Carruthers: L’ Affaire Israele

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ibpa logoC’è stata un bel po’ d’isteria sulle squadre israeliane in partenza (o no) per Bali, e ancor di più per gli sforzi che Migry Zur-Campanile, che ha passaporto israeliano ma è stata inserita nella squadra USA2 per la Venice Cup, sta compiendo per ottenere il visto entrare in Indonesia.

Ricapitolando brevemente, ecco quello che è successo fino ad oggi:

(1) La squadra femminile israeliana si è qualificata per la Venice Cup ma, a seguito delle controversie sorte con l’Indonesia riguardo ai visti e alla sicurezza, la federazione israeliana ha ritirato la squadra.

(2) Il ritiro della squadra argentina dalla d’Orsi Bowl ha creato una nuova opportunità di ingresso per una squadra europea. La squadra senior di Israele (che risultata prima delle non qualificate ai mondiali) si è però a sua volta ritirata (presumibilmente per le medesime ragioni che hanno portato al ritiro della rappresentativa femminile) e l ‘Olanda (classificata alle spalle di Israele) ha accettato l’invito per Bali.

(3) La squadra Westheimer, vincitrice dei trials statunitensi, giocherà la Venice Cup come Usa 2. Inizialmente composta di sole quattro giocatrici, la squadra è stata completata con la convocazione di 3 ulteriori giocatrici, due americane ed una israeliana: Westheimer, infatti, a seguito di sopraggiunti problemi di salute, non potrà infatti recarsi a Bali. Tra le componenti della squadra USA2 vi è una giocatrice israeliana che risiede negli Stati Uniti, Campanile, che non ha ancora ricevuto il visto.

Per questi fatti è stato rovesciato sull’Indonesia e sulla WBF uno sdegno immeritato. L’indonesia non riconosce Israele come stato sovrano, quindi la difficoltà nel rilascio dei visti non era certo inaspettata. La Gabsi (Federazione Bridge Indonesia) in questa circostanza si trova in balia del governo. La situazione sarebbe stata certo diversa se il Generale Wiranto (ex-comandante in capo dell’esercito indonesiano, aiutante di campo del presidente Suharto ed in precedenza un vicepresidente, e poi presidente del Gabsi) e Amran Zamzami (presidente della Gabsi) fossero ancora in carica. Ma l’influenza della Gabsi è scemata con il pensionamento di Wiranto e con la morte di Zamzami. In questi giorni, Wiranto è troppo impegnato con la sua candidatura alla presidenza dell’ Indonesia per potersi occupare di per questioni minori.

E così la La WBF è finita nel mirino per aver accettato di tenere i campionati del mondo in una nazione che non garantisce l’ingresso a tutti i concorrenti, ma le mani della WBF sono legate anche da paesi che certo non fanno a gara per candidarsi ad ospitare i suoi eventi (ma questa è un’altra storia). Gli Israeliani sono stati molto sportivi in tutta questa vicenda: è stato lasciato ad altri di manifestare reazioni isteriche, invocando qualcuno un cambio di sede, qualcun altro un boicottaggio. La WBF  può rincuorarsi per il fatto di non essere la sola organizzazione a trovarsi sotto la pioggia delle critiche per la scelta della sede dei suoi eventi: il CIO è stato attaccato per la scelta di Sochi (Russia) quale sede delle Olimpiadi invernali 2014 per la posizione del governo russo sui diritti degli omosessuali; anche la FIFA ha subito aspre critiche per la scelta del Qatar, in relazione alla richiesta fatta degli organizzatori di garantire stadi con aria condizionata per giocatori e spettatori. Quella richiesta è stata respinta dagli architetti degli stadi come “palesemente insostenibile”.

Gli “isterici”, e tra loro soprattutto gli Americani, dovrebbero notare che per le World Bridge Series di Filadelfia il governo degli USA ha negato il visto a 32 giocatori che avrebbero voluto partecipare. Questo episodio è stato riportato su BridgeWinners da Jason Feldman che, per inciso, è un avvocato esperto di immigrazione. Alcuni, ma non tutti, di questi giocatori sono stati successivamente ammessi negli Stati Uniti con l’aiuto di avvocati come Feldman, la USBF, la ACBL e la WBF, Forse le autorità indonesiane ed israeliane come quelle della WBF avrebbero dovuto fare una chiamata al generale Wiranto.

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John Carruthers

Bollettino IBPA n. 584 – Settembre 2013

[Edizione italiana a cura di Neapolitan Club]

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