Agus su Neapolitan Club (intervista ad Agustin Madala – Parte seconda)

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(Parte seconda). Dato che il nostro blog è dedicato al Fiori Napoletano, abbiamo colto l’opportunità di discutere con Agustin Madala alcuni aspetti del sistema di Chiaradia che permise al mitico Blue Team di dominare tutte le competizioni internazionali. E adesso, Agustin, vorrei approfittare di Lei per discutere alcuni trattamenti del Fiore NapoletanoVolentieri!

Nel Fiori Napoletano il forcing di manche in risposta è dato in tre modi, tutti naturali:

– Con salto immediato: es. 1-2 (o 3♣).

– Con sequenza ascendente o a salto: es. 1-1; 1NT-2♠ (o 3♣)

– Con le risposte 2NT o 3NT, con le quali si coprono le mani bilanciate tra 16 e 18 prive di appoggio quarto nel seme d’apertura. Cosa ne pensa?

 Sono uno a cui piace molto il naturale, e sicuramente questi salti o rovesci naturali possono descrivere subito la mano, ma tolgono anche degli spazi. Per uno che ha appena iniziato a giocare a bridge è molto più semplice giocare naturale, ma migliorando in dichiarazione si scoprono nuovi orizzonti, come del resto è capitato a me: sono arrivato in Italia da 5 anni e non gioco più nessuna delle convenzioni che giocavo precedentemente! Non sono contrario a nessun sistema di base naturale e neanche al fiori forte. Penso tuttavia che per imparare bisogna giocare naturale e successivamente  incorporare convenzioni, sia adottando il  fiori forte o continuando con il naturale.

 

La sistemazione della mano forte permette al rispondente di dichiarare naturalmente il cambio di colore discendente, cioè senza che sia forzante.

Es: 1-1; 1NT-2♣

In questa sequenza, che non è forzante, Nord ha indicato due semi reali in mano di 8-11 punti: con meno non avrebbe potuto parlare due volte; con più avrebbe dichiarato in rovescio come visto sopra. Prima di darle la parola occorre una nota. Molti pensano che il cambio di colore forcing sia una caratteristica del naturale; in effetti è talmente diffuso che se lo si gioca abbandonabile è necessario l’alert, ma non è naturale: fu introdotto nel 1953 da Alvin Roth.  Qual è la sua opinione?

 Per quanto riguarda il problema dell’alert, posso dirti che noi cerchiamo di allertare tutto quello che si può, salvo che la licita non sia ovviamente naturale. Credo che al giorno d’oggi, ormai,  da nessuna parte questa sequenza si giochi più in modo naturale. Il cambio di colore: c’e chi lo gioca transfer, c’e chi lo gioca relay per la terza nobile, c’e chi lo gioca semplicemente forcing manche generico. In tutti casi va allertato.

  

Quando il rispondente ha una mano forte con appoggio nel seme d’apertura, nel Neapolitan Club si adotta la convenzione “ Neapolitan 4♣-4”, vale a dire che si risponde 2♣ o 2eseguendo poi un salto a 4♣ o 4. Esempi:

a) 1-2; 2-4♣

b) 1♠-2♣; 2-4♣

c) 1♠-2♣; 2♠-4

d) 1♠-2; 2♥-3♠

Nella mano a) il rispondente ha controllo in ambedue i minori, ma le quadri sono migliori. Nella mano b) gli manca il controllo a quadri. Nella c) sono migliori le fiori. Nella d) è possibile l’appoggio diretto a salto, quindi la convenzione non si applica.

Anche qui occorre una nota. L’Official Encyclopedia attribuisce questa convenzione al Fiori Blue Team di Forquet-Garozzo. E’ un errore: la convenzione è di Chiaradia, che la perfezionò da una sua precedente idea, la “Neapolitan 4”, e che comunque pubblicò la 4♣-4 prima del Fiori Blue Team.

 Cosa pensa di questa convenzione?

 La trovo poco conveniente. Credo convenga giocare senza dubbio l’appoggio semplice f.m. (forcing manche) e poi partire con la descrizione della mano: anche con le cue-bid al livello  più basso possibile. Quasi tutti hanno delle convenzioni per dare gli appoggi invitanti, quindi l’appoggio semplice dopo il 2 su 1 diventa forzante. A questo punto i salti a 4 possono diventare splinter o altro, con appoggio o con monocolore: è solo il caso di mettersi d’accordo. Personalmente ritengo che molte volte l’uso delle splinter facilita enormemente la dichiarazione.

 

Il Neapolitan Club, però,  non usa le splinter, cioè il salto doppio in risposta per indicare appoggio nel seme d’apertura e controllo nel seme nominato. Le risposte a salto doppio sono invece interdittive. Es:

1-3♠. Nord può avere: ♠KQ10xxxx xx xx ♣xx

1-4. Nord può avere: ♠xxx Qxxxxxxxx ♣x

 Lei, che ne pensa?

 Come le ho appena detto, preferisco usare le splinter. Sono però d’accordo nel conservare 1-3♠ picche per la settima bella di picche e nient’altro. Su i minori sono un po’ “razzista” (ridendo, n.d.r.): ogni volta che posso togliere dal sistema il fatto di dichiarare un minore in modo naturale, cerco di farlo!

 

E per finire… le sottopongo la mano perfetta per il contro take-out di Lawrence. Michael Lawrence dice che la “mano perfetta” per il contro è la 4441, e che con questa distribuzione bastano 11 punti per intervenire su qualsiasi aperture a livello uno. Sud ha aperto 1; in Ovest, Lawrence contra con: ♠A1094 6K982 ♣K1094: dieci punti di testa e solidi. [Michael Lawrence, The complete book on takeout doubles – 1994 Magnus Books, Stamford, Connecticut]. E lei come si comporta? E se la avesse invece questa mano: (in zona): ♠6 A1094 K982 ♣K1094, con l’apertura di 1♠? Lei cosa fa? Contra?

 La prima contro e la seconda passo. Per la prima,  le  dico che non tengo in grande considerazione il fattore vulnerabilità. Se ho delle carte che meritano la dichiarazione intervengo. Quando si è in zona, c’e lo stesso rischio tra parlare e non parlare: voglio dire, uno può pagare 800 o può trovare la manche introvabile che vale 600. Ma la mia scelta si basa su altro. Vedo la prima come una mano che può competere fino a 3 picche su 3 cuori, e se lo voglio fare è meglio se intervengo subito. Nella seconda invece, le picche sono un seme di più alto rango,  quindi nel caso in cui gli avversari arrivino a 3 picche sono morto, se arrivano a 2 posso ancora contrare. In tutte due le mani c’e bisogno di molto per fare la manche, e preferisco parlare solo nella prima. Sicuramente bisognerebbe fare la stessa cosa sempre, cioè contrare in entrambi i casi ma … io non sono fatto cosi! (ridendo, n.d.r)

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Laura Camponeschi (consulenza Paolo Enrico Garrisi)

 

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