Carruthers Klinger e Bramley intervengono sul nuovo sistema di punteggi (VP Scales)

english version »

La WBF ha deciso di rivedere il sistema dei punteggi  (Victory Points Scales). Il compito è stato affidato ad una Commissione presieduta da Ernesto d’Orsi e composta dal suo vice Max Bavin, Henry Berthe, Bart Bramley, Peter Buchen  e Maurizio Di Sacco. I cambiamenti proposti dalla Commissione sono stati accettati dall’esecutivo della WBF e presto  e verranno adottati a partire dai prossimi mondiali di Bali (settembre 2013). L’annuncio è stato dato durante i  Giochi Mondiali di Lille (agosto 2012) attraverso una breve nota (leggi qui ») pubblicata sul Bollettino ufficiale  n. 10 del 19 agosto, ed in seguito riportata sul Bollettino IBPA (International Bridge Press Association). Tale annuncio ha sollevato qualche perplessità da parte del celebre giornalista e scrittore Ron Klinger che ha inviato una lettera alla Commissione.  Anche John Carruthers, che cura il Bollettino IBPA,  ha dedicato all’argomento il suo ultimo editoriale. A sua volta Bart Bramley, membro della Commissione,  ha replicato.  A beneficio dei nostri lettori riportiamo qui di seguito la lettera di Klinger alla Commissione, l’editoriale di Carruthers e la risposta di  Bramley. Tutti gli interventi sono stati pubblicati sul Bollettino IBPA n. 572 del 10 settembre.

La lettera di Ron Klinger  – Gentili membri del Comitato Punteggi, leggo con interesse l’annuncio nel Bollettino e plaudo all’idea che ogni IMP abbia lo stesso valore (questo non succede nel sistema corrente – alcuni IMP valgono più di altri). Temo che avere VP con due cifre decimali non diventerà molto popolare tra i giocatori di livello medio nei club o a livello nazionale. Riconosco che siate tutti esperti in questo campo, ma non si potrebbe avere un approccio più semplice, basato sugli stessi principî (e cioè, che ogni IMP conti)?

Si potrebbe avere la conversione 1IMP=1VP. In ogni partita ogni squadra inizia con 100 VP. I vincitori aggiungono il margine di vittoria in IMP, con un limite massimo. Gli sconfitti sottraggono gli IMP persi dal totale. Il calcolo è semplice e non richiede scale diverse a seconda del numero di boards, solo i limiti.

Le colonne Vincitore/Sconfitto nella tabella I usano la scala WBF corrente con limiti per rispettare la scala 25-0. Le colonne nella tabella II usano la scala WBF corrente con il limite a 25-2.

 

 Semplice esempio: la squadra A batte la squadra B di 23 IMP: la squadra A prende 123 VP, la squadra B 77. Questo è facile da calcolare, senza cifre decimali o punteggi negativi. Se si usa la scala 25-2 il totale è sempre 200.
Spero che questo sia di aiuto. Cordiali saluti, Ron Klinger, Northbridge, NSW.

L’editoriale di Carruthers – La WBF sì è occupata del problema della iniquità nel sistema di punteggio Victory Points formando una Commissione Punteggi presieduta da Ernesto d’Orsi (BRZ) e composta dal suo vice Max Bavin (ENG), Henry Bethe (USA), Bart Bramley, (USA), Peter Buchen (AUS), e Maurizio di Sacco (ITA). A seguito di “lunga e profonda riflessione”, il comitato ha raccomandato dei cambiamenti che sono stati accettati dall’esecutivo WBF e che verranno adottati a partire dai prossimi mondiali. La filosofia del comitato si è ispirata ai seguenti due principi: (i) “ogni IMP conta”, (ii) gli IMP più vicini allo zero contano più di quelli lontani dallo zero. Il punto focale del cambiamento è che la scala VP va da 0 a 20 VP, considerando anche i decimali fino alla seconda cifra. Gli IMP vicini allo zero (pareggio) non varranno di più dei precedenti IMP, come succede ora. Nella scala corrente, se una vittoria per 6 IMP corrisponde 16-14 VP e una vittoria per 7 o 8 IMP corrisponde a 17-13 VP, allora il settimo IMP vale più dell’ottavo.

Non si poteva mettere insieme un comitato migliore, e per i giocatori questo è un passo nella direzione giusta. Tuttavia, ci sono dubbi sulla comprensibilità del sistema da parte dei giocatori di livello medio. Nell’epoca in cui il bridge è tenuto in vita artificialmente in molti luoghi, bisognerebbe formulare strategie per semplificare il gioco e renderlo così più accessibile. Anche tra i giocatori di altissimo livello, quando uno chiede “Abbiamo vinto di 23 IMP, quanti VP sono?” nessuno saprà rispondere a meno di consultare una tabella (alcuni fra noi, anziani a sufficienza, ricorderanno le tabelle logaritmiche che assomigliano alle scale VP). Inoltre, quando si è in vantaggio di 4.73 IMP è più difficile avere un’idea di quanto serve per vincere, mantenere il vantaggio o recuperare.

Il comitato ha adottato l’idea che, in un Round Robin, sconfiggere un avversario sia quello che conta (ma non così tanto come in un metodo di punteggio o vinci – o perdi). Tuttavia non si capisce perché debba essere così – certo non è una qualità intrinseca del Round Robin, ma piuttosto una assunzione. In un Round Robin, se si vogliono selezionare 8 o 16 squadre bisogna che le 8 (o 16) squadre abbiamo dato del loro meglio per qualificarsi. Questo sarebbe forse meglio rappresentato da una conversione diretta IMP-VP (con limite). Quindi se ci sono 100 VP disponibili in una partita, 50 IMP vuol dire fare cappotto. Tre IMP a mano sembra un buono standard per fare cappotto.

Riassumendo, siamo d’accordo con la filosofia che ogni IMP debba contare, ma non siamo d’accordo con la conclusione che alcuni IMP contino più di altri e preferiremmo una conversione diretta IMP-VP per semplicità. Si potrebbe fare un ulteriore passo e provare così: usare il sistema point-a-board per i Round Robin (15 mani a partita per fare cifra tonda), due punti per mano vinta, uno per mano pari, così ci sono a disposizione 30 punti per partita (o 1 e 1/2 come in Nord America). Poi nei testa a testa si usa lo stesso sistema. Cosa può essere più semplice? John Carruthers.

La replica di Bramley – Non sono assolutamente d’accordo con l’idea che “tutti gli IMP abbiano lo stesso valore”. Questo rispetta uno dei nostri principî (“tutti gli IMP contano”), ma ne viola un altro (“gli IMP vicino allo zero contano di più”). La semplicità è certo desiderabile, ma il tuo suggerimento si spinge troppo in là. Abbiamo usato scale uguali a queste in tornei USBF per circa dieci anni senza ricevere proteste, per quanto ne sappia. I giocatori hanno una chiara idea di come le partite stiano andando, dato che la scala da 0 a 20 è la stessa degli eventi ACBL, a parte una maggiore precisione.

Le scale USBF sono state create da un comitato che comprendeva Henry Berthe, Chip Martel, Jeff Rubens e me. Ci sono abbastanza giocatori di livello internazionale secondo te? Anche se avrei preferito aggiungere qualche campione giovane, dubito seriamente che la sensibilità matematica di un giovane sia molto diversa da quella di un giocatore più anziano. Vale la pena notare anche che quasi tutti i membri del comitato hanno un background di conoscenze matematiche molto notevole.

La tua idea non tiene conto del concetto che battere l’avversario abbia un valore. Al contrario, riduce il round Robin a una lunga partita contro vari avversari in rotazione. Battere di molto gli avversari deboli è una componente essenziale per avere successo.

Siamo d’accordo che l’accumulo di VP debba avere un limite, il “cappotto”. Stabilire il punteggio del cappotto significa riconoscere che ad un certo punto non si può vincere più di tanto, anche in una vittoria schiacciante. Il punto di disaccordo è quale valore gli IMP abbiano man mano che ci si avvicina al margine del cappotto. Il nostro comitato ritiene ovvio che il valore degli IMP debba decrescere fino a diventare zero gradualmente, piuttosto che andare da “valore intero” a “nessun valore” di colpo. Cordiali saluti, Bart Bramley, Dallas.

***

12/09/2012

[Traduzione italiana a cura di Laura Cecilia Porro per Neapolitan Club]

(Visited 377 times, 1 visits today)
Content Protected Using Blog Protector By: PcDrome.