A modo mio. L’editoriale di Norberto Bocchi (5): Il Bridge è una Guerra (ma non in Uruguay)

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IV Festival Sudamericano Transnazionale. Ho giocato  il Festival Sudamericano Transnazionale di Montevideo con Gabriel Chagas e mi sono divertito molto.  L’atmosfera di Montevideo mi ha ricordato quella che si respirava in Europa 25 anni fa: mi ha entusiasmato  giocare in un clima simpatico, signorile, gioviale e rilassante nonostante l’importanza agonistica del torneo. Tutte cose che da tempo non sperimento più in altri tornei europei ed internazionali: ormai il bridge è  diventato coltello tra i denti, una gara a chi ne ammazza di più.  A Montevideo, inoltre,  ho visto parecchi giovani piu o meno famosi giocare un buon bridge e questo fa ben sperare per le sorti del Sudamerica. Quanto alla competizione,  il torneo è stato vinto sul filo di lana dalla squadra cilena a discapito di una squadra brasiliana dove militava il mio compagno Agustin Madala:  pochissimi punti hanno separato le 2 avversarie ed il match si e’ deciso all ultima mano quando  i Cileni chiamano e realizzano una manche su un impasse  bilaterale. All’altro tavolo la coppia Madala – Brenner non chiama la manche  perdendo 6 punti nella mano e 3 nel match. Chagas ed io  abbiamo giocato un buon bridge ma la sfortuna e altre componenti che si possono immmaginare han fatto sì che la nostra posizione al finale sia risultata sesta. Complimenti alle prime due squadre classificate: Benjamín Robles, Marcelo Caracci; José Manuel Robles, Roberto García C, Joaquín Pacareu (Cile) e Agustín Madala, Diego Brenner, Amilcar Magalhaes, Joao de D. Silva Neto, Mauricio Machado, Eduardo Barcellos (Brasile/Argentina).

Coppa Reisinger. Sono molti anni – per la precisione 12 – che gioco come professionista in America e, pertanto, 12 volte che partecipo alla Reisinger. Si tratta di un torneo di un livello superlativo, la formula è quella del board a match (BAM) e cioe’ ogni mano vale un punto: una surlevee o una differenza di 2000 punti hanno lo stesso valore  e cioè 1 punto vinto. Quando ho iniziato a giocare questo torneo c ‘erano molte squadre iscritte, circa  80-100. Col passare degli anni le squadre iscritte sono andate via via diminuendo e oggi la situazione sembra davvero preoccupante. Perché? A mio avviso le ragioni sono due. In primo luogo il livello del torneo è davvero troppo difficile e i piccoli sponsor sono spaventati: preferiscono dirigersi verso il torneo collaterale con formula swiss,  dove in questo momento si registra una partecipazione massiccia. In secondo luogo la Reisinger dura tre giorni ma  è un torneo ad eliminazione diretta: ogni giorno cioè vengono eliminate la metà delle squadre: le piccole squadre sanno di essere eliminate al primo giorno e dopo  non hanno più  tornei interessanti  ai quali poter  partecipare. Avrei un paio alternative da suggerire all ‘organizzazione americana per far rifiorire un torneo tanto prestigioso come la Resinger. La prima possibilità sarebbe quella di consentire a chi viene eliminato il primo giorno di rientrare nel torneo swiss del secondo giorno. La seconda possibilità sarebbe invece dedicare due giornate alla fase di qualificazione (e non solo una come avviene ora) in cui giocano comunque tutte le squadre in gara, anche se sono ultime dopo la prima giornata: in questo modo gli sponsor, anche piccoli,  si avvicinerebbero più volentieri e senza spaventarsi a questo affascinante torneo.

 O Capitano, Mio Capitano!* Se permettete parlo un po’ di questioni italiane. Maria Teresa Lavazza ha rimesso nelle mani della Federazione Italiana  il mandato di commissario tecnico della nazionale Open. Dopo piu di un decennio la nazionale italiana si troverà orfana del capitano più vincente degli ultimi 50 anni. Vorrei fare un omaggio personale alla Signora Lavazza per il lavoro svolto come commissario tecnico: ha dedicato alla nazionale open  tempo, denaro, stress e offrendo sempre alla squadra una serenità e una voglia di vincere che sarà difficile ritrovare con altri capitani. Il nome della Signora Lavazza entra di diritto nella storia del nostro sport eppure alla notizia della sue dimissioni la nostra Federazione (FIGB) non ha ritenuto esprimere nessun commento: non un grazie, non una parola. La Federazione italiana vive un momento travagliato, nel luglio 2011 è stata commissariata dal Coni ed il prossimo luglio si svolgeranno le elezioni per il nuovo Presidente. Tuttavia neppure una nota ufficiale è venuta dal Commissario Straordinario, da ex Presidenti e dai candidati alla futura presidenza. Neppure una parola da parte degli ex consiglieri o dei futuri consiglieri. Eppure la Federazione dispone di un suo sito ufficiale e comunque oggi la comunicazione si avvale di molti strumenti efficaci come twitter, facebook … Consiglieri e Presidenti passeranno,  il nome di Maria Teresa Lavazza resterà iscritto nella Storia. 

Appello alle federazioni di tutto il mondo. Non è una mia opinione ma un dato di fatto che il bridge giace agonizzante e quasi moribondo. E’ sempre di  meno la gente che gioca, sempre più vecchi e senza ricambi generazionali. E’ vero che il giovane dei nostri giorni ha mille alternative al giocare a bridge ma è anche vero  che è dovere di quelli della mia generazione fare ogni sforzo per la sopravvivenza di questo fantastico gioco che ha appassionato fino al giorno di oggi milioni di persone. Detto questo,  il mio appello è alle  federazioni affinché promuovano ogni iniziativa per divulgare e diffondere il bridge in posti dove ci sono i giovani, come  università e  scuole, e in ogni altro luogo di aggregazione: nelle banche, negli uffici, nelle aziende e nelle carceri.  Immagino che per far questo in ogni paese ci dovrebbero essere dei ‘volontari’: maestri di bridge oppure solo giovani e simpatici giocatori di bridge (meglio ancora) che aiutino le federazioni a portare avanti questo progetto facendo corsi gratuiti e creando eventi che possano avvicinare ed appassionare al bridge le nuove generazioni.

Rispondo a Willenken. Chris è intervenuto nella puntata del 3 giugno scorso del live show su BTCC **  e gli è stato chiesto di commentare quanto io ho scritto nel mio scorso editoriale circa la presenza di due squadre statunitesi ai Mondiali. Chris ha risposto che l’Unione Europea è una ma manda una squadra per ogni stato  mentre gli USA, che  sono una confederazione di 50, in fondo ne mandano solo 2. E questo sarebbe un buon compromesso, anche in virtù dei risultati vincenti sempre ottenuti dagli Usa. Mi sembra di poter dire che le cose non stanno così, perchè gli Usa sono una nazione: anche la Svizzera è una confederazione ma nessuno penserebbe mai di madare una squadra per ogni cantone…  Penso invece che proprio perché hanno due squadre molto forti, gli USA hanno doppia chance di vincere il titolo mondiale ed è per questo che lo vincono così spesso. Ribadisco che non conosco nessuna competizione sportiva dove una nazione si presenti con due formazioni: nemmeno i “Giochi senza frontiere” o il “Monopoli”.

Adios y hasta muy pronto

Norberto

 *O capitano! Mio capitano! (O Captain! My Captain!)  sono i celebri versi scritti dal poeta statunitense Walt Whitman in onore di Lincoln. La poesia è  conosicuta anche per essere il filo conduttore del noto  film “L’attimo fuggente”  (Dead Poets Society) del 1989, diretto da Peter Weir ed interpretato da Robin Williams. (n.d.E.)

** BTCC (BridgeTopics.com Channel) è la web TV prodotta da Neapolitan Club e BridgeTopics.com. Chris Willenken è stato ospite del Sunday Night Bridge Live Show in onda lo scorso 3 giugno 2012. Per leggere la trascrizione dell’ intervista a Chris Willenken: clicca qui >>

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09/06/2012

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