Carruthers: proposta per un’Agenzia Mondiale contro la Disonestà*

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ibpa logoC’è crescente frustrazione tra i giocatori di bridge per l’incapacità degli amministratori di mettere almeno un freno alla disonestà, lasciamo perdere di eliminarla. Ci sono almeno cinque grossi problemi, oltre al fatto dello stesso imbrogliare:

 

I        L’atteggiamento dello struzzo assunto dalla maggior parte delle organizzazioni bridgistiche.

II      La mancanza di protocolli standard ed efficaci sia per rivelare l’imbroglio sia per punirlo.

III     La mancanza di esperti di bridge tra gli amministratori incaricati di gestire le accuse di disonestà.

IV     La mancanza di comunicazione tra le varie organizzazioni come WBF, EBL, ACBL [World Bridge Federation, European Bridge League, American Contract Bridge League. NdT]  e le altre strutture amministrative regionali e locali.

IV     La possibilità di azioni tramite la magistratura ordinaria contro le organizzazioni bridgistiche da parte dei giocatori accusati di disonestà dalle stesse organizzazioni.

 

Una simile frustrazione era evidente in vari sport giocati sotto l’egida olimpica (nuoto, atletica, ciclismo, pattinaggio veloce, sollevamento pesi, etc.) prima che il Comitato Olimpico finalmente prendesse atto del problema e creasse un’agenzia internazionale contro il doping, la WADA (World Anti-Doping Agency). La Wada esegue test sugli atleti per controllare l’uso di sostanze proibite o ammesse limitatamente a certe situazioni, e utilizza esperti medici, chimici e tecnici per analizzare campioni di sangue e urine. Non è necessario pescare l’atleta mentre si sta iniettando qualcosa – tutto quello che si richiede per sospenderlo o espellerlo è accertare la presenza di elevati livelli della sostanza il cui uso era proibito o limitato.

 

Nel bridge, è la disonestà la nostra droga. I giocatori di alto livello hanno forti dubbi su diverse coppie che loro “sanno” aver oltrepassato la linea della collusione [NdT. La “linea” di cui parla Carruthers è da intendere quella tra l’informazione non autorizzata, ma casuale e normalmente involontaria, e l’accordo segreto premeditato]. Loro lo sanno per le continue azioni dubbie delle coppie sospette in molte situazioni in difesa e licita.

 

Il primo passo, come sempre, è riconoscere che c’è un problema, qualcosa che i campioni hanno realizzato ma che non è universalmente accettato tra gli amministratori del bridge. È necessario che gli amministratori ascoltino e diano retta ai campioni perché il problema sia eliminato.

 

Il secondo passo è agire. Partendo dal problema (II), una soluzione potrebbe essere che la WBF (con l’assistenza delle strutture regionali e nazionali) crei un tribunale costituito dall’elite dei giocatori internazionali (chiamiamola WACA, World Anti-Cheating (anti-disonestà) Agency, o magari qualcosa di politicamente più adatto come WBCC (Commissione mondiale per le contestazioni). Questo risolverebbe il problema (II). Risolvere il problema (III) richiederebbe che questa agenzia sia composta di campioni universalmente stimati e di lunga esperienza la cui etica e reputazione sia al di sopra di ogni sospetto. Non politici, non amministratori, nulla di meno di giocatori di élite, eccetto forse in funzione di collegamento o registrazione. Potrebbe essere una buona idea avere nell’agenzia un legale e un direttore di torneo che siano allo stesso tempo esperti di bridge. L’agenzia analizzerebbe le prove date dalle mani e deciderebbe se vi fosse un livello di “testosterone” inaccettabile. Gli amministratori, nell’insieme, non sono equipaggiati per simili giudizi così come una persona priva del dovuto titolo accademico non è qualificato per analizzare sangue ed urine col fine di identificare sostanze d’abuso chimiche e biologiche. I giocatori chiamati a valutare uno specifico caso non dovrebbero essere avversari delle parti accusate – l’agenzia dovrebbe essere estesa abbastanza da poter trattare casi in tutti i gruppi di competizione: Open, Signore, Seniores e Juniores

 

Attualmente, l’orientamento degli amministratori sembra essere che sia necessario cogliere la coppia sospetta mentre sta segnalando (“iniettandosi”) per espellerli o sospenderli. Come nel caso del WADA, questo non è necessario nel bridge – la prova è lì per essere osservata da giocatori esperti. Ciò che occorre è un meccanismo per iniziare azioni basate sui risultati dei nostri “test”.

La qualità delle prove deve essere elevata – non si può permettere che siano condannati degli innocenti. Ci deve anche essere un dispositivo che permetta alle parti accusate di presentare il loro caso.

 

Il passo successivo, che risolve il problema (IV), sarebbe di rendere le decisioni del WACA vincolanti per la WBF e per le strutture regionali e nazionali. Ci dovrebbero essere, se non accordo sulle sanzioni, procedure d’attuazione delle sanzioni e appropriata comunicazione tra tutte le organizzazioni bridgistiche.

 

Infine, problema (V), le strutture organizzative devono assicurare le dovute misure per proteggere WACA, la WBF e le strutture regionali e nazionali da querele presentate dai condannati (particolarmente preoccupanti in Nord America).

 

Negli sport professionistici di squadra, alcune leghe hanno un accordo collettivo [Collective Bargaining Agreement – CBA: accordo risultante da una contrattazione collettiva. NdT] che definisce quali siano i diritti e le responsabilità dei giocatori e che delinea i passi che gli amministratori debbono compiere per sanzionare, soprattutto, l’uso di droghe o attività illegali. Altri sport ancora richiedono ai giocatori di firmare un atto di rinuncia che stabilisce che seguiranno le prescritte procedure, che si comporteranno in un determinato modo, e che si conformeranno alle decisioni di una struttura tipo WACA. In mancanza di qualcosa che assomigli ad un CBA, il secondo schema sarebbe più appropriato per il bridge. E’ da notare che la WBF e alcune Associazioni Nazionali di Bridge (NCBO) già richiedono ai giocatori di firmare una “ Accettazione del concorrente” prima di essere ammesso alla competizione. Dovrebbe essere semplice aggiungervi una frase per cui il giocatore accetti di conformarsi a tutte le decisioni del WACA e abbandoni il diritto di agire legalmente contro di esse [La normativa federale italiana tratta la materia del “vincolo di giustizia” agli artt. 70 e 71 dello Statuto e 157 del Regolamento Organico, ma limitatamente alla lite fra giocatori. NdT]. Inoltre, la WBF già ha un Comitato delle Credenziali che ammette i giocatori a partecipare nei suoi campionati.

 

Questo approccio non è senza difficoltà; ecco alcune di quelle che vengono immediatamente in mente:

  1. La WACA dovrebbe avere un filtro tale che solo casi seri e ben documentati arrivino all’udienza e l’agenzia non venga ingolfata.
  2. Le coppie innocenti devono essere protette contro i seminatori di dicerie e false accuse.
  3. Le responsabilità (per esempio a chi competa di presentare il caso e chi debba raccogliere la documentazione) debbono essere definite con chiarezza.
  4. Deve essere stabilito chi debba farsi carico dei costi dell’inchiesta, dell’esame giudiziario e delle conseguenze legali.
  5. La questione di firmare una rinuncia al diritto di adire vie legali deve essere esaminata per determinare se realmente sia legalmente vincolante nelle varie giurisdizioni (è un contratto valido legalmente? È solo clausola vessatoria ad opera di un monopolio?).

 

Questi non sono problemi insormontabili ma devono essere presi in considerazione prima di attuare questo o ogni altro piano.

 

È chiaro che è necessario un differente approccio all’eradicazione della disonestà. Potrebbe essere una buona idea seguire l’esempio del Comitato Olimpico Internazionale, dal momento che noi speriamo alla fine di essere ammessi alle Olimpiadi. Giocare a bridge è un privilegio, non un diritto, e dobbiamo riservare (e preservare) questo privilegio per coloro che osservano le regole.

* Anti-Cheating

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John Carruthers 

IBPA – International Bridge Press Association – Bollettino n.  608 – 6 settembre 2015 

[Edizione italiana a cura di Paolo Enrico Garrisi per Neapolitan Club]

 

 

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One Reply to “Carruthers: proposta per un’Agenzia Mondiale contro la Disonestà*”

  1. a me sembra una posizione assolutamente condivisibile. Ho molti dubbi sulla possibilita’ di applicazione pratica.

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