questo tipo di selezione?

Mi sembra una cosa davvero ridicola … Il campionato nazionale è già una dura selezione, allora a che serve?

E quali sono allora le ragioni che hanno portato la Federazione ad operare queste scelte secondo te?

La mia opinione è che sia per motivi economici. Mandare una coppia a Filadelfia costa alla Federazione circa diecimila euro: questo sistema di reclutamento attraverso i tornei simultanei permette alla Federazione di incassare cinquanta o sessantamila euro probabilmente, quanto serve a sostenere le spese. Ne sono convinto perchè dal punto di vista tecnico non c’è motivo di fare questa selezione sulla base dei tornei simultanei quando già le coppie migliori sono uscite dai campionati.

A questo punto i coniugi Totaro, che faranno?

Potrei andare a Filadelfia a giocare sotto una bandiera straniera, cosa che però non mi piace molto. E poi ci vuole l’autorizzazione della nostra Federazione.

A proposito di selezioni e convocazioni, che ne pensi dell’Affaire Fantunes?

Mi ricollego proprio a quello che ti dicevo prima: nelle squadre è sempre molto delicato il ruolo del Commissario tecnico. E non è sempre detto che le tre coppie sulla carta più forti, come da classifica, riescano a formare la migliore squadra. Se metti insieme le tre coppie più forti del mondo non sempre hai la squadra più forte del mondo. Nell’andamento del gioco di ogni coppia conta infatti molto lo spirito di squadra: una coppia decide il suo stile di gioco anche in base alla fiducia sulla coppia che sta giocando nell’altra sala. Lo spirito di squadra è compito soltanto di chi tiene il collegamento fra le tre coppie e questo spetta senza dubbio al Commissario Tecnico.

Allora a tuo avviso le scelta di Maria Teresa Lavazza di escludere i Fantunes è dettata proprio dall priorità di creare un positivo spirito di squadra?

Sì, io penso che alla base dell’esclusione di Nunes e Fantoni debbano esserci dei problemi fra  giocatori. E che la squadra è stata composta sulla base di queste considerazioni. Probabilmente per creare lo spirito di squadra la Lavazza ha optato per di Bocchi -Madala al posto di Nunes-Fantoni.

Tu quanto credito dai alle voci di cattivi rapporti tra i Fantunes e Versace -Lauria?

Penso che siano vere, perchè nessuno degli interessati le ha volute smentire. Quello che lamento in tutta questa faccenda è proprio la mancata trasparenza,  che peraltro alle voci dà adito. Se si fossero date tempestive spiegazioni dei motivi dell’esclusione anche i diretti interessati avrebbero potuto rispondere. Anche la lettera aperta del Presidente Federale Tamburi, scritta in risposta alle molte richieste pervenute alla Federazione, lascia a desiderare: praticamente non risponde a nulla. E poi il problema è rimandato ai Mondiali: chi manderanno e perchè?

Come vedi la coppia Bocchi – Madala?

Abbastanza bene, anche se sono pochi anni che giocano insieme mi sembrano una buona coppia.  Certo sarebbe ingiusto fare contronti con i Fantunes che hanno alle spalle anni di collaudato sodalizio. Aspettiamo comunque Ostenda e voglio augurarmi che nessun ‘tifoso’ gufi contro. Spero che la bandiera italiana riunisca tutte le tifoserie e faccia sparire le contestazioni.

 

 

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