2012 Buffett Cup – Paul Hackett risponde alle critiche

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La Buffett Cup 2012 si è appena conclusa. Qualche polemica ha accompagnato la conclusione della quarta edizione della celebre sfida transatlantica che quest’anno è stato ospitata  nella cittadina di Ohama, in Nebraska (Stati Uniti). La mancanza del sipario, le difficoltà palesate dagli  operatori del Vugraph su BBO e, soprattutto,  il cambio di programma in corsa dovuto alla partenza anticipata di Fulvio Fantoni e Claudio Nunes, che hanno lasciato un giorno prima la manifestazione per andare a Parigi a giocare la finale del campionato interclub francese: queste le principali critiche alle quali ha voluto rispondere Paul Hackett, co-fondatore e co-organizzatore dell’evento.

Quando Fantoni e Nunes (che rappresentavano la squadra europea) sono dovuti partire anticipatamente per rientrare  a Parigi, ho proposto come una delle soluzioni  possibili quella di anticipare gli incontri programmati.  Gli Stati Uniti erano d’accordo ma purtroppo c’è stato un problema di comunicazione con Omaha: problema del quale sono stato messo al corrente solo una volta giunto là.  Gli organizzatori di Ohama  avevano programmato che George Jacobs arrivasse lì  il giovedi per condurre un vu-graph,  che moltissimi giocatori locali avevano annunciato di voler seguire.

Naturalmente Bob [Hamman, co-fondatore ed organizzatore della Buffett Cup, N.d. E] ed io abbiamo cercato una soluzione che potesse soddisfare le esigenze di tutti.  Siamo arrivati a un compromesso. Abbiamo deciso che il vugraph proseguisse  (tra l’altro ha avuto molto successo di pubblico e George ha fatto un ottimo lavoro),  e abbiamo altresì deciso di aggiungere 21 board: avrebbero giocato solo due tavoli, e dopo 7 board le coppie sarebbero cambiate. 

 Questo ci ha permesso proseguire il torneo senza i Fantunes  poichè  una coppia europea ha giocato due volte.  A nostro avviso il pubblico locale meritava questa attenzione anche se convengo che cambiare la formula del torneo all’ultimo momento è apparso strano.

Vorrei esprimere la mia opinione su altri due punti.  Abbiamo giocato senza sipari. E’ stato un problema? Non per i giocatori. A differenza di quanto accade in Europa, negli Stati Uniti gli angolisti sono pochi.

Parliamo di BBO.  Purtroppo non tutto è andato secondo i nostri piani. I bilanci sono sempre stretti e ci siamo affidati a volontari locali. Gli operatori hanno fatto del loro meglio,  ma alcuni di loro all’inizio hanno avuto qualche difficoltà. E’ necessario analizzare accuratamente come poter organizzare un vugraph in una collocazione che non è usulamente  predisposta per BBO.   Forse una soluzione verrà dalle modifiche che apporterà BBO con l’utilizzo dei “bridgepads” [l’equivalente americano degli apparecchi “bridgemate” impiegati in Europa per il calcolo dei punteggi nei tornei, n.d.T.].

La gente del posto ha profuso ogni sforzo per avere la coppa Buffett a Omaha, compresi i finanziamenti per il bridge nelle scuole. A Omaha è piaciuto ospitarci.  Ogni giocatore è stato orgoglioso di rappresentare il  proprio continente. Vediamo il lato buono. Sì, si può migliorare e cercheremo di farlo,  ma io sono orgoglioso di essere associato ad un evento che mostra un bridge di altissimo livello giocato nel modo migliore.

Sono tra gli organizzatori della manifestazione in Europa (la prossima Buffett Cup si giocherà nel 2014 a Gleneagles in Scozia, n.d. E]: sarò ben lieto di ascoltare ogni suggerimento. E già so che non avrò gli stessi problemi tecnici che hanno avuto gli organizzatori statunitensi.

Paul Hackett

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fonte: NewInBridge

 20/09/ 2012

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