Bob van de Velde: Nuova ipotesi sull’origine del Bridge

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Yeralash: La scoperta di un anello mancante? – di Bob van de Velde. Per più di un secolo, storici studiosi di bridge e altri giochi di carte si sono occupati dell’origine del nome e del gioco del bridge. Per ora, il documento più antico che contiene informazioni a riguardo è il famoso opuscolo “Biritch o whist russo”, pubblicato da John Collinson nel 1886. Entrambi i nomi nel titolo, la parola “Biritch” e la descrizione di esso come whist russo, portano all’ipotesi che l’origine del gioco  possa essere slava, ma la carenza di evidenza lascia ampio spazio ad altre speculazioni, il che posiziona le origini del gioco a Costantinopoli, il Levante, l’Egitto o l’India.

 Nel giugno 2011, il belga Hans Secelle, dopo lunghe ricerche sulla storia del bridge, ha forse posto fine a tutte queste speculazioni. Nella BCA ha trovato il titolo di un libro, il cui contenuto indica la Russia come il paese di origine del bridge prima della metà del 19esimo secolo.

Nel 1869, Christian Vanderheid, l’autore austriaco di un gran numero di pubblicazioni su giochi di carte, ha pubblicato il suo “ Gründlicher Selbstunterricht zur Erlernung des Jarolasch oder das russische Whist” (Guida estensiva per imparare da soli Yeralash o whist russo), pubblicato a Vienna da Wenedikt. Il suo libro di 32 pagine contiene le regole di un gioco chiamato Yeralash (Jarolasch) che, a parte il gioco con il morto, è pressoché uguale a Biritch come descritto da Collinson nel 1886. Il gioco Yeralash aveva già le seguenti caratteristiche specifiche: una forma rudimentale di licita, la possibilità di giocare a senza atout, una gerarchia dei semi, slam bonus, (sur)contro e punteggi sopra e sotto la linea. Si parla anche del gioco col morto, ma come in Dummy whist, solo come una variante per tre giocatori.

All’inizio del secolo scorso, gli autorevoli Robert Frederic Foster e William Dalton avevano portato
attenzione a una possibile affinità tra “Yeralash” (ci sono varie possibili translitterazioni dal russo: Jarolasch, Jarolasj, Geralasch) e bridge, ma non avevano mai citato la loro fonte per confermare la loro tesi. Più spesso, autori più tardi come Oswald Crawfurd, Milton Work, Emanuel Lasker o George Hervey hanno fatto riferimento al più recente gioco russo Vint (o Wint) come un possibile antenato. Un secolo dopo, i ricercatori di bridge francesi e olandesi Thierry Depaulis e Jac Fuchs hanno citato un manuale, stampato nel 1848 a Mosca, che contiene la descrizione di whist-preference (“vistpreferans”). Sostengono che questo gioco sia stato rinominato Yerolash e che sembra essere il diretto precursore di Biritch. Ma anche loro non hanno mostrato alcuna evidenza o descrizione delle loro fonti. La scoperta di Secelle ha confermato la correttezza delle iniziali assunzioni di Foster, Dalton, Depaulis e Fuchs, anche se quelle di questi ultimi erano vaghe e non provate: sia le regole di Yeralash e il fatto che, come Biritch, il secondo nome di Yeralash sia “whist russo”, indicano innegabilmente che le origini del maggior numero di elementi che sono ora tipici del bridge debbano aver avuto origine in Russia.

Per di più, la scoperta di Secelle dimostra in maniera conclusiva che l’archetipo del bridge esisteva  già nel 1869, 17 anni prima che John Collinson pubblicasse il suo opuscolo! Vanderheid, nel 1869, scrive a proposito della popolarità del gioco nelle zone d’Europa che parlano tedesco, quindi doveva essere stato introdotto lì molto prima, e quindi il gioco Yerolash doveva essere giocato in Russia ancora prima.

Quindi Yeralash può essere considerato come l’anello mancante tra Biritch e il gioco (whist-preference?) che c’era prima di Yeralash. É compito degli storici del bridge trovare evidenza conclusiva dell’esistenza di Yeralash e giochi simili, come whist-preference, inclusi i nomi dei giochi e le loro regole, nelle fonti russe della prima metà del 19esimo secolo.

Bob van de Velde

(Bollettino IBPA n. 561, Ottobre 2011 – Edizione italiana a cura di Laura Cecilia Porro per Neapolitan Club)

27/12/2011

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