A modo mio. L’editoriale di Norberto Bocchi (6): Una mano da manuale

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Fantasie d’estate. In tutti gli sport, di quando in quando, si fanno delle modifiche al gioco: per migliorarne la spettacolarità oppure per rendere il gioco più qualificante. Nel bridge, tranne qualche normativa regolamentare, di modifiche significative all’orizzonte se ne vedono poche. Propongo due innovazioni che renderebbero il gioco molto più interessante.

La prima innovazione riguarda  la spettacolarità:  suggerirei di giocare il bridge come si fa negli scacchi e cioè con il tempo per ogni coppia. Faccio un esempio: se il tempo di un incontro è di 2 ore, le due coppie avrebbero un’ ora per uno a disposizione. Il meccanismo è molto semplice:  quando uno licita preme un bottone che fa andare avanti il tempo dell’avversario e cosi anche quando si gioca con il morto o in difesa. Questo sistema  renderebbe molto più veloce il gioco, anche a beneficio degli spettatori.Soprattutto non si vedrebbe più gente che a 5 carte dalla fine pensa anche  18 minuti. Parlo di un episodio al quale ho assistito e –credetemi-   18 minuti al tavolo sono un eternità! Il bridge è anche un gioco di rapidità  mentale e di riflessi: invece noi l’abbiamo fatto diventare obsoleto e vecchio agli occhi dei giovani ed e questo uno dei motivi per cui i giovani non si avvicinano al bridge. Esiste, invero,  una regolamentazione contro lo “slow-play” ma è affidata al fair-play ovvero alle dichiarazioni degli stessi giocatori. Purtroppo non sempre il fair-play si ritrova al tavolo da gioco: ritengo pertanto sia auspicabile uno strumento obiettivo di misurazione.  

La seconda innovazione entra più nel vivo del gioco: si potrebbe creare una “terza zona” che sarebbe più pericolosa della classica prima o zona. Si potrebbe definire “terza” oppure “azzurra” ma il nome qui  non ha molta importanza. In questa “terza zona”  il down, ad esempio,  vale 200 e la manche a 4 cuori vale 820… Praticamente tutto un po’ di più rispetto alla vulnerabilità. Questo indurrebbe i giocatori a stare molto attenti in questa zona e darebbe vita a tre tipi di bridge:  aggressivo moderato e conservatore. Pensate  quando il board è prima contro azzurro che tipi di barrage verrebbero fuori! E pensate azzurro contro azzurro: gli interventi in questa posizione sarebbero alla Pietro Forquet, cioè minimo 12 punti e minimo il colore di due onori!

 

Dublino Black-list. Ho giocato praticamente  gli ultimi 11 campionati d’Europa e noto con disappunto che l’organizzazione invece di migliorare va peggiorando anno dopo anno. L’elenco delle disfunzioni organizzative di quest’anno sarebbe lunghissimo ma per non essere troppo mortificante mi limiterò ad una black list dei fatti più eclatanti.

 1) Le donne hanno giocato un torneo di 18/19 incontri in 11 giorni. La competizione poteva essere condensata in soli 7 giorni, evitando di far perdere inutilmente alle persone 4 giorni. Bastava far arrivare le donne tre giorni più tardi, visto il basso numero delle squadre femminili in gara. Chissà chi l’ha inventato questo regolamento…

2) Una volta c’erano gli scorer che trascrivevano tutte le carte e le dichiarazioni. Per la prima volta a Dublino sono stati aboliti mentre prima erano obbligatori. Capisco che siamo in una fae di restrizioni però…

3) Alcuni giocatori (e accompagnatori al seguito) a tre giorni dalla fine della competizione si sono dovuti trasferire in un altro albergo perché nello stesso era in corso non so che Congresso: Reperire un albergo che ci possa alloggiare per tutta la durata dei Campionati è chiedere troppo?

4) Non voglio riparlare della formula adottata nella competizione open, ne ho già discusso in un mio precedente editoriale. Ma ribadisco che altri giocatori presenti a Dublino, oltre me, hanno trovato quella formula incomprensibile. Perché gli organizzatori non chiedono ai giocatori un consiglio su come organizzare la formula di un Campionato Europeo invece di lasciare ogni decisione in mano a dei burocrati? Persino dopo il primo girone di qualificazione lì organizzazione ancora non sapeva come far giocare la seconda parte del torneo.  Chi ha deciso? Naturalmente non noi giocatori professionisti. Oggi nei comitati di EBL (European Bridge League) e WBL (World Bridge Federation) non vi sono giocatori di alto livello che possano indirizzare le scelte degli organizzatori. Cosi abbiamo visto squadre che avevano vinto i 2 gironi incontrarsi ai primi incontri invece che all’ ultimo, cosa che sarebbe stata più logica.

 

Una mano da manuale.  Siamo a Filadelfia, Round of 32 della Spingold: è capitata una mano straordinaria nel suo genere. Provo a raccontarvela. La carte del mio compagno seduto in sud, Madala,  erano: AD10xx-Axx-Rxxx-x. Le mie in nord erano; RFx- RDFx-Axx-Axx. Madala apre in sud di 1picche e io rispondo 2fiori releis. Madala licita 2cuori che significa possesso delle quadri oppure mano bilanciata 12-14 punti. Io faccio un releis: 2picche. Madala licita 3quadri che vuol dire distribuzione 5-3-4-1. Allora io fisso le picche e sul 3picche Madala indica una mano abbastanza buona. La licita prosegue con il mio 4quadri (cue bid) e il 4cuori di Madala (ancora cue-bid) che mostra il possesso dell’Asso cuori. Io licito 4senza per conoscere gli altri assi e Madala risponde di avere 2 assi e la donna di picche. A quel punto licito 7cuori, perché tagliando 2 fiori realizzo 7cuori anche senza il Re di quadri! Divertente vero? Ma sarebbe stato ancora più divertente se gli avversari che hanno giocato 6picche (fatte perdendo 13 imps) non avessero avuto il Re di quadri: perché io realizzavo sempre 7 cuori, anche senza Re di quadri, mentre loro con 8 carte di picche sarebbero andati miseramente down a 6picche.

 

Adios y hasta muy pronto

Norberto

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24/07/2012

 

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